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Artrite reumatoide: studio individua fattori predittivi per glucocorticoidi

Artrite acuta sindrome metabolica

Artrite reumatoide: uno studio individua fattori predittivi di sospensione o mancata interruzione del trattamento con glucocorticoidi in pazienti in terapia con DMARD convenzionali

Miglioramento dei livelli di attività di malattia; età avanzata e uso concomitante FANS all’inizio dell’impiego di glucocorticoidi (GC): questi i fattori predittivi (nel primo caso) di sospensione e (nel secondo) di mancata interruzione del trattamento con GC in pazienti con artrite reumatoide (AR) trattati con DMARD convenzionali, identificati in uno studio real world recentemente pubblicato su Rheumatology and Therapy.

Razionale e disegno dello studio
I glucocorticoidi (GC) sono attualmente raccomandati come terapia ponte in combinazione con i DMARDcs e dovrebbero essere interrotti il più rapidamente possibile in caso di artrite reumatoide (AR).
Fino ad oggi però, non vi erano molti dati su quali fossero i profili dei pazienti suscettibili di andare incontro o meno a interruzione del trattamento con GC nei pazienti con AR sottoposti a trattamento nella real life.
Di qui il nuovo studio che si è proposto di colmare questo gap di conoscenze esistenti sull’argomemto.

I ricercatori, a tal scopo, hanno condotto un’analisi retrospettiva dei dati raccolti in modo prospettico provenienti dalla coorte di pazienti con AR TARRA (Treat-to-TARget in RA), limitando l’inclusione ai soli pazienti che avevano iniziato un trattamento con GC in concomitanza con DMARDcs.

Tutti i pazienti sono stati suddivisi, in base all’entità della variazione dell’attività di malattia a 3 mesi rispetto al basale, nei 4 gruppi seguenti:
– Gruppo 1: peggioramento o mancata riduzione
– Gruppo 2: riduzione compresa nel range 0-24,9%
– Gruppo 3: riduzione compresa nel range: 25-49,9%
– Gruppo 4: riduzione pari o superiore al 50%

Successivamente, è stata condotta un’analisi di regressione di Cox per stimare l’hazard risk di mancata interruzione del trattamento con GC.

Risultati principali
Su un totale di 207 pazienti con AR inclusi nello studio, 124 hanno interrotto il trattamento con GC a discrezione del reumatologo, mentre e il 79,1% (91/115) di questi ha interrotto con successo il trattamento con GC senza andare incontro a recidiva di malattia entro 6 mesi dall’interruzione del trattamento con questi farmaci.

Dai dati è emerso che l’età avanzata (HR: 0,99; IC95%: 0,98-1, p = 0,043) e l’impiego concomitante di FANS all’inizio del trattamento con GC (HR: 0,47; IC95%: 0,25-0,88, p = 0,018) erano associati in modo indipendente alla mancata sospensione del trattamento con GC.

I livelli di miglioramento dell’attività di malattia a 3 mesi, invece, hanno predetto in modo significativo la probabile interruzione del  trattamento con GC (HR 1,35-1,47 completamente aggiustato, p < 0,01), con un valore 2,38-3,59 volte superiore nel gruppo 4 rispetto al gruppo 1.

Da ultimo, risultati simili sono stati documentati in caso di interruzione del trattamento con GC e assenza di recidive nel breve termine.

Riassumendo
Nel complesso, dallo studio è emerso che, nei pazienti con AR che avevano iniziato la terapia con GC e DMARDcs in concomitanza, i livelli di miglioramento dell’attività di malattia a 3 mesi o alla 6a settimana sono stati in grado di predire in modo indipendente la successiva sospensione del GC.

L’aumento dell’età e l’uso concomitante di FANS all’inizio del trattamento con GC, invece, sono risultati essere fattori di rischio per la mancata sospensione del trattamento con GC.

Tali risultati suggeriscono l’importanza di adottare strategie di trattamento adattabili all’attività della malattia (a 6 settimane e a 3 mesi) nei pazienti con AR, al fine di ottenere la sospensione del  trattamento con GC nel setting della pratica clinica reale.

Bibliografia
Xie W et al. Dynamic Characteristics and Predictive Profile of Glucocorticoids Withdrawal in Rheumatoid Arthritis Patients Commencing Glucocorticoids with csDMARD: A Real-World Experience. Rheumatol Ther (2023). https://doi.org/10.1007/s40744-022-00527-9
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