Processo Ponte Morandi, l’ex ad di Edizione: “Sapevo dal 2010 del rischio crollo”


“Seppi che era a rischio crollo, non feci nulla e me ne rammarico”: le parole di Gianni Mion, l’ex ad di Edizione (la holding dei Benetton) che sedeva nel Cda di Autostrade, al processo sulla tragedia del Ponte Morandi

Il bilancio definitivo del crollo del ponte Morandi a Genova è di 43 morti: i vigili del fuoco hanno recuperato i corpi senza vita degli ultimi dispersi

Un problema di stabilità legato a un difetto di progettazione del Ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto 2018 provocando 43 morti. Il particolare, già emerso nel corso delle indagini, è tornato fuori oggi in aula durante il processo. A parlare in questi termini è stato Gianni Mion, ex ad di Edizione, la holding dei Benetton, oltre che ex consigliere di amministrazione di Autostrade per l’Italia e della sua ex controllante, Atlantia.

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I tecnici Aspi ci dissero che c’era un difetto originario sul Morandi– ha detto l’ex ad- il direttore generale rispose che avrebbe autocertificato lo stato di salute. Non feci nulla, è il mio grande rammarico“. E ancora: “Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo. Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose ‘ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai“.

Gli imputati nel processo sono 59, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato.