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Viaggi studio all’estero: una guida aiuta studenti e famiglie

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Un’occasione unica, ma spesso paure e timori prendono il sopravvento: ecco la guida per sfatare i falsi miti sui viaggi studio all’estero

Il settore delle esperienze all’estero, e in particolar modo dei viaggi studio, sta vivendo in questi mesi un periodo di grande rinascita. Tuttavia, nonostante sia viva la voglia nei più giovani di allargare i propri orizzonti ed immergersi nella quotidianità di una nuova cultura, sono ancora molti gli stereotipi che ruotano intorno alla formazione al di là dei confini nazionali.

La possibilità di studiare per un semestre o un anno durante il liceo in un paese straniero è considerata un’occasione unica, ma spesso paure e timori prendono il sopravvento. Si tratta, infatti, di una scelta sfidante sia per i genitori, sia per gli adolescenti, che devono affrontare la prima vera grande “prova” al di fuori della propria comfort zone. Eppure, non c’è nulla di pari valore – che può motivare i giovani a superare i propri limiti e a valorizzarsi come persone – come il venir “catapultati” in una nuova realtà, lontani da punti di riferimento personali e socio-culturali.

Per questo motivo WEP, organizzazione leader nel settore degli scambi culturali e linguistici nel mondo da ben 34 anni, presenta una guida per sfatare i falsi miti più popolari sui programmi scolastici all’estero, sottolineando il ruolo cruciale dell’educazione – anche e soprattutto internazionale – nella formazione della persona.

La top 10 dei falsi miti: 

“Agli studenti che vogliono fare un programma scolastico all’estero chiediamo quali siano le loro più grandi paure legate all’esperienza che stanno per intraprendere, nella maggior parte dei casi (85%) le preoccupazioni più grandi sono legate alla sfera affettiva: da un lato la paura di non riuscire a legare con la famiglia ospitante o con i nuovi compagni di scuola, dall’altro la paura di lasciare il gruppo di amici in Italia- afferma Diana Frattini, Head of Marketing di WEP Italia– Sono timori legittimi e sani che si manifestano con la presa di coscienza di doversi mettere in gioco anche da un punto di vista relazionale. Per questo uno degli obiettivi del percorso di formazione che facciamo insieme ai ragazzi è proprio quello di insegnare loro a gestire eventuali momenti di difficoltà, anche legati all’inserimento nella realtà locale o alla nostalgia di famiglia e amici. È molto bello ed emozionante vedere come sia gli studenti che i loro genitori si stupiscano della capacità di adattamento e delle risorse che riescono a mettere in campo quando sono lontani da casa. Alla fine, le paure iniziali si trasformano in punti di forza che contribuiscono alla loro crescita”.

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