Con il progetto Inclusion i bagni diventano gender fluid


Inclusivi anche al bagno, arrivano le toilettə gender fluid grazie al progetto Inclusion: parla l’architetto Alessandra De Santis

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Solo pochi anni fa nei bagni di Montecitorio riservati alle donne Luxuria, celebre icona vip Lgbt+ allora deputata, fu cacciata da una parlamentare che la invitò ad andare a quelli per i maschi. L’episodio che allora suscitò clamore anche oggi sarebbe sicuramente arena di talk e cortei. Bene, dimentichiamo divisioni di questo tipo. Si tratta di visioni da archiviare nel passato. L’architettura di oggi e del domani, dagli elementi più semplici del quotidiano, come possono essere i servizi igienici, per arrivare ai grandi spazi urbani e agli eventi, ruota intorno al concetto dell’inclusione. A dirlo è Alessandra De Santis, la cui storia di formazione professionale come architetto è tutta protesa sin dagli esordi a trovare la sintesi tra bellezza, normative, sicurezza e diritti.

Una vera e propria vocazione che si è trasformata in un progetto di avanguardia che Polis Consulting, la società di cui è Senior Partner, ha messo sul mercato con un brand riconosciuto a livello europeo dal nome ‘Inclusion’. E le toilettə, con l’ormai nota schwa della declinazione neutra, perché sono bagni per tutti, le vedremo presto.

“L’architettura è un’arte ed è espressione della sensibilità del singolo individuo e l’architetto trasforma in spazio costruito la realtà e la società in cui vive”, è la premessa da cui parte Alessandra De Santis, che aggiunge: “E’ anche uno strumento di comunicazione”. L’obiettivo che si è prefissata nella sua carriera è stato sempre quello di “sognare e vivere luoghi in cui le diversità fossero vissute come qualcosa di normale, in cui tutti potessero sentirsi accolti e fruirne. Spazi inclusivi” come li definisce, in cui ha cercato sempre una sintesi per arrivare al “paradigma” tra il design inclusivo, le richieste di una società che cambia e le esigenze delle norme di sicurezza.

E’ nato così, dopo qualche notte insonne, come lei stessa racconta, il progetto Inclusion: un modo nuovo di ridisegnare gli spazi per togliere ogni forma di discriminazione, differenza o barriera. L’architettura inclusiva infatti è estendibile a edifici complessi, aree aperte al pubblico o eventi e accompagna un modo diverso di vivere: prende forma così un’idea nuova di città. E’ in questa sfida d’avanguardia, marchio distintivo del lavoro di Alessandra De Santis e di tutto lo staff della società, che sta anche il progetto delle Toilettə “che non discriminano” le persone. Ed ecco qualche anticipazione in attesa di vederle dal vivo: “Forme e anche colori che siano una sorta di neutro”, luoghi che possano adattarsi alle necessità delle persone che ne usufruiscono: “Anche rispetto a limitazioni motorie transitorie o a disabilità non evidenti”.

“I bagni per disabili sono i primi ambienti senza distinzione di genere che abbiamo conosciuto”. Possiamo farlo per tutti. Nei ristoranti, negli autogrill, nelle aziende, nelle scuole. “Pienamente accessibili e non discriminatori” è ciò che devono offrire i servizi igienici e gli spazi del futuro.

E a chi avrà da ridire? L’inclusione in architettura ricostruirà gli spazi in ogni ambito della nostra vita, privata e pubblica: “E’ una grande conquista: stiamo parlando di luoghi accoglienti per tutti e il gender fluid è un aspetto tra tanti altri”, dunque “ogni persona si potrà riconoscere” in questo progetto. Per questa ragione, spiega la Dire (www.dire.it), Alessandra De Santis non teme polemiche e con ottimismo lavora per concretizzare quel sogno coltivato sin da giovanissima di spazi urbani nuovi “per tutti e senza limiti”: nasce così la città del futuro.