Il rincaro dei prezzi metterà a rischio i ristoranti in Italia nel 2023?


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Siamo ormai alle porte della stagione estiva del 2023, e anche quest’anno si prospetta l’ arrivo di turisti da tutto il mondo a riempire le città e i musei italiani per gustarne la cultura, il fascino e la storia incredibile che appartiene al nostro bel Paese. Conosciamo bene l’importanza del turismo, rappresenta uno dei pilastri dell’economia italiana e per questo non è da sottovalutare. Infatti, con il rincaro dei prezzi energetici e dei beni di prima necessità come i cereali, il pane, la farina, le uova e i prodotti vegetali, alla base della cucina italiana, non si esclude una riduzione del turismo in Italia e, soprattutto, una minore richiesta di tavoli nelle varie locande dello stivale e un minor uso del programma gestionale prenotazioni ristorante.

Nonostante tutto, però, il fascino culturale italiano ha sempre rappresentato il punto di forza del turismo italiano. Per l’estate è gettonatissimo soprattutto il turismo nelle località marittime del sud Italia, come la costiera amalfitana e sorrentina in Campania, la Sicilia, il salento pugliese e tanti altri meravigliosi posti dove godersi una vacanza in tutto relax, condita da ottime prelibatezze culinarie e accompagnate dal buon vino.

Quindi, anche con l’aumento dei prezzi, in teoria, si può stare tranquilli, almeno sul versante del turismo dall’estero. Per quanto riguarda il turismo interno, potrebbero esserci delle conseguenze dovute proprio al rincaro dei prezzi, se si considera che si spendono mediamente 100€ in più di pane e cereali all’anno e 92€ di media per i prodotti vegetali rispetto al 2021, con un rincaro del 10,9% per i primi e dell’11,8% per i secondi.

Il turismo estero

Per quanto riguarda il turismo dall’estero, come abbiamo già avuto modo di sostenere, probabilmente i rincari non mineranno troppo le percentuali di turisti provenienti da tutte le parti del mondo. In primis, si può dire che il rincaro dei prezzi è una cosa che ha in qualche modo affrontato ogni Paese del mondo, e, quindi, non dovrebbe in particolar modo intaccare il turismo italiano.

Inoltre, dal momento che un viaggio all’estero non è mai qualcosa di scontato, chiunque abbia pensato di passare le proprie vacanze in Italia, sarà incline ad approfittarne al massimo e, dal momento che la cucina italiana è tra le migliori al mondo, sicuramente non rinuncerebbero a pranzare e cenare nei vari ristoranti italiani.

Infine, secondo gli studi condotti dall’Istituto Demoskopika, che si occupa di fornire indagini e ricerche in maniera accurata, si prospetta che nel 2023 in Italia ci sarà un aumento della percentuale di turismo dall’estero rispetto all’anno scorso dell’11,2%, con circa 127 milioni di arrivi.

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La ricerca del personale

Un altro problema legato alla salute del turismo in Italia dipende dalla mancanza di personale che molti ristoratori italiani tendono a sottolineare. Infatti, negli ultimi anni, a causa (secondo molti ristoratori) del reddito di cittadinanza, è stato decisamente più difficile per i ristoratori trovare il personale necessario alla gestione dei tavoli del ristorante. I ristoratori tendono soprattutto a sottolineare la mancanza di camerieri e di aiuti in cucina e spesso hanno paura delle conseguenze che ciò potrebbe apportare, soprattutto nei periodi di massima affluenza di turisti.

Una lamentela, questa, che è sorta soprattutto da quando esiste il reddito di cittadinanza. Ma, in realtà, ciò avviene anche perché, di solito, i salari offerti dai ristoratori non vengono reputati congrui; spesso i camerieri sono sottopagati o pagati in nero e quindi preferiscono percorrere altri lidi.

Quanto in più costa preparare un menù nei ristoranti italiani?

Il rincaro energetico e del prezzo dei beni di prima necessità è stato davvero di grande impatto nell’economia italiana. Addirittura, nell’ultimo periodo del 2022 il prezzo dell’energia elettrica è rincarato del 55% e del 41,8% invece quello dei gas naturali, mentre il prezzo della farina è raddoppiato e quello del pane aumentato di quasi il 20%. Però questi sono solo alcuni dei dati che dovrebbero offrire una panoramica effettiva sui costi di un menù al ristorante e, inoltre, sono dati relativi, se si considera ad esempio che per via della siccità i prezzi del grano duro per la pasta sono andati in calo del 35%.

Fare una previsione rispetto a quelli che erano i costi precedenti ai rincari è davvero molto difficile. Però, uno studio della Coldiretti di marzo 2023, divulgato poi durante la giornata mondiale della carbonara, il Carbonara Day, ha dimostrato che i costi di produzione di questo tipico piatto italiano sono aumentati del 20%, e ciò può fornire un’idea generale sui rincari sulla preparazione delle ricette italiane.