Reumatologia: SIR chiede di evitare troppi cambi di terapia


La Società Italiana di Reumatologia chiede di evitare i continui cambi di terapie richiesti dagli specialisti per motivi economici

Malattie reumatiche: la diagnosi precoce è il presupposto della terapia personalizzata secondo Gian Domenico Sebastiani, Presidente Eletto di SIR

In tutte le Regioni italiane si segnalano casi di richieste agli specialisti da parte delle farmacie ospedaliere di continui “switch” nelle terapie per il trattamento delle patologie reumatologiche più gravi. Nei pazienti curati inizialmente con un farmaco biologico “originator” bisogna valutare l’uso di un biosimilare per un risparmio della spesa. Resta molto critico invece il passaggio da un biosimilare a un altro con continui cambi terapeutici per ottenere risparmi di spesa molto marginali. L’allarme arriva dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR).

La Società Scientifica rinnova l’invito al dialogo a tutte le Istituzioni, sia locali che nazionali, per trovare nuove soluzioni. “E’ possibile assicurare a tutti i pazienti l’approvvigionamento dei farmaci e al tempo stesso la sostenibilità di un sistema sanitario regionale – sottolinea il prof. Roberto Gerli, Presidente Nazionale della SIR -. Negli ultimi mesi vi sono stati alcuni esempi virtuosi come in Campania dove un’ottima interazione tra clinici specialisti, farmacisti ospedalieri e autorità sanitarie locali ha portato alla stesura di nuove regole condivise. Queste hanno decisamente migliorato la situazione e ridotto i casi di “multi switch”, favorendo così la continuità terapeutica. Bisogna sempre fornire a medici e pazienti tutte le opzioni di trattamento possibili e spetta poi solo al clinico individuare quella migliore. L’aspetto economico, e quindi il costo dei farmaci, deve essere tenuto in considerazione ma non può essere l’unico parametro a guidare le nostre scelte”.

“Garantire l’appropriatezza nell’uso di tutti i farmaci biotecnologici è uno dei punti della mozione parlamentare sulle malattie reumatologiche approvata dalla Camera lo scorso marzo – aggiunge il prof. Ennio Lubrano, Consigliere Nazionale SIR -. Nel provvedimento si fa riferimento anche all’istituzione presso il Ministero della Salute e in tutte le Regioni di Tavoli che devono prevedere la partecipazione di rappresentati delle Società Scientifiche e delle associazioni di pazienti. Devono essere attivati al più presto perché devono essere proprio queste le sedi dove discutere e trovare soluzioni. Come SIR siamo da sempre favorevoli all’uso dei biosimilari che sono farmaci sicuri e anche importanti per favorire una maggiore sostenibilità del sistema sanitario. Alcuni dubbi emergono però negli “switch” o nei “multi-switch” da farmaco all’altro che possono a volte portare a controindicazioni o a riacutizzazioni della malattia. Anche per questo bisogna assicurare sempre la continuità terapeutica del malato nonché la libertà prescrittiva del medico”.

Il congresso SIR di Rimini vede la partecipazione di oltre 1.500 specialisti da tutta Italia. Oltre alle sessioni scientifiche si è svolta anche una tavola rotonda sugli sviluppi e le nuove prospettive della telemedicina.

La SIR ha attivato nel 2020 una piattaforma “virtuale” chiamata iARPlus che consente, ai pazienti la fruizione e ai professionisti l’erogazione, di una serie di servizi a partire dalla televisita. “In questi due anni abbiamo più che raddoppiato il numero di centri coinvolti“ – afferma il prof. Fausto Salaffi, Responsabile Nazionale del Progetto Telemedicina per SIR. Attualmente 120 Centri di Reumatologia in Italia adottano iARPlus. Di questi oltre 80 Centri hanno richiesto l’attivazione della piattaforma di Televisita SIR. Sono oltre 3.500 i pazienti complessivamente gestiti tramite l’utilizzo della piattaforma iARPLus. Oltre 60.000 sono le autovalutazioni mediante Patient-Reported Outcomes (PROs) compilate autonomamente dai pazienti dei Centri che utilizzano iARPlus. Di queste oltre 2.500 sono televisite e autovalutazioni compilate tramite la piattaforma di Televisita SIR. Siamo convinti che l’implementazione di esperienze simili possa contribuire ad una reale riorganizzazione della reumatologia italiana. In particolare, iARPlus può favorire lo spostamento dell’assistenza dall’ospedale al territorio e facilitare al cittadino l’accesso ad alcune prestazioni mediche. Consente inoltre il recupero della comunicazione tra malato, medico di medicina generale e specialista, che spesso è venuta meno negli ultimi anni per colpa della pandemia. Le piattaforme web hanno infatti dimostrato di migliorare del 68% l’interazione medico-paziente e questo è fondamentale quando bisogna gestire patologie reumatologiche croniche. Lo specialista può ottenere un monitoraggio costante e completo dello stato di salute dell’assistito. Inoltre, è in grado di prescrivere farmaci o ulteriori approfondimenti clinici”.

“Le piattaforme di telemedicina nate sia prima che durante la pandemia devono però essere interoperabili e permettere lo scambio d’informazioni e dati tra i vari specialisti – prosegue il prof. Gerli -. Va perciò prevista una regia unica a livello nazionale per unire le varie iniziative già attive nel nostro Paese. Solo così sarà possibile avviare una vera digitalizzazione della sanità italiana”. “L’incremento dell’utilizzo della telemedicina è uno dei punti previsti dalla mozione parlamentare dello scorso marzo – conclude il prof. Marco Gabini, Segretario Generale SIR -. Sono anche stati previsti dei fondi del PNRR proprio per potenziare queste nuove tecnologie i cui sistemi devono essere meglio sfruttati da tutte le strutture sanitarie come ha dimostrato drammaticamente l’emergenza Coronavirus. La sfida che stiamo affrontando adesso è capire ed attuare al più presto tutte le modalità digitali che possano essere in grado di implementare i servizi assistenziali specialistici allo scopo di ottenere anche una semplificazione ed una facilitazione di accesso per il paziente alle prestazioni sanitarie”.