Morta Barbara Capovani, la psichiatra aggredita a Pisa


Morta la psichiatra Barbara Capovani aggredita da un ex paziente a Pisa. Al termine del periodo di osservazione si procederà alla donazione degli organi

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È stata presa a sprangate in testa da un uomo che la attendeva all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. La vittima è Barbara Capovani, una psichiatra responsabile dell’unità funzionale Salute mentale adulti e Spdc del nosocomio. La donna è stata trasportata in gravissime condizioni all’ospedale di Cisanello, ma per le non c’è stato niente da fare e i medici hanno iniziato le procedure per dichiarare la morte celebrale.

“Si è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici – viene riportato -. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla Dr.ssa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato” della procura di Pisa.

La Polizia ha eseguito un fermo disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, a seguito di serrate indagini condotta dalla Squadra Mobile, nei confronti di un italiano 35 enne, ritenuto il presunto autore del tentato omicidio premeditato della dottoressa Barbara Capovani. Lo fa sapere una nota della Polizia.

Il presunto omicida sarebbe un ex paziente Gianluca Paul Seung originario di Torre del Lago (Viareggio), già noto alle forze dell’ordine per un’aggressione davanti al tribunale di Lucca nel 2022.

Schillaci: “Grande dolore, sicurezza priorità”

“La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio. La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto. La vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini”.

È quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.