Obesità e perdita di peso: il paradosso della marijuana


Il paradosso della marijuana per l’obesità: studi a breve termine hanno mostrato aumenti del peso corporeo, mentre a lungo termine si registra una perdita

Uno studio in Brasile proverà a vedere gli effetti della cannabis sui guariti che accusano i sintomi del long Covid: a realizzarlo, su 1000 pazienti, sarà l'Istituto Incor

I principi attivi contenuti nella marijuana hanno un impatto sul peso corporeo e sul metabolismo, in modo diverso a seconda della dose assunta e della durata del suo consumo, secondo quanto emerso in relazione presentata al congresso Overcoming Obesity 2022.

Anche se l’uso di cannabis comporta effetti positivi come l’euforia, un senso di rilassamento, una percezione sensoriale intensificata e un aumento dell’appetito e altro ancora, come riferito dal relatore Jeff Sicat, un medico del Virginia Weight and Wellness specializzato nella perdita di peso, vi sono anche effetti soggettivi meno piacevoli, come l’aumento del peso a breve termine, sensazione di ansia, sfiducia e panico, fino alla paranoia nel peggiore dei casi.

Nel Controlled Substance Act del 1970, il governo degli Stati Uniti ha classificato la marijuana come una sostanza della tabella I, vale a dire che veniva considerata priva di utilizzi medici accettabili e faceva parte della classe di droghe con il più alto potenziale di abuso. Oggi la marijuana medica è legale in 38 stati, quattro territori e Washington, DC, mentre è legale per uso ricreativo in 19 stati, due territori e Washington, DC.

Come conseguenza il suo consumo è cresciuto in modo esponenziale. I dati del National Institutes of Health (NIH) del 2021 hanno registrato i massimi storici nell’uso di marijuana tra gli adulti di età compresa tra 19 e 30 anni, il 43% dei quali ha riferito di averne fatto uso nell’ultimo anno.

«Questo è quanto sta accadendo» ha affermato Sicat. «Mi rendo conto di non avere indagato a sufficienza sui miei pazienti in passato e ho aperto gli occhi su quante persone stanno effettivamente usando la cannabis al giorno d’oggi».

Il paradosso della marijuana per l’obesità
La classificazione in tabella I ha precluso lo svolgimento di molti studi, tuttavia sulla base dei dati disponibili Sicat ha spiegato di aver notato una tendenza interessante, che ha portato a definire il “paradosso della marijuana per l’obesità”. Piccoli studi a breve termine hanno mostrato aumenti del peso corporeo, mentre studi a lungo termine hanno rivelato che l’uso cronico di marijuana era effettivamente associato alla perdita di peso. «Una dose più alta di marijuana nel corso degli anni è associata a un peso corporeo inferiore» ha osservato.

«Se si considerano gli studi prospettici che hanno valutato oltre 30mila persone in tutto il paese e le hanno seguite nel corso di 3 anni, ne risulta che i soggetti che fanno un maggior uso di cannabis in realtà hanno il peso corporeo più basso, in modo dose-dipendente. Quanto più frequentemente si fa uso di cannabis, tanto maggiore sarà la riduzione dell’indice di massa corporea».

Effetti benefici in molteplici condizioni mediche
Ha inoltre aggiunto che i dati hanno dimostrato che le donne che facevano un uso pesante di cannabis avevano una probabilità di circa il 50% inferiore di ricevere una diagnosi di diabete di tipo 2 rispetto alle non consumatrici.

Un rapporto delle National Academies of Sciences, Engineering and Medicine ha mostrato evidenze sostanziali o conclusive sul fatto che la cannabis è efficace negli adulti per la gestione del dolore cronico, così come della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia e che può migliorare le sindromi da spasticità muscolare nella sclerosi multipla.

Le piante di cannabis contengono almeno 100 fitocannabinoidi di origine vegetale, i più importanti dei quali sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Quest’ultimo è il più comune e in volume costituisce la parte più grande della pianta.

«La cosa positiva è che il cannabidiolo non ha effetti psicotropi e possiede una gamma molto ampia di potenziali effetti farmacologici attraverso diversi meccanismi» ha fatto presente Sicat. «Esiste un prodotto a base di CBD approvato dalla Fda per le crisi epilettiche pediatriche intrattabili, sulla base del fatto che questo composto ad alte dosi ha effettivamente dimostrato di ridurre le convulsioni di quasi il 50% in questa popolazione di pazienti».

Riguardo al diabete, il relatore ha osservato che non vi sono ancora certezze. Ha fatto riferimento a uno studio del 2016 pubblicato sulla rivista Diabetes Care che ha valutato l’impatto del CBD e del THC sulle persone con diabete di tipo 2.

«I risultati hanno mostrato benefici su diversi ormoni come la resistina, un ormone che viene prodotto nel grasso corporeo e provoca resistenza all’insulina. E il CBD ha ne ha effettivamente ridotto i livelli» ha concluso «Tuttavia sono necessari ulteriori studi per valutare meglio i benefici del CBD e di altri fitocannabinoidi sulle caratteristiche metaboliche».

Referenze

Sicat J. CBD for obesity? Our patients are asking! Presented at: Overcoming Obesity 2022; Nov. 2-5; (hybrid meeting).