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Obesità: semaglutide funziona anche sugli adolescenti

Lotta all'obesità: il triplo agonista sperimentale di Lilly, retratutide, ha stabilito un nuovo primato con un calo ponderale del 24%

Negli adolescenti obesi di età compresa tra 12 e 18 anni, il trattamento con semaglutide ha consentito una riduzione rilevante e significativa del BMI e del peso

Negli adolescenti obesi di età compresa tra 12 e 18 anni, il trattamento sottocutaneo settimanale con semaglutide alla dose di 2,4 mg ha consentito una riduzione rilevante e significativa del BMI e del peso corporeo rispetto al placebo. I risultati dello studio di fase III STEP TEENS sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine e presentati al recente congresso Obesity Week 2022.

L’obesità colpisce quasi un bambino e un adolescente su cinque a livello mondiale. Questa malattia cronica è collegata a una riduzione dell’aspettativa di vita e a un rischio più elevato di sviluppare gravi problemi di salute come diabete di tipo 2, malattie cardiache, steatosi epatica non alcolica, apnea notturna e alcuni tipi di cancro. Gli adolescenti obesi hanno anche maggiori probabilità di soffrire di depressione, ansia, scarsa autostima e altri problemi psicologici.

Studio di fase III su adolescenti con obesità
Il trial STEP-TEEN, in doppio cieco, a gruppi paralleli e controllato con placebo, ha arruolato 201 adolescenti di età compresa tra 12 e 18 anni con obesità (indice di massa corporea, BMI, ≥ 95° percentile) o sovrappeso (BMI ≥ 85° percentile) più almeno una comorbilità correlata al peso. Sul totale dei partecipanti, 200 erano obesi e soltanto 1 era in sovrappeso. La maggior parte (62%) era di sesso femminile, l’età media era 15,4 anni, il BMI medio 37 kg/m2 e la circonferenza media della vita 110 cm.

Gli adolescenti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere un’iniezione sottocutanea di semaglutide da 2,4 mg una volta alla settimana oppure placebo per 68 settimane, in aggiunta a un intervento sullo stile di vita.

Risultati rilevanti e significativi rispetto al placebo
Ha completato lo studio l’89,6% dei soggetti in trattamento attivo. La variazione media del BMI dal basale alla settimana 68, l’endpoint primario dello studio, è stata del -16,1% con semaglutide e del +0,6% con il placebo (differenza stimata del 16,7%, P<0,001).

Un secondo endpoint di conferma, una perdita di peso di almeno il 5% alla settimana 68, è stato raggiunto dal 73% dei pazienti nel gruppo semaglutide e dal 18% del gruppo placebo (P<0,001).

La riduzione del peso corporeo e il miglioramento della circonferenza della vita, dei livelli di emoglobina glicata, lipidi (tranne il colesterolo HDL) ed enzima epatico alanina aminotransferasi sono stati maggiori con semaglutide, come anche il punteggio totale del questionario Impact of Weight on Quality of Life – Kids (IWQOL-Kids) e i punteggi per la stima del corpo, le relazioni familiari, il benessere fisico e la vita sociale.

Il trattamento attivo ha tuttavia comportato una maggiore incidenza di eventi avversi gastrointestinali (62% vs 42% con il placebo). Cinque partecipanti (4%) nel gruppo semaglutide e nessuno nel gruppo placebo hanno sviluppato calcoli biliari (colelitiasi). Eventi avversi gravi sono stati segnalati nell’11% dei pazienti nel gruppo semaglutide e nel 9% del gruppo placebo.

Commenti entusiastici
«La ricerca dà una speranza agli adolescenti che soffrono di obesità, ai loro genitori e ai loro medici» ha commentato il primo autore dello studio Daniel Weghuber del Dipartimento di Pediatria, Paracelsus Medical University, Salisburgo, Austria. «Molti di loro hanno lottato davvero per molto tempo».

«Non si tratta di una questione di mancanza di forza di volontà, questo è un grave malinteso» ha sottolineato. «Semaglutide sembra finalmente consentire alle persone che convivono con l’obesità di aderire alle raccomandazioni che potrebbero aver seguito per molti anni senza riuscire raggiungere il loro obiettivo».

Riguardo al potenziale impatto negativo sulla crescita, l’autore ha riferito che nello studio non è emerso nessun problema relativo al normale sviluppo degli adolescenti.

Anche l’autore senior dello studio, Silva Arslanian, ha concordato. «Sono risultati sorprendenti. Per una persona alta 1 metro e 65 che pesa quasi 110 kg la riduzione media dell’indice di massa corporea ottenuta equivale a perdere circa 18 kg».

Nuove sperimentazioni nei bambini 
«È strabiliante avere il 40% dei pazienti che raggiunge un peso normale» ha affermato Claudia Fox, professore associato di pediatria e co-direttore del Center for Pediatric Obesity Medicine presso la University of Minnesota Medical School. «Ci stiamo avvicinando ai risultati della chirurgia bariatrica».

«È in arrivo un grande cambiamento nelle linee guida per l’obesità negli adolescenti» ha osservato Sarah Armstrong, direttrice del programma Duke Children’s Healthy Lifestyles presso la Duke University a Durham, nel North Carolina, e co-autore delle prossime linee guida di pratica clinica. «Ci sarà una forte raccomandazione per la terapia».

È in fase di pianificazione una sperimentazione con semaglutide nei bambini più piccoli, mentre lo studio clinico SCALE KIDS con un altro GLP-1 agonista, liraglutide, è già in corso. Sta randomizzando 78 partecipanti di età compresa tra 6 e 12 anni da trattare per 56 settimane, seguite da ulteriori 26 settimane di follow-up, con una data di completamento stimata per l’inizio di luglio 2023.

Referenze

Weghuber D et al. Once-Weekly Semaglutide in Adolescents with Obesity. N Engl J Med. 2022 Nov 2. 

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