I magistrati onorari protestano: sciopero delle udienze dal 17 Aprile


I magistrati onorari in sciopero delle udienze dal 17 al 21 Aprile. La protesta contro lo stallo su ‘status’ e stipendi

magistrati onorari

Le associazioni della magistratura onoraria proclamano l’astensione dalle udienze e dalle attività d’istituto dal 17 al 21 aprile. È la risposta allo stallo sul riconoscimento del loro lavoro come ‘dipendenti’ del sistema giustizia; e al fatto che da mesi una gran parte di questi giudici non viene pagata. Più precisamente, sta succedendo questo: “Nonostante due lettere di messa in mora della Commissione europea nell’ambito della procedura d’infrazione per il riconoscimento ai magistrati onorari in servizio di tutte le tutele, sociali ed economiche, dovute per la funzione magistratuale espletata, lo Stato italiano non ha dato alcun segnale fattivo di resipiscenza, non ha rispettato le iniziali intenzioni di porre fine ad un intollerabile sfruttamento che si protrae da decenni, di legislatura in legislatura”.

E “all’immobilismo più assoluto che colpisce oltre 4.500 lavoratori, si somma l’emergenza per centinaia di magistrati già confermati con decreto ministeriale, parte dei complessivi 1.600 che hanno superato la prova orale, secondo la, per molti tratti, infelice legge Cartabia: costoro sono senza stipendio, continuano a lavorare gratis, ogni giorno, in attesa, da mesi, che il ministero, celere nel bloccare i compensi, chiarisca quando e come accreditare il dovuto. Costretti a diffide e a successive azioni giudiziarie per l’adempimento forzoso delle obbligazioni economiche non onorate, questi lavoratori subiranno, quindi, la beffa di ulteriori carichi economici”, scrivono in un comunicato congiunto Mariaflora Di Giovanni, presidente Unagipa, Stefania Cacciola, presidente Unimo, Pietropaolo Pisani, presidente Agot, Roberta Tesei, presidente Angdp, Stefania Trincanato, presidente della Confederazione giudici di pace.

Di recente il Governo è stato interpellato sulle questioni pendenti dei magistrati onorari, ma “il ministero della Giustizia non ha fornito soddisfacente risposta, non ha rispettato le tempistiche inizialmente indicate, non ha predisposto alcunché per definire le modalità di pagamento né vi sono prescrizioni chiare per l’iscrizione della posizione previdenziale Inps. La situazione dello Stato italiano di fronte all’Unione si è, così, ulteriormente aggravata, sommandosi pesanti contingenze alle criticità già fortemente stigmatizzate dalla Commissione Europea”, scrivono i presidenti delle associazioni dei giudici onorari.

La situazione complessiva “è di estrema preoccupazione. I colleghi sono privi di emolumenti, si ammalano senza tutele, invecchiano senza alcuna copertura previdenziale, non maturano ferie retribuite né trattamento di fine rapporto per colpa dell’inerzia dello Stato che, apparecchiando tavolini consultivi fini a sé stessi, tenta di guadagnare ancora tempo e non dar corso ai rilievi sollevati alla normativa in vigore, così violando sia il diritto euro-unitario che i principi di tutela del lavoro e del lavoratore sanciti nella nostra Carta Costituzionale. Sarà inevitabile l’ulteriore e definitiva censura dell’Unione, col conseguente carico economico per le casse dello Stato”. E infine, chiosa finale: “La condotta delle Istituzioni incide sulla categoria così come sui cittadini, ai quali non è minimamente garantita una giustizia pienamente rispettosa dello stato di diritto”.