La telemedicina può essere di aiuto anche nelle aree di guerra


Dalla telemedicina arrivano nuove soluzioni per affrontare i contesti dove risulta più difficile erogare servizi sanitari per conflitti, carestie, povertà

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Dalla telemedicina arrivano nuove soluzioni per affrontare i contesti dove risulta più difficile erogare servizi sanitari per conflitti, carestie, povertà. Iniziative in tal senso sono state presentate al Congresso della Società Italiana di Telemedicina – SIT, la International Consensus Assembly on Telemedicine, intitolata “Ratio Ethica e Ratio Technica: Concerting Governance, Research and Innovation for One Health”, che si è tenuto a Bologna. L’ampio riscontro del Congresso ha permesso un’intensa interazione tra i vari stakeholder, che hanno gettato le basi per una cooperazione volta a rivoluzionare la sanità attraverso la digitalizzazione. Un progetto concertato tra diversi attori sotto la regia della SIT, che ha riunito nella stessa sede rappresentanti di Organizzazioni Internazionali come ONU e UE, della Santa Sede, di istituzioni nazionali come il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa, dell’Agenas, di regioni e altri enti locali; particolarmente significativo il contributo offerto dai vari enti di ricerca presenti, come CERN, CINECA, CNR insieme alle Università e alle aziende impegnate ad arricchire il progresso scientifico e tecnologico.

Rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di terzo settore, imprese hanno dunque presentato progetti all’avanguardia in diversi ambiti, come l’Intelligenza Artificiale, la gestione dei dati e la tutela della sicurezza nazionale, le nuove normative, la questione della privacy, oltre a tutte le implicazioni cliniche. “Il congresso internazionale SIT ha proposto la cooperazione tra diverse figure professionali che devono affrontare il cambiamento con decisioni strategiche e valori condivisi – sottolinea il Prof. Antonio Vittorino Gaddi, Presidente SIT – A tale proposito, sono state gettate le basi per lo sviluppo della medicina digitale del futuro: tra i passi più significativi, occorre ricordare la presentazione del documento elaborato dalla Associazione “Dona la Vita con il Cuore”, firmato dalle più alte autorità morali del Paese, e l’avvio di una collaborazione che coinvolgerà centinaia di società scientifiche. Inoltre, la SIT è impegnata anche a favorire la realizzazione di progetti di telemedicina in aree di crisi, offrendo tutto il supporto necessario alle realtà impegnate in queste iniziative, partendo naturalmente dalla collaborazione con i ministeri competenti”.

La transizione epidemiologica in Africa e l’esigenza della telemedicina
Le risorse tecnologiche applicate in ambito medico-scientifico possono rappresentare una svolta nel determinare le condizioni di vita della popolazione di molti paesi africani. “La sanità può avere un ruolo cruciale, generando benessere e crescita economica – sottolinea Michelangelo Bartolo, socio SIT e segretario Global Health Telemedicine – Questo processo virtuoso si può innescare con la telemedicina, offrendo strumenti di affiancamento come reti di prossimità in situazioni di conflitto o di emergenza con cui diventa possibile organizzare servizi di teleconsulto con cui si mettono in contatto le richieste di un operatore sanitario con degli specialisti che possono dare consigli su un caso clinico, su una diagnosi e su un trattamento. Siamo partiti con la cardiologia, ora vi sono 29 specialità coinvolte. Non vi è solo assistenza da remoto, ma anche una formazione del personale sanitario locale. Questo impegno è ancor più importante alla luce della transizione epidemiologica che sta attraversando il continente africano. Fino a inizio anni 2000, le patologie con maggiore mortalità erano malattie infettive come tubercolosi, HIV, malaria; pur non essendo superate, i tassi di mortalità si sono ridotti notevolmente, grazie soprattutto alla terapia antiretrovirale per l’HIV. Tuttavia, stanno aumentando le malattie non trasmissibili, come ipertensione, diabete, epilessia. Il diabete mellito in Africa sub sahariana oggi colpisce il 3,3% della popolazione, ma si stima che nel 2045 incrementerà del 162%; inoltre, dal 2000 al 2022 l’epilessia è passata dal 14,3% al 25,7% e si prevede che nel 2050 arrivi al 47,3%, mentre i neurologi per milione di abitanti sono 15 nei paesi dell’Africa settentrionale e appena 0,58 in quelli dell’Africa sub sahariana, dove il 91% dei pazienti è assistito da personale non medico. Questo fenomeno impone un nuovo modello di cooperazione, che può avvenire solo con un nuovo approccio alla telemedicina”.

L’Italia in Ucraina per aiutare i fragili
La telemedicina ha permesso all’Italia elaborare un intervento in Ucraina per aiutare la popolazione più fragile e di varare ulteriori programmi per i prossimi mesi, con un lavoro che si svolge in parte in Italia e in parte sul territorio ucraino. Le prime attività preparatorie si sono realizzate nell’estate 2022, verificando sul campo la possibilità di assistenza ai rifugiati nelle aree di confine tra Polonia e Romania con sistemi di telemedicina con cui si intendeva compensare la mancanza di assistenza sanitaria. Poi vi è stato un aggiornamento di programma, basato sui risultati di una verifica diretta sul territorio ucraino, svolta personalmente dal Prof. Gabbrielli. “Anzitutto abbiamo realizzato un sopralluogo in una regione specifica dell’Ucraina con del personale medico che potesse valutare la compatibilità della tecnologia con il contesto locale – spiega Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità – Ci siamo quindi raccordati con i medici ucraini, abbiamo visionato le strutture e stabilito le risorse efficaci in quel contesto, fatto di urti, basse temperature, difficoltà di connessione e di approvvigionamento di energia elettrica. Ora il progetto si propone di assistere i soggetti più fragili, quali pazienti con patologie croniche e bambini. Non affianchiamo i sistemi di emergenza dedicati ai militari, ma sosteniamo l’assistenza primaria. L’obiettivo è creare un sistema di attività routinaria dei medici ucraini supportato da quelli italiani collegando con sistemi telematici zone dell’Ucraina senza ospedali a strutture di riferimento che possano dare l’adeguato supporto. Il personale sanitario ucraino farà da prima linea di assistenza con i medici italiani a distanza”.

Il Ministero della Difesa e le Istituzioni al Congresso Sit
La realizzazione di una piattaforma tecnologicamente avanzata corrisponde al soddisfacimento di esigenze tecnico-operative funzionali alla valorizzazione e all’ottimizzazione del Servizio Sanitario. Durante la pandemia si è evidenziata ulteriormente la necessità di raggiungere capillarmente e in sicurezza il paziente per offrire un monitoraggio e sorveglianza sanitaria idonei. Di conseguenza tra le attività promosse da DL “Sostegni Bis” nella Sanità Militare è stata inserita l’implementazione di un servizio di telemedicina integrata a capacità robotizzate/smart health, come sottolineato in sede congressuale dal Generale Florigio Lista, Capo del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma.

La stretta collaborazione tra Ministeri, Istituzioni Europee, Società Scientifiche e Imprese è fondamentale in questo particolare momento storico, come sottolineato anche dai rappresentanti ed esperti  dell’ONU, della WHO, di più Istituzioni Europee intervenute all’evento.