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Le divinità del caso: tracciare le orme della fortuna

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Nella vita ci vuole sicuramente un po’ di fortuna, non solo se si è appassionati di casino online, ma in ogni ambito possibile, dall’amore al lavoro. Si racconta che Napoleone affermasse di preferire un generale fortunato a uno bravo e chissà, probabilmente aveva ragione.

Il concetto di buona sorte è particolare, poiché affonda le sue radici fin negli albori dell’umanità e si può dire che, al contrario di molte altre credenze, nel corso dei millenni sia cambiato ben poco.

Nel corso della storia e delle culture, l’umanità ha spesso personificato la fortuna come un’entità divina, un potere onnipotente che governa la fortuna e la prosperità. Dalle rive del Nilo alle vette dell’Olimpo.

Renenet: la dea egizia della fortuna

Nell’antico Egitto, la dea della fortuna era Renenet, anche divinità del raccolto e del nutrimento. Raffigurata con la testa di una leonessa o come madre che allatta, si credeva che Renenet benedicesse i neonati con una vita di prosperità e fortuna. Il detto “più fortunato del favore di Renenet” era un proverbio egiziano comune che indicava un’immensa fortuna.

Fortuna: La divinità romana che gira la ruota

I Romani veneravano Fortuna, una dea capricciosa che controllava il destino di ogni individuo. Spesso veniva raffigurata con il timone di una nave e una cornucopia che simboleggiava il controllo sul destino e l’abbondanza. La ruota, un altro dei suoi simboli, rappresenta la natura capricciosa della fortuna. Un popolare proverbio latino, “Fortuna Eruditis Favet” (la fortuna favorisce i preparati), racchiude la sua duratura influenza sulla cultura occidentale.

Lakshmi: la dea indù della ricchezza e della prosperità

Nella cultura induista, Lakshmi è la dea della ricchezza, della prosperità e della fortuna. Viene comunemente raffigurata seduta su un loto, con monete d’oro che scorrono dalle sue mani, a simboleggiare il suo dominio sulla ricchezza. Un detto molto diffuso, “Dhana Lakshmi Dayini”, si traduce in “Lakshmi, l’elargitrice di ricchezze”, a testimonianza del suo ruolo centrale nelle credenze indù.

Inari Ōkami: il dio scintoista della fortuna

In Giappone, Inari Ōkami, il dio del riso, della fertilità e della prosperità, è ampiamente venerato. Si pensa che i messaggeri di Inari siano volpi, spesso raffigurate di colore bianco per la loro natura sacra. Il detto giapponese “Un favore concesso da Inari” esprime un colpo di fortuna inaspettato.

Tyche: La dea greca del caso

Nell’antica Grecia, Tyche era la dea della fortuna, del caso e della prosperità. Spesso raffigurata con una cornucopia e un timone di nave, era vista come una divinità imprevedibile in grado di elargire fortuna o rovina. Il popolare adagio greco “Tyche farà la sua strada” riflette l’accettazione da parte dei Greci dei capricci della fortuna.

Caishen: Il dio cinese della ricchezza

Nella cultura cinese, Caishen, il dio della ricchezza, è molto venerato, soprattutto durante il Capodanno cinese. Le persone spesso cantano “Gongxi Facai”, che significa “Ti auguro di ampliare la tua ricchezza”, nella speranza che Caishen conceda loro la fortuna.

Conclusione: Il fascino universale della fortuna

Indipendentemente dalla cultura o dall’epoca, il concetto di fortuna è sempre stato centrale nelle società umane. La personificazione della fortuna sotto forma di divinità evidenzia il nostro desiderio profondo di influenzare le svolte apparentemente casuali della vita. Da Renenet a Caishen, queste divinità offrono un’idea dei continui sforzi dell’umanità per corteggiare la fortuna e la prosperità.

Quando attraversiamo la vita, invocando questi antichi detti e credenze, riconosciamo il potere della fortuna, riconoscendo che anche se possiamo fare i nostri piani, è la dea della fortuna ad avere l’ultima parola. E in questa accettazione troviamo una curiosa miscela di umiltà, speranza e un pizzico di misticismo che rende la vita un viaggio emozionante e imprevedibile.

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