Site icon Corriere Nazionale

Obesità: semaglutide aiuta gli adolescenti a perdere peso

sindrome metabolica

Negli adolescenti obesi il trattamento con semaglutide ha consentito il ritorno a un peso normale o comunque inferiore alla soglia di obesità

Negli adolescenti obesi il trattamento con semaglutide ha consentito il ritorno a un peso normale o comunque inferiore alla soglia di obesità in un numero molto superiore di pazienti rispetto al placebo, come risulta da un’analisi secondaria dello studio STEP TEENS di fase IIIa presentata all’European Congress on Obesity 2023 e pubblicata sulla rivista Obesity.

Durante lo studio durato 68 settimane, il 44,9% degli adolescenti con obesità è tornato al peso normale o è sceso alla categoria sovrappeso durante il trattamento rispetto a solo il 12,1% di quelli sottoposti a placebo (OR 22,7), hanno riportato il primo autore Aaron Kelly e colleghi della University of Minnesota Medical School di Minneapolis. E alla fine dello studio, rispettivamente circa il 25% dei pazienti in confronto al 2% ha riacquisito un peso nella norma.

«Questi risultati sottolineano l’alto grado di efficacia clinica di semaglutide negli adolescenti obesi. In sintesi semaglutide ha ridotto il peso a una categoria inferiore a quella dell’obesità clinica in quasi il 50% degli adolescenti, un risultato storicamente senza precedenti con una gestione diversa dalla chirurgia bariatrica» ha affermato Kelly. «Se un adolescente ha le caratteristiche per essere trattato con un farmaco anti-obesità, credo che gli operatori sanitari dovrebbero prenderlo in considerazione come parte dell’approccio terapeutico».

Analisi secondaria dello studio STEP TEENS di fase IIIa
In questa analisi post-hoc sono stati inclusi solo i pazienti con obesità. L’età media era di 15,5 anni, oltre il 60% era di sesso femminile e la maggior parte era allo stadio Tanner 5. Oltre l’80% aveva normoglicemia. Semaglutide è stato aggiunto all’intervento sullo stile di vita che consisteva in una consulenza nutrizionale per una sana alimentazione e un obiettivo giornaliero di 60 minuti di attività fisica moderata/alta.

All’inizio dello studio i partecipanti sottoposti a semaglutide erano così suddivisi in base alle tre classi di obesità, ovvero 31,6% in Classe I, 33,1% in Classe II e 35,3% in Classe III, secondo i parametri dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che prevedono Classe I: BMI compreso tra ≥95° e <120% del 95° percentile, Classe II: BMI ≥120% a <140% del 95° percentile, Classe III: BMI ≥140% del 95° percentile

Miglioramento di almeno una categoria di BMI in quasi i tre quarti dei partecipanti
Alla conclusione del trial:

Di contro la percentuale di coloro che rientrano nella classe III è aumentata nel gruppo placebo (dal 19% al 22,4%), ma è diminuita per le classi di obesità I (dal 39,7% al 32,8%) e II (dal 41,4% al 32,8%). Solo il 10,3% di questi pazienti ha raggiunto il sovrappeso e l’1,7% il peso normale.

Sono anche state rilevate probabilità 23,5 volte più elevate che gli adolescenti migliorassero almeno una categoria di BMI con semaglutide rispetto al placebo (OR 23,5, P<0,0001), osservate nel 73,7% dei pazienti trattati rispetto al 19% nel gruppo placebo. Un totale del 44,9% dei pazienti trattati con semaglutide ha migliorato due o più categorie di BMI rispetto a solo il 3,4% di quelli sottoposti a placebo.

Anche se lo studio non era stato progettato per testare le differenze fra i sessi, le differenze del trattamento sul BMI erano numericamente, ma non statisticamente, maggiori nelle femmine rispetto ai maschi. Lo stesso valeva per i pazienti di età compresa tra 12 e 15 anni rispetto a quelli di 15-18 anni.

In conclusione, semaglutide 2,4 mg per via sottocutanea una volta alla settimana è stato associato a un’elevata probabilità di miglioramento della categoria di BMI negli adolescenti con obesità, con un miglioramento di almeno una categoria di BMI in quasi i tre quarti dei partecipanti. Inoltre, oltre il 40% dei soggetti trattati con semaglutide ha ottenuto una riduzione del peso con conseguente riclassificazione da una categoria BMI di obesità a una categoria BMI di peso normale o sovrappeso.

«È importante sottolineare che questi miglioramenti sono stati osservati in tutto lo spettro dell’obesità, indipendentemente dal sesso e dall’età dei partecipanti. Pertanto, semaglutide rappresenta un’opzione terapeutica efficace per gli adolescenti con obesità, compresa l’obesità grave, che è improbabile che raggiungano e mantengano tali gradi di riduzione del peso in risposta alla sola terapia di modifica dello stile di vita» hanno concluso gli autori.

Questi risultati si basano sugli esiti dello studio STEP Teens, presentati al congresso ObesityWeek 2022 e pubblicati sul New England Journal of Medicine, che mostravano una riduzione media del BMI rispetto al basale del 16,1% con semaglutide in confronto a un aumento dello 0,6% con il placebo (P<0,001) alla settimana 68. In media, i partecipanti in trattamento attivo hanno perso 15,3 kg, mentre quelli sottoposti a placebo ha guadagnato 2,4 kg. Questi dati hanno gettato le basi per l’approvazione del farmaco da parte della Fda per le persone con obesità dai 12 anni in avanti nel dicembre 2022.

Referenze

Kelly AS et al. Reducing BMI below the obesity threshold in adolescents treated with once-weekly subcutaneous semaglutide 2.4 mg. Obesity (Silver Spring). 2023 May 17.

Leggi

Exit mobile version