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Nelle librerie italiane “Storie parallele/3” di Péter Nádas

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Bompiani porta nelle librerie italiane “Storie parallele. Il respiro della libertà” di Péter Nádas, annoverato tra i più importanti autori ungheresi

In libreria per Bompiani il terzo e ultimo pannello di Storie parallele. Il respiro della libertà  di Péter Nádas, nel quale si compongono le trame tessute nei due volumi precedenti.

Nel terzo e ultimo volume dell’epica europea di Péter Nádas si compongono le trame tessute nei due volumi precedenti: ritroviamo così la famiglia Lippay-Lehr, Gyöngyvér e Ágost, l’ispettore Kienast, la signora Szemzo e tutti i personaggi già apparsi in La regione muta e Nel profondo della notte. A loro si aggiungono figure ispirate a personaggi storici come Otmar Freiherr von Verschuer, medico tedesco che collaborò con Mengele, e la contessa Ilona Edelsheim-Gyulai, nuora di Miklós Horthy, reggente d’Ungheria. L’Europa sull’orlo del conflitto nel 1939, l’assedio di Budapest, la rivoluzione ungherese dell’ottobre 1956, e infine il fatidico 1989: Il respiro della libertà è al contempo un romanzo storico, un’indagine e una testimonianza di come ognuno sia chiamato a costruire il proprio senso di libertà anche quando tutto e tutti sembrano ostacolarla.

Péter Nádas è nato a Budapest nel 1942 e vive con la moglie a Gombosszeg, in Ungheria. È annoverato tra i più importanti autori ungheresi, e le sue opere sono state paragonate a quelle di Proust, Joyce e Mann. Romanziere, commediografo, saggista e giornalista, dal 1969 ha deciso di dedicarsi solo alla scrittura. Tra i suoi titoli pubblicati in Italia, La Bibbia e altri racconti (2009), Fine di un romanzo familiare (2009), Minotauro (2010), Amore (2012) e Libro di memorie (2012), definito da Susan Sontag “il più grande romanzo scritto nel nostro tempo e uno dei più grandi libri del secolo”. La regione muta e Nel profondo della notte, i primi due volumi di Storie parallele, sono stati pubblicato da Bompiani rispettivamente nel 2019 e nel 2021, e la trilogia completa, uscita in Ungheria nel 2005, è stata accolta dalla critica come “Guerra e pace del ventunesimo secolo”.

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