Archeologia: a Selinunte scoperto uno degli antichi porti cittadini


Nuova scoperta archeologica a Selinunte: riemergono una struttura lunga 15 metri e quattro filari di blocchi, per un’altezza di circa 1,80 metri

selinunte

Nuova scoperta archeologica a Selinunte, sito della provincia di Trapani che continua a regalare sorprese che potrebbero rivelarsi clamorose e contribuire a ridefinire la storia antichissima della città. Una struttura lunga 15 metri e quattro filari di blocchi, per un’altezza di circa 1,80 metri, è stata scoperta casualmente a pochissima distanza da quella che doveva essere la darsena collegata al mare, a un centinaio di metri dalla riva attuale.

LE IPOTESI SULL’ULTIMA SCOPERTA A SELINUNTE

Potrebbe essere parte di uno dei due porti dell’antica ex colonia di Megara iblea, ampio e imponente come richiedeva una delle più importanti città del Mediterraneo, centro di traffici commerciali. Di questa costruzione non c’è traccia nei documenti dei viaggiatori tra Settecento e Ottocento, né nelle descrizioni dei ricercatori dell’epoca su Selinunte. Di certo è molto antica, probabilmente fu distrutta o comunque sommersa, in epoca lontana.

SI RISCRIVE LA STORIA DI SELINUNTE

Ad oggi gli archeologi non formulano teorie ma solo ipotesi sulla forma e funzione originale dell’imponente architettura. Potrebbe essere una struttura di contenimento sul fiume (il georadar registra infatti molte altre strutture sotto la sabbia). Tra le ipotesi anche quella delle pareti di una darsena per le barche, magari collegata alle 80 antiche fornaci scoperte più a monte. Di una cosa gli studiosi sono certi: è un ritrovamento di grandissimo interesse che potrebbe far riscrivere la topografia dell’antica Selinunte.

LA SCOPERTA

La scoperta è avvenuta durante dei lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, alla foce del fiume omonimo, lungo la riva occidentale. In un primo momento è affiorato solo l’angolo di un blocco, il resto era sepolto sotto lo strato massiccio di sabbia e di vegetazione recente, probabilmente ammassata nel dopoguerra durante la sistemazione della zona dell’acropoli di Selinunte.

SCHIFANI: “SICILIA SCRIGNO DI REPERTI”

“Appena pochi giorni dopo il ritrovamento a Segesta, arriva un’altra scoperta che conferma la Sicilia un inesauribile giacimento di reperti che contribuiscono a riscostruire una storia millenaria gloriosa e figlia di scambi culturali e economici incessanti – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani -. È il patrimonio di cui siamo eredi e orgogliosi portatori, ma anche custodi. Per questo abbiamo la responsabilità di riscoprirlo, di studiarlo e di proporlo alle nuove generazioni. Insieme con questo, abbiamo un’opportunità unica per rendere l’offerta culturale una proposta turistica sempre più ricca che diventi risorsa di sviluppo per la nostra Regione. Mi congratulo con gli archeologi del Parco archeologico di Selinunte per questo nuovo rinvenimento”.

(foto credit: Sisilab)