Artrite reumatoide: upadacitinib sicuro ed efficace dopo 5 anni


Artrite reumatoide, i risultati dello studio SELECT-COMPARE: upadacitinib si conferma efficace e sicuro anche a 5 anni

Per baricitinib arrivano conferme di efficacia e sicurezza nel lungo periodo in pazienti con artrite reumatoide secondo i nuovi dati presentati al congresso EULAR 2020

Sono stati presentati al Congresso EULAR i risultati a 5 anni della fase di estensione a lungo termine dello studio SELECT-COMPARE sull’impiego del Jak inibitore upadacitinib (UPA) in pazienti adulti con artrite reumatoide (AR) di grado moderato-severo con risposta insoddisfacente a MTX.

I dati a lungo termine dello studio hanno confermato il mantenimento dei tassi di remissione clinica e di ridotta attività di malattia fino a 5 anni grazie al trattamento con il Jak inibitore al dosaggio di 15 mg/die.

Informazioni sul trial SELECT-COMPARE
SELECT-COMPARE è un trial multicentrico registrativo di fase 3, randomizzato e in doppio cieco, avente l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia di UPA rispetto a placebo e ad un farmaco anti-TNF (adalimumab) in pazienti adulti con AR di grado moderato-severo e risposta non soddisfacente a MTX, in trattamento ininterrotto con il DMARDcs.

Lo studio aveva dimostrato il raggiungumento di migliori risposte cliniche a 12 settimane con upadacitinib 15 mg (UPA) in monosomministrazione giornaliera vs. adalimumab 40 mg (ADA) somministrato a settimane alterne.
Il trial includeva un periodo di trattamento, randomizzato e in doppio cieco, della durata di 48 settimane, seguito da una fase di estensione a lungo termine (tuttora in corso) della durata complessiva fino a 10 anni.

I pazienti reclutati erano stati randomizzati, secondo uno schema 2:2:1, a trattamento con UPA 15 mg QD, placebo (PBO) o ADA 40 mg a settimane alterne.

Il protocollo del trial prevedeva il ricorso a terapia di salvataggio (da PBO a UPA, da UPA ad ADA o da ADA a UPA) in caso di mancata risposta al trattamento assegnato dalla randomizzazione (miglioramento <20% della conta delle articolazioni dolenti o tumefatte alle settimane 14, 18 o 22), o in caso di mancato raggiungimento dello stato di ridotta attività di malattia (LDA) in base all’indice CDAI alla 26a settimana.

Tutti i pazienti rimasti in trattamento con PBO sono passati ad UPA alla 26a settimana.

Ai pazienti che avevano completato il periodo in doppio cieco di 48 settimane era consentito di continuare il trattamento, in aperto, con UPA o ADA in aperto per un tempo massimo pari a 10 anni.

Risultati a 5 anni
Remissione clinica/ridotta attività di malattia
A 5 anni, 1.417 pazienti erano stati sottoposti a trattamento con UPA (4.497 pazienti-anno) e 579 pazienti ad ADA (1.472 pazienti-anno).
Dall’analisi dei dati è emersa che una proporzione più elevata di pazienti trattati con UPA 15 mg ha raggiunto e mantenuto la remissione clinica e la ridotta attività di malattia rispetto a quelli trattati con ADA 40 mg.
Nel dettaglio:
• La remissione clinica in base al punteggio DAS28-CRP<2,6 è stata raggiunta dal 31,8% (28,2, 35,4) dei pazienti trattati con UPA vs. 23,2% (18,7, 27,8)  dei pazienti trattati con ADA
• La remissione clinica in base al punteggio CDAI≤2,8 è stata raggiunta dal 24,6% (21,3, 27,9) dei pazienti trattati con UPA e dal  18,7 (14,4, 22,9) di quelli trattati con adalimumab
• La ridotta attività di malattia in base al punteggio DAS28-CRP≤3,2 è stata raggiunta dal 34,7% (31,1, 38,4) dei pazienti trattati UPA e dal 24,8% (20,1, 29,4) di  quelli trattati con ADA
• La ridotta attività di malattia in base al punteggio CDAI≤10 è stata raggiunta dal  36,4% (32,7,  40,1)dei pazienti trattati con UPA e dal 26,9% (22,1, 31,7) di quelli trattati con ADA

In aggiunta ai tassi elevati di remissione clinica e di ridotta attività di malattia, una proporzione più ampia di pazienti trattati con UPA 15 mg ha completato i 5 anni di trattamento rispetto a quelli trattati con ADA.
Non solo: fino a 192 settimane, le percentuali di pazienti trattati con UPA che non sono andati incontro a progressione radiografica di malattia rispetto a quelli con ADA sono risultate simili. Nello specifico, le variazioni medie del punteggio mTSS rispetto al basale sono state pressochè sovrapponibili, tranne che per una variazione numericamente piccola di questo punteggio nel gruppo trattato in maniera continuativa con UPA.

Safety
Il profilo di sicurezza di UPA è risultato consistente con il profilo riportato precedentemente a 3 anni e nello studio originator.   Inoltre, I tassi degli eventi avversi di interesse speciale sono risultati generalmente sovrapponibili tra il gruppo UPA e quello ADA, eccezion fatta per tassi numericamente (ma non statisticamente) elevati di herpes zoster, innalzamento di creatin-fosfochinasi, linfopenia e disordini epatici (prevalentemente innalzamento delle transaminasi) con UPA.

La maggior parte dei casi di herpes zoster e di disordini epatici, tuttavia, è risultata di entità non seria.
I pazienti con innalzamento dei livelli di CPK nel sangue sono risultati generalmente asintomatici e non sono stati riferiti casi di rabdomiolisi.

Nello specifico:
– Il tasso di eventi avversi seri è stato pari a 11,5 casi/100 PY nel gruppo UPA e a 13,3 casi per 100 PY nel gruppo ADA
– Il tasso di infezioni gravi è stato pari a 3,7 eventi/100 PY nel gruppo UPA e di 3,3 eventi/100 PY nel gruppo ADA
– Il tasso di decessi è stato pari a 0,9/100 PY nel gruppo UPA e a 1/100 PY nel gruppo ADA, comprendendo anche quelli non legati al trattamento.
– Il tasso di eventi cardiovascolari principali sia per UPA che per ADA è stato pari a 0,3 eventi/100 PY.
– Il tasso di eventi tromboembolici venosi (VTE) è stato pari a 0,3/100 PY nel gruppo UPA e a 0,4 eventi/100 PY nel gruppo ADA

Infine, per quanto riguarda le neoplasie, il tasso di eventi neoplastici è stato pari a 0,6 eventi/100 PY nel primo gruppo e a 0,8 eventi/100 PY nel secondo.

Riassumendo
In conclusione, il profilo di sicurezza di UPA a 5 anni è risultato in linea con i risultati a 3 anni e con l’analisi integrata della sicurezza di fase 3. Coerentemente con le analisi a 3 anni, UPA ha continuato a mostrare risposte cliniche numericamente migliori di ADA a 5 anni.

Da ultimo, la progressione radiografica di malattia si è tenuta a livelli ridotti fino a 192 settimane con UPA e ADA.
Tali risultati, nel complesso, suffragano il buon profilo di sicurezza e di efficacia del farmaco, disponibile ormai da tempo come valida opzione terapeutica nel trattamento dei pazienti con AR.

Bibliografia
Fleischmann RM et al. Long-term safety and efficacy of upadacitinib or adalimumab in patients with rheumatoid arthritis: 5-year data from the select-compare study. POS0849, EULAR 2023.