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La battaglia dei sessi a “Quinta Dimensione. Il futuro è già qui” su Rai 3

quinta dimensione

A “Quinta Dimensione. Il futuro è già qui” in onda in prima serata su Rai 3 la battaglia dei sessi. Obiettivo comune: la salvaguardia dei piccoli

Secondo appuntamento, sabato 22 aprile alle 21.45 su Rai 3, con “Quinta dimensione – Il futuro è già qui”, il programma di approfondimento e divulgazione scientifica di Rai Cultura condotto da Barbara Gallavotti. Partendo dal titolo “La battaglia dei sessi”, la puntata approfondirà il bisogno primario degli esseri viventi di unirsi per generare discendenti, e analizzerà, attraverso le informazioni raccolte dalla ricerca, le diversità tra maschi e femmine e quello che ne deriva. Ma esiste in natura una contrapposizione fra sessi diversi? Per capirlo, Barbara Gallavotti guiderà i telespettatori alla scoperta dell’evoluzione della riproduzione, dal cannibalismo sessuale di alcuni ragni e crostacei, a quella asessuata dei batteri, fino a quella sessuale.

Con il biologo Pascal Marty allo zoo di Zurigo, si vedrà come la riproduzione sessuale sia comparsa sul nostro pianeta, associandosi al piacere e dando il via a cure dei piccoli che portano a un conflitto fra sessi apparentemente minore, per aumentare le possibilità di sopravvivenza dei discendenti. Andrea Isidori, professore di endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e Presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, spiegherà il ruolo fondamentale del testosterone e il corretto approccio alle terapie per assumerlo. Con la professoressa Anna Maria Colao si parlerà della cosiddetta medicina di genere. Per alcuni animali la definizione di sesso per nascita non è semplice: alcuni sono ermafroditi, altri cambiano sesso nel corso della vita e per altri ancora a determinare il sesso non è il Dna, ma la temperatura durante lo sviluppo embrionale.

Osservando le società di eterocefali glabri, di iene e di elefanti, si vedrà come il ruolo femminile può essere diverso anche quando è dominante. E ancora, come per alcune scimmie, rane e uccelli, la salvaguardia e la cura dei piccoli sia un lavoro maschile, arrivando al cavalluccio marino, capace di affrontare persino il parto.

E neppure l’omosessualità sembra costituire un ostacolo alla riproduzione: per gli albatros di Laysan, avere due mamme è la normalità, mentre un quarto delle coppie di cigno nero è costituito da due papà. Tutti esempi che indicano che la battaglia dei sessi è solo apparente, perché in ogni specie lo scopo è il medesimo, la salvaguardia dei piccoli. Si vedrà come alcuni stereotipi e pregiudizi sulla disparità di genere si riassumano in un punto solo: il cervello di uomini e donne è diverso. Come spiegherà la professoressa Michela Matteoli però, le eventuali differenze strutturali sono minime, e quelle che sembrano esserci nelle modalità di funzionamento non hanno un significato sociale o sociologico: dal punto di vista cognitivo non ci sono cose che gli uomini possono fare e le donne no, o viceversa. Sulle rocce dei Balzi Rossi a Ventimiglia, si scoprirà insieme alla direttrice Antonella Traverso, che quello che per anni fu considerato l’Uomo di Menton fu in realtà una donna, ribattezzata Signora del Caviglione.

Si esploreranno alcuni matriarcati contemporanei, come quello dell’etnia Mosuo ai piedi dell’Himalaya o i Moken nel mar delle Andamane, fino a quello radicale del villaggio Umoja in Kenya, dove gli uomini sono banditi. Si vedrà come le società tradizionali sembrino quasi ossessionate dall’attribuire ruoli precisi in base al sesso biologico delle persone, con conseguenze a volte drammatiche. Ma se da un punto di vista evolutivo la divisione dei sessi è funzionale a garantire la sopravvivenza della specie, tra noi umani le cose vanno oltre: gli uomini posso tramandare idee oltre ai geni e per molte persone avere dei discendenti non è importante. Molto più desiderabile, è seguire le proprie idee. E non mancano i casi di chi, a questo scopo, ha sovvertito tutti gli schemi, come “la regina della pedivella” Alfonsina Strada che con le sue imprese è stata un’artefice dell’emancipazione femminile.

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