Test genomici: Campania tra le regioni più virtuose


La Campania è una delle Regioni più virtuose in Italia per l’utilizzo dei test genomici per la personalizzazione delle cure del tumore del seno

elacestrant tumore al seno associazioni di volontariato

La Campania è una delle Regioni più virtuose in Italia per l’utilizzo dei test genomici per la personalizzazione delle cure del tumore del seno. In totale sono stati eseguiti 570 test sui 700 disponibili, pari quindi all’80%. E’ la stessa percentuale riscontrata in Lombardia, la prima Regione in assoluto di tutta la Penisola a renderli gratuiti alle donne. Sempre in Campania, solo nei primi due mesi del 2023, ne sono già stati svolti più di 140. La prospettiva è quella di arrivare al 100% di pazienti candidabili sottoposti all’esame entro la fine dell’anno. Risultati importanti che sono stati ottenuti grazie soprattutto all’efficiente funzionamento della Rete Oncologica Campana.

“La neoplasia ogni anno fa registrare in Regione oltre 4.000 casi per un totale di 55.700 diagnosi a livello nazionale – sostiene il prof. Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia e Toraco-Polmonare dell’Istituto Tumori di Napoli -. A circa il 20% di queste donne possiamo svolgere un test genomico che ci consente di evitare trattamenti chemioterapici inutili. Sono le pazienti con tumore luminale a rischio “intermedio” e cioè che esprimono i recettori estrogenici ma non la proteina HER2. Per loro, dopo l’intervento chirurgico, può essere sufficiente solo la somministrazione della terapia ormonale. Da diversi anni grazie a questi esami possiamo selezionare con grande precisione la cura migliore e più efficacie. Si risparmiano così anche gli effetti collaterali legati ai farmaci anti-tumorali”.

“Solo in Campania lo scorso anno abbiamo evitato oltre 200 trattamenti chemioterapici e circa un migliaio di accessi ospedalieri per la somministrazione delle cure – afferma il dott. Sandro Pignata, Responsabile Scientifico della Rete Oncologica Campana -. Si tratta di evidenti benefici indotti dai test genomici sul cui utilizzo però in Italia siamo arrivati molto tardi. Nel settembre del 2021 vi è stata la Delibera della Regione Campania che recepiva il Decreto del Ministero della Salute, di qualche mese prima, sul Fondo Nazionale per i test genomici. Il Governo centrale infatti aveva creato un fondo di 20 milioni di euro per rendere rimborsabili in tutti e 21 i sistemi sanitari regionali italiani i test. Molti altre Regioni hanno fatto proprio, prima di noi, quel provvedimento ma siamo riusciti a recuperare il tempo sprecato per ritardi politici-amministrativi. E’ un successo da attribuire principalmente alla buona organizzazione della Rete Oncologica Campana che è nata nel 2017. Sta ottenendo ottimi risultati anche in termini di miglioramento degli standard di cura per tumori molto diffusi e frequenti come quello della mammella. Abbiamo deciso di puntare su una piattaforma digitale che ci ha consentito di rendere più efficienti i percorsi dei pazienti. Ogni test svolto viene registrato su una scheda on line nella quale gli specialisti devono indicare la tipologia dell’esame, quali trattamenti sono stati svolti, i tempi di attesa tra la richiesta e l’effettuazione del test e molte altre informazioni. Questo accurato monitoraggio, ottenuto grazie alla tecnologia, ha fatto decollare l’utilizzo dei test genomici”.

“Rappresentano una parte importante della così detta oncologia di precisione – sottolinea il prof. Sabino De Placido, Direttore del Dipartimento di Attività Integrata Malattie Onco-Ematologiche, Anatomia Patologica e Malattie Reumatiche dell’Università Federico II di Napoli -. Ad oggi sono cinque quelli disponibili per l’analisi dei profili di espressione genica nel carcinoma mammario. Tra questi Oncotype DX ha prodotto negli ultimi anni molte evidenze scientifiche sui benefici sia clinici che economici che il suo utilizzo può determinare. Vi è infine la questione della multidisciplinarietà che è fondamentale per la gestione del tumore del seno. Spetta al team composto da diversi specialisti, e che lavora all’interno delle Breast Unit, stabilire a quale paziente deve essere svolto il test”.