Disturbi alimentari: ecco i campanelli d’allarme per i genitori


Oggi è la Giornata del Fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi alimentari. Ecco alcuni indizi che i genitori possono analizzare per capire se ci sono problemi

disturbi alimentari

I disturbi alimentari sono sempre di più e colpiscono sempre prima, con bambine e bambini che già a 8 anni manifestano dei campanelli d’allarme difficili da intercettare. Come si possono aiutare i genitori a riconoscere l’insorgenza di un disturbo in cui è facile entrare ma è difficile uscire? “Il genitore deve preoccuparsi se vede cambiare il comportamento dei figli – spiega Giampaolo De Luca, membro del Gruppo di Studio sull’adolescenza della Società italiana di pediatria – se nota ansia, oppure la tendenza a chiudersi in se stessi, se nascondono le cose che fanno. L’isolamento è un indizio, i ragazzi tendono a frequentare al massimo una sola persona, mentre un’altra evidenza sono gli episodi di autolesionismo, come tagliarsi (spesso sulle braccia)”. Alcuni segnali vengono anche dal modo in cui si mangia, ad esempio “lo sminuzzare il cibo in pezzi piccolissimi; la lentezza del pasto; l’esclusione di alcuni alimenti; l’iperattività fisica; l’assunzione di molta acqua; un uso frequente del bagno, specie dopo i pasti”, fa notare il pediatra.

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In particolare, Elena Bozzola, consigliere della Società italiana di pediatria (Sip), si focalizza sull’anoressia nervosa e indica tre caratteristiche che la differenziano dagli altri disturbi del comportamento alimentare: “Una restrizione volontaria dell’apporto calorico che conduce ad una forte diminuzione di peso; chi è colpito ha una vera e propria ossessione per il proprio peso corporeo, con un’intensa paura di ingrassare. Infine, vi è una alterata percezione del proprio corpo: ci si vede sempre grassi, anche se si è magrissimi”.  Tra i fattori predisponenti, invece, si ritrovano “il sovrappeso o gli episodi di bullismo subito, come pure la depressione e l’ansia, la bassa autostima e problemi interpersonali o familiari”.

I PRIMI CAMPANELLI DI ALLARME DAGLI 8 ANNI

In Italia circa 3 milioni di persone, di cui 2,3 sono adolescenti, si trovano a fare i conti con i disturbi della condotta alimentare. “Queste patologie si manifestano prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, ma negli ultimi tempi l’età di insorgenza dell’anoressia nervosa si sta abbassando e circa il 20% delle neo-diagnosi ha infatti un’età compresa tra gli 8 e i 14 anni– rimarca Bozzola – e già a partire dagli 8 anni di età si possono individuare i primi campanelli d’allarme”. La diagnosi precoce è essenziale sia per evitare gravi conseguenze come il ritardo di crescita, sia per il successo del percorso terapeutico e la prognosi complessiva. “Tra gli 8 e i 10 anni c’è quella che potremmo definire ‘l’età del sospetto’ in cui si manifestano i primi segni del problema – spiega ancora De Luca – Se si riesce a intercettarli subito i ragazzi recuperano. Questo è compito del pediatra, che con quattro semplici domande, (‘ritieni che dovresti metterti a dieta’, ‘quante diete hai fatto nell’ultimo anno’, ‘ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo’, ‘Il peso influenza l’idea che hai di te stesso’), potrebbe individuare i casi sospetti e monitorarli nel tempo”.

LE CAUSE DEI DISTURBI ALIMENTARI

“Non esiste una sola causa che spieghi l’origine sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare, ma va prestata attenzione ad alcuni fattori che possono precederne l’insorgenza, tra questi, l’insoddisfazione per il proprio corpo, l’ambiente familiare (depressione materna, conflitto generazionale), il sovrappeso, la scarsa autostima. Esiste anche una suscettibilità genetica a tali disturbi. Nel 63% dei casi, dicono le statistiche, i disturbi si presentano insieme a patologie psichiatriche come depressione e attacchi di panico. Il perfezionismo clinico, ha rilevato lo studio del ministero della Salute, è presente nel 75% dei casi di anoressia, la presenza di eventi traumatici (in particolare abusi o molestie sessuali) è collegata all’esordio precoce di tali patologie nel 38 % dei casi. Nel complesso in Italia sono due milioni i giovani interessati da questi disturbi, in metà dei casi classificati come parziali, che nel 40% dei casi si presentano tra i 15 e i 19 anni. Solo il 10% chiede aiuto o parla con i genitori di questi disagi. Accanto ai disturbi più noti si stanno facendo strada e sono in grande aumento il Binge Eating Disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), e i cosiddetti Dca-Nas (non altrimenti specificati) ossia disturbi non classificabili nelle categorie tradizionali, che risultano essere il 40% di tutti i DCA. La guarigione, dicono le statistiche, è possibile: allo stato attuale la remissione a 5 anni dell’anoressia è del 66,8% contro il 45% della bulimia”, conclude la Sip.