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Viaggi all’estero: gli USA sono la destinazione più richiesta

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Viaggi all’estero: gli USA sono la destinazione più richiesta di novembre, +60% in un mese. Con la variante Omicron cambiano le regole di ingresso

A oltre un mese dalla riapertura degli Stati Uniti al turismo, i numeri raccontano la grande voglia degli italiani di tornare a viaggiare oltreoceano. Nel mese di novembre gli USA sono stati infatti la meta preferita per i clienti di CartOrange, la più grande azienda italiana di consulenti di viaggio: +60% per i preventivi su questa destinazione rispetto al mese precedente, superando, in termini di volumi, Maldive, Dubai, e Caraibi (mete “aperte” già da alcuni mesi) e l’Italia stessa. «Non appena sono state riaperte le frontiere – conferma il Responsabile Commerciale di CartOrange Marco Ferrini – le ricerche per i viaggi negli USA su Google sono cresciute esponenzialmente e anche il lavoro dei nostri consulenti riflette questa realtà: non solo c’è la voglia di informarsi per i futuri viaggi, ma nelle ultime settimane, pur in un periodo molto difficile per il settore, abbiamo ripreso a confermare un numero incoraggiante di viaggi USA ogni  giorno, con partenze per le feste natalizie o pianificate per la primavera-estate. Gli Stati Uniti sono la prima grande destinazione extra UE che ha riaperto al turismo e la risposta del mercato ha dimostrato grande fiducia: per questoauspichiamo che si prosegua sulla strada delle riaperture ragionate e dei corridoi turistici, fondamentale per la ripresa del settore. Senza dimenticare comunque che la situazione è in continua evoluzione. L’emergere della variante Omicron, infatti, ha determinato regole più stringenti ma la destinazione resta aperta e accessibile, perciò in questo momento il ruolo dei professionisti del settore nell’orientare e assistere i clienti è fondamentale».

 

Negli USA la destinazione più richiesta per l’inverno e le feste è New York, seguita da Miami e Florida, ideali anche per i viaggi in famiglia. Dai mesi primaverili tornano i self drive, che piacciono soprattutto alle coppie, con i classici itinerari nei parchi nazionali dell’Ovest e negli stati del Sud (con partenza da New Orleans, Nashville, Memphis). La durata media per i soggiorni a New York è di 5 giorni, per i viaggi a tappe di 12.

Ciò che è cambiato con la pandemia è la tipologia degli itinerari e delle esperienze aggiuntive. «Nei self drive i percorsi ricalcano quelli degli anni passati, ma il numero di tappe è generalmente minore – spiega sempre Marco Ferrini –. Indicativo ciò che succede per New York, dove le richieste di visite organizzate ed esperienze in luoghi chiusi e affollati (spettacoli a Broadway, messe gospel ad Harlem, ecc.) si è decisamente ridotta, segno che il cliente reputa più sicuro il non dover condividere servizi o spazi.
Interessante notare che per quanto riguarda i voli sempre più clienti si informano sulle classi business e premium, percepite come più sicure. Tuttavia, i prezzi alti scoraggiano la scelta finale».

 

Il cambiamento più grande è però che gli Stati Uniti sono diventati una meta off limits per turismo fai da te. «Partire all’avventura è sconsigliabile: oggi più che mai, per avere la certezza di godersi al meglio la vacanza è necessario affidarsi a dei professionisti» sottolinea Ferrini. Dal 6 dicembre 2021 per entrare negli States occorre aver completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni e all’imbarco vanno presentati sia il certificato vaccinale, sia un test negativo (molecolare o antigenico) effettuato entro 24 ore prima della partenza (e non 3 giorni come richiesto in precedenza). Sono esentati dal test solo i viaggiatori che hanno contratto il virus entro 90 giorni dalla partenza. Resta inoltre raccomandato (ma non è obbligatorio) effettuare un test tra il terzo e il quinto giorno dall’arrivo. I minori di 18 anni sono esentati dal presentare il ciclo di vaccinazione completo, ma devono effettuare un test anticovid entro 24 ore prima della partenza. In più occorrono il visto ESTA e passaporto valido con scadenza dopo il rientro in Italia, e tutti i cittadini Italiani devono compilare e presentare il PLF per rientrare in Italia. «Tutte regole soggette, come abbiamo visto, a cambiamenti improvvisi con l’evolversi della situazione epidemiologica – rimarca Ferrini –. Per questo è fondamentale rivolgersi a professionisti costantemente aggiornati, in grado di dare informazioni corrette e tempestive, assistenza e garanzie in caso di problemi».

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