Nella notte di Rai 3 “Il corpo e il nome – gli ignoti delle Fosse Ardeatine”


In seconda serata su Rai 3 Rai Doc presenta: “Il corpo e il nome – gli ignoti delle Fosse Ardeatine”. Un viaggio emozionante nella memoria, da Roma a Tel Aviv

fosse ardeatine

Dei 335 martiri uccisi dai nazisti, di cui 75 di origine ebraica, nell’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma il 24 marzo del 1944, 12 corpi non avevano avuto un nome. A oltre 75 anni da quella strage, “Il corpo e il nome – gli ignoti delle Fosse Ardeatine” racconta la storia di tre donne, una documentarista, un’archivista e una biologa forense che sono riuscite a restituire a due famiglie l’identificazione certa dei loro cari sepolti nel mausoleo delle Fosse Ardeatine, offrendo loro finalmente un luogo dove poter celebrare il proprio lutto.

Prodotto da SD Cinematografica e Venicefilm, in collaborazione con Rai Documentari e MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il documentario, presentato al Senato della Repubblica Italiana il 23 marzo alle 10.00, alla presenza delle Istituzioni e dei familiari delle vittime, è nato da un’idea della ricercatrice Michela Micocci, per la regia di Daniele Cini, con la collaborazione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti-Ministero della Difesa, dell’ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri) e del Museo della Liberazione e sarà trasmesso da Rai Documentari il 24 marzo in seconda serata su Rai 3.

Il massacro delle Fosse Ardeatine, tra i tanti compiuti dai nazisti nel nostro territorio, è uno dei più commemorati per il numero delle vittime, trucidate una accanto all’altra, tutte innocenti e raccolte in modo casuale: una delle pagine più atroci dell’occupazione tedesca e una ferita che tocca l’intera città di Roma. Quello che però nella memoria era andato perso è un numero di corpi ritrovati a cui non si era riusciti a dare un nome. Elena Pilli, antropologa forense dell’Università di Firenze, Michela Micocci, documentarista, e Alessia Glielmi, responsabile archivi del CNR e del Museo storico della Liberazione – tre donne con diversi bagagli culturali e professionali ma con l’obiettivo comune di coltivare la memoria – sono riuscite a ricostruire nomi e anagrafe dei poveri corpi che la storia ha voluto per forza nascondere, grazie alla determinazione nella ricerca e al progresso della scienza.

Una storia piena di emozioni. Da Roma a Firenze, dall’Abruzzo alla campagna londinese, fino alla città israeliana di Tel Aviv, il documentario insegue le strade che portano a far combaciare “un corpo a un nome”, riuscendo a combinare la rievocazione storica con l’esperienza reale, tanto da imbattersi per davvero, sul campo, in una scoperta inaspettata. Tra le testimonianze, accanto a quelle dei famigliari delle vittime, quelle di Alessandro Portelli autore del libro “L’ordine è già stato eseguito”, di Sergio Schiavone, comandante Ris Roma, di Francesco Sardone, direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine, e di David Reicher, proveniente da Israele e figlio di Marian Reicher, ebreo polacco, del cui tragico destino si erano ormai perse le tracce prima del recente ed inaspettato riconoscimento tra gli “ignoti” delle Fosse Ardeatine.