Asma: mepolizumab efficace per le forme allergiche e non


Asma allergico: mepolizumab è in grado di ridurre in modo significativo l’impiego di steroidi orali e, in maniera sostanziale, le esacerbazioni di malattia

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Mepolizumab è in grado di ridurre in modo significativo l’impiego di steroidi orali e, in maniera sostanziale, le esacerbazioni di malattia sia nei pazienti con asma allergico che in quelli con asma non allergico. Queste le conclusioni principali di uno studio condotto nella real life, presentato nel corso del Congresso annuale ACAAI, tenutosi recentemente negli Usa.

Obiettivi e disegno dello studio
“L’eosinofilia rappresenta un denominatore comune per la sovrapposizione dei fenotipi di asma allergico e non allergico e rappresenta una base per l’efficacia di mepolizumab – si legge nell’abstract del lavoro presentato al Congresso”.

Mentre l’efficacia e la sicurezza di mepolizumab nell’asma grave sono ben documentate, i dati di efficacia comparativa tra fenotipi allergici e non allergici sono limitati.

Di qui il nuovo studio che ha messo a confronto, nella real life, l’impatto del trattamento con mepolizumab sui pazienti con asma allergico rispetto a quelli con asma non allergico.

Lo studio, avente un disegno di coorte retrospettivo, ha utilizzato i dati residenti in un database assicurativo sanitario Usa (Optum Research Database) per il rimborso delle prescrizioni di farmaci, focalizzandosi su quelli relativi a  538 pazienti di almeno 6 anni di età che avevano iniziato il trattamento con mepolizumab per l’asma nel periodo 2016-2019.

I ricercatori hanno identificato, in questo modo, 298 (55,4%) pazienti con asma non allergico e 240 (44,6%) pazienti con asma allergico, utilizzando codici di diagnosi, risultati di esami di laboratorio e anamnesi farmacologica per identificare lo stato allergico dei pazienti.

Risultati principali
I ricercatori hanno analizzato l’impiego di steroidi orali (OCS) e il tasso di esacerbazioni dell’asma dei pazienti nel periodo “basale” (12 mesi prima dell’inizio del mepolizumab) e nel periodo di “follow-up” (12 mesi dopo l’inizio del trattamento).

L’analisi delle esacerbazioni ha rilevato una sostanziale riduzione del tasso medio (SD) di esacerbazioni d’asma dal basale al follow-up per i pazienti con asma non allergico (da 2,51 [2,17] a 1,70 [1,92]; P <0,001) e per i pazienti con asma allergico (da 3,19 [2,49] a 2,10 [2,12]; P <0,001).

L’analisi dell’uso di OCS ha mostrato una riduzione significativa dal basale al follow-up del numero medio (SD) di richieste di OCS per i pazienti con asma non allergico (da 5,46 [4,12] a 3,20 [3,69]; P <0,001) e per i pazienti con asma allergico (da 5,19 [4,47] a 3,46 [4,50]; P <0,001).

Da ultimo, non sono state riscontrate differenze significative nei tassi di esacerbazione dell’asma o nel conteggio delle richieste di prescrizione di OCS dal basale al follow-up tra le coorti.

“Tali risultati, nel complesso, suffragano l’efficacia di mepolizumab nella real life per il trattamento dell’asma grave con fenotipo allergico e non – concludono i ricercatori”.

Bibliografia
Silver J et al. Real world effectiveness of mepolizumab in patients with allergic and non-allergic asthma. Ann Allergy Asthma Immunol. 2022;125(5):S42-43. doi:10.1016/j.anai.2022.08.624
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