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La piccola Kataleya scomparsa a Firenze non si trova: malore per la madre

Kataleya Alvarez

A Firenze continuano le ricerche della piccola Kataleya Alvarez, la bimba di cinque anni di cui non si hanno notizie da sabato scorso: la madre ha un malore

Cosa volete, soldi? ve li diamo, basta che liberate la bambina, tutto il resto non conta. Riportate a casa Kata”. È un grido disperato quello che ieri sera si è levato da Firenze, dove intorno alle 20 un corteo spontaneo animato dalla comunità peruviana è partito dall’ex hotel Astor, l’edificio occupato dove la bambina viveva con la madre e il fratello, per chiedere che la piccola Kataleya Alvarez ‘Kata’, la bimba di cinque anni di cui non si hanno notizie da sabato scorso, sia riportata a casa. Al corteo hanno preso parte una trentina di persone, che hanno gridato in strada col megafono ed esposto striscioni e cartelli (“Vogliamo la bambina a casa” e “giustizia”, hanno urlato i manifestanti), si rivolge a possibili rapitori chiedendo di riportare la bambina a casa e di “liberarla”. Gli stessi inquirenti ieri hanno detto che l’ipotesi più probabile al momento è quella del rapimento. E anche la madre, a quanto si apprende, avrebbe riferito ai Carabinieri alcuni nominativi di chi potrebbe aver “preso” la bambina. Continuano le indagini.

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NUOVO MALORE PER LA MADRE DI KATA: SPUNTA LA CANDEGGINA

La madre ‘Kata’, intanto, ieri ha avuto un nuovo malore ed è stata trasportata, in ambulanza, al pronto soccorso di Careggi. Concitate le fasi del primo soccorso, quando la donna è stata fatta salire in barella sul mezzo di soccorso coperta dagli striscioni di alcuni occupanti dell’ex albergo Astor per celarla alle telecamere. Potrebbe aver ingerito un piccolo quantitativo di candeggina, tesi che viene rafforzata dal fatto che ieri sera, durante i soccorsi all’ex albergo occupato, un flacone di candeggina è stato passato ai sanitari dopo che la donna è stata fatta salire dentro il mezzo in barella. Proprio la candeggina è la stessa sostanza che è stata ingerita dal padre, rinchiuso nel carcere di Sollicciano e portato ieri d’urgenza a fare una lavanda gastrica all’ospedale Torregalli. L’uomo, detenuto per furto e reati contro il patrimonio, avrebbe fatto questo gesto dopo aver saputo della scomparsa della bambina. Dopo il controllo in ospedale, è stato ricondotto in carcere dove sarebbe scattato il piano di prevenzione anti suicidio.

LA MADRE: “FATELA TORNARE, NON FARÒ DENUNCIA, NON FARÒ NIENTE”

Già nel pomeriggio di ieri si era svolto un corteo improvvisato che era arrivato fino al tribunale dei minori, a cui aveva partecipato anche la mamma di Kataleya. In testa al corteo lo striscione ‘Aiutateci a trovare Kataleya’. Circa una trentina le persone che hanno dato vita a questa iniziativa, tra cui alcuni inquilini dell’ex albergo occupato di via Maragliano, a Novoli. La madre, nella mattinata di ieri, uscendo dall’ex albergo occupato, aveva lanciato un nuovo appello: “Lasciate tornare a casa Kata. Non farò denuncia, non farò niente: è da tre giorni che non la vedo, sono disperata“.

IERI NESSUN ESITO DALLE RICERCHE

Le ricerche proseguite ieri per ritrovare Kataleya Mia Alvarez “hanno dato esito negativo” riferisce la Dire (www.dire.it). Per questo “nelle prossime ore sarà chiuso il piano provinciale per le persone scomparse“. Lo ha comunicato la prefettura di Firenze al termine della cabina di regia riunita alle 16. Durante la riunione, si spiega in una nota, sono state analizzate i risultati delle attività disposte ieri e svolte dai Vigili del Fuoco e dalle squadre dei volontari della protezione civile comunale e della Città metropolitana. Al riguardo, i pompieri hanno perlustrato le prossimità dell torrente Mugnone, dell’Arno e del parco delle Cascine con sommozzatori, con droni, squadre di terra e anche con l’ausilio delle unità cinofile. “Importante anche il contributo dei 225 volontari della protezione civile che hanno orientato la loro attività in prossimità del luogo della scomparsa fino a via Pistoiese”.

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