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Artrite psoriasica: guselkumab agisce su tutte le manifestazioni di malattia

Lo studio CONTROL, un trial multicentrico, randomizzato e in aperto di fase 4, conferma i benefici dell'aggiunta di adalimumab a metotressato

Artrite psoriasica: nuovo studio ha confermato il beneficio sostenuto nel tempo di guselkumab per tutte le diverse manifestazioni di malattia

Una nuova analisi post-hoc dei risultati ad un anno degli studi registrativi DISCOVER 1 e 2 sull’impiego di guselkumab nell’artrite psoriasica (PsA), basata sull’impiego di alcuni indici compositi specifici, ha confermato il beneficio sostenuto nel tempo dell’inibitore “first-in-class” di IL-23 per tutte le diverse manifestazioni di malattia. I risultati di questa analisi, pubblicata su Rheumatology, rinforzano quelli ottenuti negli studi precedenti, suffragando l’efficacia duratura di guselkumab nella PsA.

Obiettivo dell’analisi post-hoc
Guselkumab è un anticorpo monoclonale totalmente umano che lega in modo selettivo e specifico la subunità p19 di IL-23. Il farmaco è già approvato nell’Unione Europea per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti candidati alla terapia sistemica. A novembre 2020, la Commissione europea ha approvato una nuova indicazione per guselkumab estendendone l’uso al trattamento di pazienti adulti affetti da artrite psoriasica attiva (PsA).

La sicurezza e l’efficacia di guselkumab 100 mg, somministrato ogni 4 settimane (Q4W) oppure ogni 8 settimane (Q8W) è stata valutata nei trial registrativi di fase 3 DISCOVER 1 e 2, due trial randomizzati e controllati vs. placebo. In questi studi, guselkumab Q4W e Q8W hanno migliorato in modo significativo i segni e i sintomi di PsA, compresa la sintomatologia cutanea legata alla psoriasi, l’entesite, la dattilite, la funzione fisica e la qualità della vita legata allo stato di salute (HRQoL), rispetto al placebo a 24 settimane. Non solo: il beneficio è risultato sostenuto nel tempo (fino ad un anno).

In questa nuova analisi post-hoc, i ricercatori hanno messo in pool i dati dei due trial in questione per valutare l’efficacia di guselkumab ad un anno, utilizzando diversi indici compositi di attività di PsA. Come è noto, gli indici compositi combinano alcune misure rilevate dai medici con altre riferite dai pazienti per valutare in modo più completo gli outcome nei diversi domini di PsA.

Popolazione e disegno degli studi originari
Nel trial DISCOVER 1, i criteri di classificazione di PsA erano dati dalla presenza di tre o più articolazioni dolenti e tumefatte e da livelli di CRP pari o superiori a 0,3 mg/dl. Nel trial DISCOVER 2, invece, i criteri erano più ristretti, prevedendo una conta di articolazioni dolenti e tumefatte pari o superiori a 5 e livelli di CRP pari o superiori a 0,6 mg/dl. Inoltre, la popolazione di pazienti dello studio DISCOVER-2 era costituita, in toto, da pazienti naive ai farmaci biologici.

I pazienti di entrambi gli studi erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento sottocute con guselkumab 100 mg Q4W, guselkumab 100 mg alle settimame 0 e 4 e poi ogni 8 settimane (Q8W), oppure a trattamento con placebo ogni 4 settimane fino alla 24esima settimana, per passare, successivamente, a trattamento con guselkumab 100 mg Q4W.

Gli endpoint pre-specificati che sono stati presi in esame nell’analisi in pool dei dati dei due studi erano rappresentati dalla proporzione di pazienti che raggiungeva lo stato di “ridotta attività di malattia” e di “remissione” in base all’indice DAPSA (Disease Activity Index for Psoriatic Arthritis) e all’indice PASDAS (Psoriatic Arthritis Disease Activity Score).

L’indice DAPSA era calcolato come somma della conta di articolazioni dolenti e tumefatte, della valutazione del dolore e di quella globale dello stato di salute fatta dal paziente  e della valutazione dell’attività artritica. Lo stato di “ridotta attività di malattia” (LDA), definito in base a questo indice, era dato da un punteggio pari o inferiore a 13, mentre la “remissione” era definita da un punteggio DAPSA pari o inferiore a 4.

I pazienti, invece, raggiungevano lo stato di “ridotta attività di malattia” in base all’indice PASDAS se avevano un punteggio pari o inferiore a 3,2, mentre raggiungevano una “attività di malattia molto ridotta” (VLDA) se totalizzavano un punteggio pari o inferiore a 1,9.

Risultati principali
L’analisi in questione ha incluso i dati relativi a 1.120 pazienti, reclutati in uno dei due trial DISCOVER sopra descritti.

Dai risultati è emerso che, a 24 settimane, vi erano proporzioni maggiori di pazienti in trattamento con guselkumab che avevano raggiunto lo stato di “ridotta attività di malattia” o di “remissione” in base all’indice DAPSA e di ridotta o molto ridotta attività di malattia in base all’indice PASDAS rispetto al gruppo placebo (p<0.05).

Ad un anno, i tassi di “ridotta attività di malattia” in base all’indice DAPSA erano pari al 54,2% e al 52,5% se si consideravano i pazienti trattati con il farmaco ogni 4 settimane oppure ogni 8 settimane, rispettivamente.
Inoltre, i tassi di risposta nei pazienti trattati con guselkumab Q4W e Q8W sono stati pari a:
– 18,2% e al 17,6% relativamente alla remissione DAPSA
– 45,3% e 41,9% relativamente alla ridotta attività di malattia PASDAS
– 16,9% e 19,5% relativamente all’attività molto ridotta di malattia PASDAS
– 35,9% e 30,7% relativamente alla minima attività di malattia
– 13,1% e 14,4% relativamente all’attività di malattia molto ridotta

Nel gruppo placebo, invece, i pazienti sono andati incontro ad un innalzamento del tasso di risposta al trattamento dopo swithc a trattamento attivo con guselkumab a partire dalla 24esima settimana.

Riassumendo
Presi nel complesso, i risultati di questa analisi post-hoc indicano che i pazienti con PsA attiva che sono sottoposti a trattamento con guselkumab Q4W o Q8W sono in grado di andare incontro al raggiungimento dello stato di ridotta attività di malattia (LDA) o della remissione sulla base di alcuni indici compositi che misurano le risposte alla terapia nei diversi domini di malattia – dolore e tumefazione articolare, rigidità articolare, infiammazione e dolenza, nonché sulla clearance cutanea.
Pertanto, concludono I ricercatori, guselkumab rappresenta un’importante opzione di trattamento valida per le diverse manifestazioni di PsA.

Bibliografia
Coates LC, et al. Guselkumab provides sustained domain-specific and comprehensive efficacy using composite indices in patients with active psoriatic arthritis Rheumatology. 2022;doi:10.1093/rheumatology/keac375.
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