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Il cibo tra salute e cultura a “Quinta Dimensione” su Rai 3

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In prima serata su Rai 3 torna “Quinta dimensione – Il futuro è già qui”: si parlerà del cibo tra necessità, psicologia e elementi culturali e tradizionali

Produrre cibo per sopravvivere, imparare a cuocerlo, ad assicurarsene in qauntità, a consumarlo restando in salute a metà tra necessità, psicologia e elementi culturali e tradizionali. Un tema sfaccettato quello che sarà al centro, sabato 29 aprile alle 21.45 su Rai 3, di “Quinta dimensione – Il futuro è già qui”, il programma di approfondimento e divulgazione scientifica di Rai Cultura condotto da Barbara Gallavotti.

La terza puntata, “Cibo tra salute e cultura”, prende il via da un bisogno primario che accumuna tutti gli esseri viventi: quello di ottenere energia, nutrirsi. Barbara Gallavotti proporrà un percorso attraverso i segreti dell’alimentazione, dalle origini dell’agricoltura all’insostituibile ruolo sociale del condividere gli alimenti, dalla salute, fino alle sfide dell’alimentazione del futuro, per la quale si prospettano anche possibilità controverse come la carne coltivata. Vedremo come per gli esseri umani il cibo non è solo nutrizione ma si intreccia con tradizione, simbolismo, religione e storia.

Si approfondirà il lungo processo della conquista del grano, partendo dalla Sicilia e dalla colonia greca di Selinunte, vedendo come le coltivazioni hanno segnato lo stabilirsi di una società complessa e come il Nilo ha favorito in Egitto la prima forma di agricoltura “su larga scala”.  Al Museo Egizio di Torino, insieme al curatore Paolo Marini, si esplorerà l’antica alimentazione di quelle popolazioni. Si tornerà in Sicilia, dove i Fenici fondarono la colonia di Mozia realizzando saline utilizzate per millenni e si scoprirà come la cottura può aver contribuito a far evolvere il nostro cervello, rendendo il cibo più digeribile, meno infetto e aiutandoci ad assimilare nutrienti preziosi di alcuni alimenti.

Si osserverà come uno dei gesti di cooperazione che ha fatto il successo della nostra specie sia la condivisione del cibo, un’azione che ritroviamo anche in natura: nei genitori che spartiscono il pasto con la prole da svezzare, o nella caccia in branco come nel caso di lupi, leoni e megattere.

Con Silvia Migliaccio, specialista in endocrinologia e nutrizione umana, Presidente della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, si approfondiranno i vari tipi di diete, da quella mediterranea a quella giapponese, e la relazione tra mangiare bene e benessere psicologico. E se non esistono cibi dai poteri straordinari, sicuramente ce ne sono diversi particolarmente utili alla nostra salute, ma il vero segreto è consumarli nella quantità giusta, o accostati ad altri.

Si vedrà  che la maggior parte degli animali tende a prediligere cibo che fa bene, anche se a volte non sanno resistere a qualcosa che fa perdere il controllo o è nocivo. A proposito di cibi irresistibili, Massimiliano Zampini del Centro Interdisciplinare Mente e Cervello di Rovereto, spiegherà come i cinque i sensi siano tutti coinvolti mentre mangiamo e perché i cibi insani spesso risultano irresistibili, mentre l’attrattiva di quelli sani è decisamente meno forte.

Andrea Lenzi, endocrinologo all’Università Sapienza, spiegherà le trappole che ci tende il nostro stesso corpo per ostacolare le diete e di come alcuni farmaci derivanti dalla diabetologia agiscono sul metabolismo con effetti dimagranti. Ci sono molti modi per nutrirsi scorrettamente e spesso hanno a che fare con l’emotività, come chiarirà Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoterapeuta, specializzato nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione: la dipendenza da cibo, la bulimia, l’anoressia, fino all’ortoressia, l’ossessione di ingerire solo ciò che si ritiene sano.

Lo chef Iginio Massari svelerà tra sentimenti, chimica, precisione e tecnologia, i segreti del “comfort food” per eccellenza: i dolci. Parlando di tecnologia, si vedrà come il progresso ha risolto molti problemi, ma aprendone di nuovi, come quello – gigantesco – della sostenibilità. Una delle proposte per rispondere a una richiesta crescente di carne senza pesare sull’ambiente, e fornire un’alternativa a chi non vuole uccidere animali per nutrirsi, sarà approfondita con Seren Kell del Good Food Institute: si tratta della produzione di carne coltivata, cioè ricavata dalla coltivazione di cellule in laboratorio.

Una strategia alternativa riguarda l’uso di microrganismi per produrre proteine identiche a quelle animali con le quali arricchire i sostituti della carne a base di vegetali e che potrà forse essere utilizzata anche per ottenere latte e formaggi vegani dal contenuto nutrizionale identico ai prodotti di origine animale. Proposte che possono sembrare futuristiche, anche se c’è già chi immagina che un giorno potremo cucinare senza usare nulla di derivato da organismi viventi, né animali né vegetali. Solo mescolando zuccheri, grassi, proteine e carboidrati ottenuti in laboratorio.

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