Malattie reumatologiche: studio identifica fattori di gravità del Covid


Covid-19 e malattie reumatologiche: un nuovo studio identifica fattori di severità maggiore e minore di malattia da infezione SARS-CoV-2

coronavirus variante omicron

In pazienti con psoriasi (PsO), artrite psoriasica (PsA) e spondiloartrite (SpA), l’età avanzata, l’appartenenza al sesso maschile, la presenza di comorbilità, un’attività di malattia più elevata e l’assunzione di glucocorticoidi sembrano essere associati a malattia Covid-19 più severa; l’essere in periodi di pandemia successivi, l’essere affetti da psoriasi e l’essere esposti a trattamento con farmaci anti-TNF, inibitori di IL-17 e IL-23/IL-12+23, invece, sembra esporre a malattia Cocid-19 meno severa.

Queste le conclusioni di uno studio che ha attinto ai dati di due registri pazienti reumatologici, recentemente pubblicato su ARD.

Razionale e disegno dello studio
In letteratura sono già stati identificati alcuni fattori associati ad outcome più severi di Covid-19 grazie agli studi basati su registri e di popolazione per le persone affette malattie infiammatorie immuno-mediate (IMID), sia in toto che per singola patologia considerata, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Mancavano ad oggi, tuttavia, dati più corposi relativi ai fattori di rischio per la spondiloartrite assiale (axSpA) e la malattia psoriasica (compresa la psoriasi senza artrite (PsO) e l’artrite psoriasica (PsA)), un gruppo di condizioni che condividono meccanismi fisiopatologici e trattamenti approvati, in particolare terapie a target.

Per colmare questo gap è stato concepito il nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno raccolto informazioni sui dati demografici dei pazienti, sulle caratteristiche cliniche e sulla gravità della COVID-19 da due registri internazionali, quello della COVID-19 Global Rheumatology Alliance e quello del Psoriasis Patient Registry for Outcomes, Therapy and Epidemiology of COVID-19 Infection.

L’outcome primario dello studio era rappresentato dalla gravità della Covid-19, parametrata secondo le tre categorie seguenti: nessun ricovero o decesso; ricovero, ma senza decesso; decesso.

I partecipanti allo studio (n=5045; età media, 50 anni; 51,7% uomini) comprendevano 2295 pazienti con PsA (45,5%), 831 con axSpA (36,3%) e 921 con PsO (18,3%).

La maggior parte dei pazienti (82,7%) era in remissione di malattia o con un’attività di malattia minima o ridotta. Il 52,9% non presentava comorbilità importanti; le comorbilità più comunemente riportate erano rappresentate da ipertensione e obesità (rispettivamente 26,5% e 21,1%). Il 65,7% dei pazienti aveva riferito l’impiego di DMARDb, mentre il 30,3% di DMARDcs (metotressato nel 23,4% dei casi). I FANS erano utilizzati dal 24% dei pazienti mentre i glucocorticoidi al basale dal 7,3% dei pazienti reclutati nello studio.

Risultati principali
Considerando la coorte di pazienti reumatologici in toto:
– l’83,6% dei pazienti (n= 4.220) non erano stati ricoverati per Covid-19 e non sono deceduti
– il 14,6% dei pazienti (n=736) erano stati ricoverati ma non sono deceduti
– l’1,8% (n=89) sono deceduti

L’età è stata associata alla gravità della COVID-19 in modo non lineare – l’associazione dell’età con gli outcome gravi della COVID-19 era più pronunciata nei gruppi di età più avanzata. Le comorbidità cardiometaboliche, polmonari, renali, metaboliche e oncologiche sono state associate ad outcome peggiori di Covid-19 (odds ratio [OR] compresi tra 1,25 e 2,89). Inoltre, un’attività di malattia moderata o elevata rispetto alla remissione o alla bassa attività di malattia, così come l’impiego, o meno, di glucocorticoidi, è risultato associato ad un aumento del rischio di COVID-19 grave (ORs, 1,39-2,23).

Da ultimo, il trovarsi nelle fasi successive della pandemia (dopo il 15 giugno 2020), la PsO, l’esposizione al basale ai farmaci anti-TNF e agli inibitori dell’interleuchina (IL)-17 e dell’IL-12+23 sono risultati associati ad un rischio di minore di andare incontro a Covid-19 severa.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno invitato alla cautela nell’interpretazione dei risultati sulla causalità delle associazioni riportate in ragione della possibile esistenza di bias di selezione e di fattori confondenti non misurati. Un’altra limitazione dello studio è data dall’esistenza di un possibile bias verso i pazienti con Covid-19 di gravità maggiore e verso quelli in terapia con DMARD.

Ciò detto, “…lo studio  – concludono – potrà essere di aiuto ai clinici, alle società scientifiche a ai decisori sanitari di tutto il mondo per sviluppare strategie di gestione su misura per i pazienti con PsO, PsA e axSpA durante le ondate di COVID-19 o simili future pandemie respiratorie”.

Bibliografia
Machado PM et al. Characteristics associated with poor COVID-19 outcomes in people with psoriasis, psoriatic arthritis and axial spondyloarthritis: data from the COVID-19 PsoProtect and Global Rheumatology Alliance physician-reported registries. Ann Rheum Dis. Published online February 14, 2023. doi:10.1136ard-2022-223499
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