Bronchiettasie pediatriche: massima efficacia di azitromicina dopo 17 settimane


Bronchiettasie pediatriche non legate a fibrosi cistica: azitromicina raggiunge la massima efficacia tra le 17 e le 62 settimane di trattamento

Bronchiettasie non dovute a fibrosi cistica: tobramicina inalatoria possibile opzione di trattamento secondo i risultati del trial BATTLE

I bambini con bronchiettasie non legate a fibrosi cistica che assumono azitromicina sperimentano i maggiori benefici dalla 17a alla 62a settimana di trattamento su un totale di 105 settimane, stando ai risultati di uno pubblicato su CHEST. Inoltre, la nascita pre-termine è un fattore che modifica gli effetti del trattamento con azitromicina.

Razionale e disegno dello studio
Le linee guida sulle bronchiectasie sia pediatriche che dell’adulto raccomandano l’azitromicina per chi ha frequenti esacerbazioni, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. L’azitromicina, tuttavia, è anche associata all’acquisizione di resistenza ai macrolidi da parte dei patogeni delle vie aeree respiratorie e non solo.

Le linee guida ERS per la gestione dei bambini e degli adolescenti affetti da bronchiectasie hanno auspicato la conduzione di studi di approfondimento al fine di identificare coloro che hanno maggiori probabilità di trarre beneficio dall’azitromicina e per definire la durata ottimale del trattamento.

Alla luce di queste considerazioni è stato implementato il nuovo studio, avente importanti implicazioni per la pratica clinica e per le future linee guida sulle bronchiectasie. Partendo dall’analisi di un precedente trial clinico randomizzato e controllato dal quale era emerso che l’azitromicina, assunta regolarmente a lungo termine, riduce le esacerbazioni nei pazienti con bronchiectasie, gli autori del nuovo studio hanno preso in considerazione 89 bambini affetti da bronchiettasienon correlate alla fibrosi cistica per capire quando l’azitromicina mostra i maggiori benefici del trattamento e i fattori che possono modificarne l’efficacia.

Entrando nei dettagli dello studio, è stata somministrata azitromicina a 45 bambini (38% di età inferiore ai 3 anni; 58% di sesso maschile) e placebo a 44 bambini (37% di età inferiore ai 3 anni; 48% di sesso maschile), al fine di misurare le differenze di trattamento.

I ricercatori, quindi, hanno individuato il periodo di tempo associato alla maggiore efficacia del farmaco e i possibili fattori di rischio in grado di modificarne l’effetto mediante un’analisi di regressione multivariabile che includeva ben 23 fattori.

Risultati principali
Nel corso di un lasso di tempo mediano pari a 102 settimane (IQR: 74.105 settimane), i ricercatori hanno osservato che i bambini trattati con azitromicina presentavano un numero minore di riacutizzazioni per bambino-settimana dalla settimana 4 alla 96 rispetto ai bambini trattati con placebo.

Alla fine dello studio, i pazienti trattati con placebo hanno presentato un totale di 195 esacerbazioni, mentre i pazienti trattati con azitromicina hanno presentato un totale di 104 esacerbazioni.
Le settimane di trattamento con azitromicina comprese tra la 17esima e la 62esima dall’inizio della terapia sono risultate essere quelle associate alla maggiore efficacia di azitromicina nel calcolo della differenza di efficacia rispetto al placebo.

Considerando le settimane precedenti alla 17esima e successive alla 62esima settimana di trattamento, i ricercatori hanno osservato una differenza di efficacia del trattamento pari a due volte (IC95% : 1,1-3,8; P = 0,034) rispetto al tasso medio di esacerbazioni per bambino/settimana alla 17esima settimana. Inoltre, alla 62esima settimana, la differenza di efficacia del trattamento è stata 1,8 volte superiore (IC95%: 1,04-3,1; P =0,037) superiore.

Considerando gli 11 fattori identificati come quelli in grado di modificare l’effetto di azitromicina, i ricercatori hanno osservato che quattro erano significativamente associati ad una modifica degli effetti del trattamento in positivo, mentre uno era significativamente associato ad una modifica degli effetti di azitromicina in negativo.

Nello specifico, è stata osservata una riduzione di entità maggiore degli episodi di riacutizzazioni respiratorie con azitromicina:
–  nei bambini portatori di agenti patogeni batterici a livello del distretto naso-faringeo, rispetto a quelli non infettati da questi patogeni (incidence rate ratio [IRR]: = 0,29; IC95%: 0,2-0,44 vs. 0,81; IC95%: 0,57-1,14; P < 0,001)
– nei bambini della Nuova Zelanda rispetto a quelli dell’Australia (IRR = 0,39; IC95%: 0,28-0,55 vs. 0,73; IC95%: 0,51-1,03; P =0,0,12)
– nei bambini con S. pneumoniae al basale vs. quelli senza (IRR = 0,36; IC95%: 0,2-0,63 vs. 0,66; IC95%: 0,48-0,9; P =0,017)
– nei bambini con z score di peso per altezza aumentati (IRR = 0,82; IC95%: 0,67-0,99; P = 0,044)

Inoltre, tra i fattori modificanti non significativi associati ai maggiori benefici del farmaco vi erano il respiro affannoso al basale, nessuna documentazione di respiro affannoso negli ultimi 12 mesi, nessun uso pregresso di azitromicina, la presenza di M. catarrhalis al basale e  di una specie batterica al basale rispetto a nessuna o da 2 a 3.

L’unico fattore significativo riscontrato e legato ad una minore riduzione delle esacerbazioni con azitromicina, è stato l’essere nati pretermine rispetto all’essere nati a termine (< 37 settimane di gestazione vs. 37 settimane di gestazione; IRR = 0,74; IC95%:  0,49-1,1 vs. 0,41; IC95%: 0,3-0,55; P = 0,012).

Da ultimo, un fattore non significativo associato ad un minor beneficio dell’azitromicina è stato il mancato allattamento al seno.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno ipotizzato l’esistenza di fenotipi che rispondono o rispondono meno al trattamento con azitromicina, dato che, rispetto alle loro controparti, i bambini con patogeni batterici nel rinofaringe, respiro affannoso al basale o con un peso corporeo attuale elevato hanno tratto maggiori benefici dal trattamento, mentre i bambini nati pretermine o che non sono stati allattati al seno hanno tratto minori benefici.

“Ciò detto – concludono – per quanto questi dati sul fenotipo legato all’azitromicina non siano sufficienti a modificare l’attuale pratica clinica, sarebbe opportuno verificarne la loro consistenza negli studi di prossima realizzazione”.

Bibliografia
Vicendese D et al. Long-term Azithromycin in Children With Bronchiectasis Unrelated to Cystic Fibrosis: Treatment Effects Over Time. Chest. 2023 Jan;163(1):52-63. doi: 10.1016/j.chest.2022.08.2216. Epub 2022 Aug 27. PMID: 36030839.