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Spondiloartrite assiale: bene brodalumab in fase 3

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Spondiloartrite assiale: brodalumab ha mostrato un’efficacia sostenuta nel tempo e un profilo di safety in linea con le osservazioni precedenti in uno studio di fase 3

Il trattamento con brodalumab ha mostrato un’efficacia sostenuta nel tempo e un profilo di safety in linea con le osservazioni precedenti in uno studio di fase 3, pubblicato su Rheumatology e condotto in pazienti con spondiloartrite assiale (axSpA) fino a 68 settimane.

Razionale e disegno dello studio
L’attivazione delle vie di segnalazione dell’IL-17 ha un ruolo fondamentale nella patogenesi di diverse malattie autoimmuni e infiammatorie.

“Il recettore A dell’IL-17 (IL-17RA) – spiegano i ricercatori nell’introduzione allo studio – rappresenta la subunità recettoriale comune coinvolta nella segnalazione intracellulare delle citochine A, F, eterodimero A/F ed E dell’IL-17. Pertanto, il blocco dell’IL-17RA rappresenta un nuovo meccanismo d’azione per inibire l’infiammazione e i sintomi clinici associati a malattie autoimmuni e infiammatorie come la psoriasi e la PsA”.

Brodalumab è un anticorpo monoclonale anti-IL-17RA completamente umano con un’azione di blocco dell’IL-17 più ampia. Il farmaco è disponibile ormai da 4 anni anche nel nostro Paese, rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave.

Brodalumab si è dimostrato efficace in studi di fase 2 giapponesi e non giapponesi in pazienti con PsA, confermando il coinvolgimento delle vie dell’IL-17 nella patogenesi della PsA .
Dato che l’axSpA e la PsA condividono fisiopatologia e sintomi comuni, è stato implementato su questo presupposto questo studio di fase 3, avente l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza di brodalumab nei pazienti con axSpA.

In un’analisi ad interim dello studio, brodalumab aveva dimostrato un profilo beneficio-rischio favorevole nell’arco di 16 settimane, con una differenza significativa [19,7%; IC95% (5,3%, 34,1%); P = 0,018] osservata relativamente ai tassi di risposta ASAS 40 rispetto al placebo.

In questa nuova pubblicazione sono stati riportati i risultati di efficacia e sicurezza a lungo termine (68 settimane) di questo studio.

Il trial, multicentrico di fase 3 condotto in Giappone, Corea e Taiwan, comprendeva una fase in doppio cieco, della durata di 16 settimane e di una fase di estensione in aperto della durata di un anno (oggetto di questa pubblicazione).

Nella fase in doppio cieco, lo studio prevedeva la randomizzazione dei 159 pazienti inclusi con axSpA, secondo uno schema 1:1, al trattamento con brodalumab 210 mg sottocute (dosaggio approvato per la psoriasi) oppure al placebo al basale, dopo 1 e 2 settimane e poi a cadenza quindicinale.

I pazienti trattati con brodalumab sottocute durante il periodo in doppio cieco di questo studio hanno continuato il trattamento con l’anticorpo monoclonale durante la fase di estensione in aperto di 52 settimane, mentre i pazienti randomizzati a trattamento con placebo sono passati a brodalumab 210 mg alla 16a settimana.

Sono state valutate l’efficacia [tassi di risposta dell’Assessment of SpondyloArthritis International Society (ASAS) 40 e ASAS 20; variazione rispetto al basale dell’AS Disease Activity Score utilizzando la CRP (ASDAS-CRP)] e la sicurezza del trattamento.

Risultati principali
Nel complesso, 145 pazienti (brodalumab, n = 77; placebo, n = 68) sono stati sottoposti a trattamento con brodalumab durante la fase di estensione in aperto. Dai dati ottenuti alla settimana 68 è emerso il raggiungimento della risposta ASAS40 nel 56,3% (IC95%: 44,7%-67,3%) nei pazienti originariamente allocati a trattamento con brodalumab e nel 57,4% (IC95%: 44,1%-70%) dei pazienti iniziamente randomizzati a placebo.

Anche le percentuali di pazienti dei due gruppi che hanno raggiunto la risposta ASAS20 a 68 settimane sono risultate simili [brodalumab, 71,3% (60,0%, 80,8%); placebo, 78,7% (66,3%, 88,1%)].

La variazione quadratica media del punteggio ASDAS-CRP alla settimana 68, inoltre, ha evidenziato un miglioramento clinicamente importante (variazione ≥1,1) in entrambi i gruppi di trattamento [brodalumab, -1,528 (-1,737, -1,319); placebo, -1,586 (-1,815, -1,357)].

Passando alla safety, il tasso di eventi avversi emersi a seguito del trattamento e quello degli eventi avversi legati al farmaco, entrambi aggiustati per il tempo di esposizione (per 100 anni-paziente) sono stati pari, rispettivamente, a 255,9 e 147,9.

La nasofaringite (35,6) e le infezioni a carico del tratto respiratorio superiore (14,7) sono stati i TEAE più comuni.

Riassumendo
I risultati a 68 settimane hanno dimostrato l’efficacia sostenuta e la sicurezza a lungo termine di brodalumab nei pazienti con axSpA, comprese le sottopopolazioni di pazienti con spondilite anchilosante (SA) e nr-axSpA  – hanno sottolineato i ricercatori nella discussione del lavoro -. Gli inibitori dell’IL-17 si stanno sempre più affermando nel trattamento dei pazienti con axSpA, tanto che le linee guida per il trattamento dell’axSpA ne raccomandano l’impiego come opzione terapeutica di terza linea nei pazienti refrattari o con una controindicazione agli inibitori del TNF”.

“L’efficacia di brodalumab documentata in questo studio – concludono – è stata paragonabile a quella di altri inibitori dell’IL-17, suggerendo che il blocco dell’IL-17RA è un bersaglio promettente per il trattamento dei pazienti con axSpA e rendendo brodalumab una potenziale opzione terapeutica nei pazienti con axSpA”.

Bibliografia
Kim T-H et al. Brodalumab, an anti–interleukin-17 receptor A monoclonal antibody, in axial spondyloarthritis: 68-week results from a phase 3 studyRheumatology, Volume 62, Issue 5, May 2023, Pages 1851–1859, Leggi

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