Dal colesterolo allo stress: ecco quali sono i nemici del cuore


Dal fumo allo stress, dal colesterolo cattivo al peso in eccesso, ecco quali sono i fattori di rischio più pericolosi per la salute del nostro cuore

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Il colesterolo è un “ingrediente” fondamentale della membrana delle cellule nervose, così come è utile per sintetizzare alcuni ormoni e per formare la bile. Favorisce inoltre la sintesi della vitamina D, pilastro nella salute delle ossa. Ma se è troppo diventa un formidabile nemico per il cuore.
Se il colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue è eccessivo (ipercolesterolemia), tende a depositarsi sulla parete delle arterie che si indurisce e diventa più spessa, fino a formare placche che ostruiscono progressivamente il normale flusso del sangue. Quando le placche arrivano a ostruire un’arteria coronaria, si può anche verificare un infarto del miocardio.
Ecco perché è importante tenere sotto controllo il colesterolo: il valore totale non dovrebbe superare i 200 mg e quello LDL i 130 mg per decilitro.
Come si può contrastare l’ipercolesterolemia? La base di partenza è uno stile di vita basato su un’alimentazione sana, senza fumo, con un’attività fisica regolare e il controllo del peso. Possono essere d’aiuto anche i nutraceutici, prodotti a base di sostanze che riducono il colesterolo e, su indicazione medica, può essere assunta una terapia farmacologica.

L’ipertensione

La pressione arteriosa è la forza che il sangue, pompato dal cuore, esercita contro le pareti delle arterie. Quando questa supera la soglia di 90 mmHg per la minima e 140 mmHg per la “massima”, si parla di ipertensione.
La pressione alta porta le arterie a diventare più rigide e quindi meno capaci di rispondere ai bisogni dell’organismo, oltre a danneggiare la membrana più interna dell’arteria dove si possono formare lesioni e placche (specie in presenza di ipercolesterolemia), aumentando così il rischio di infarto, ictus, emorragie cerebrali e problemi circolatori alle gambe, ai reni, agli occhi (retina).
La rigidità e i restringimenti dei vasi riducono inoltre l’apporto di sangue e ossigeno al cervello e al cuore che deve pompare con più forza per far circolare il sangue e, a causa di questo sforzo, tende a ingrossarsi.
È però dimostrato che è possibile mettere in atto comportamenti con un effetto benefico sull’ipertensione e sul rischio cardiovascolare correlato: praticare attività fisica regolare, seguire una dieta povera di grassi di origine animale, aumentare il consumo di frutta e verdura, diminuire il sale, mantenere un apporto equilibrato di calcio, magnesio e potassio, smettere di fumare, ridurre il consumo di alcolici, perdere il peso in eccesso e tenere sotto controllo lo stress.
Se il cambiamento dello stile di vita non basta, il medico può indicare uno o più farmaci in associazione per controllare l’ipertensione.

Il fumo

Le patologie del cuore sono tra le malattie fumo-correlate più frequenti: la cardiopatia ischemica, in particolare, è la prima causa di morte tra i fumatori (chi fuma corre un rischio tre volte superiore di avere un infarto).
Quali sono i meccanismi con cui la sigaretta attacca il cuore?
Per prima cosa con il “superlavoro”: per il calo di ossigeno, il cuore deve lavorare di più per far fronte alla carenza di “carburante”, batte più velocemente e al contempo la pressione sale.
La nicotina amplifica poi il meccanismo di formazione delle placche nella arterie e il loro conseguente restringimento. Fumando inoltre cresce il fibrinogeno, una sostanza che fa coagulare il sangue, e con esso aumenta il pericolo di una trombosi.
Nessuna buona notizia per i fumatori? Sì, una sola: dopo aver smesso, gli effetti positivi arrivano subito! In poco tempo aumenta l’ossigenazione e diminuisce la pressione, migliorano respirazione e circolazione. Il rischio di infarto si dimezza dopo 1 anno e, dopo 10 anni, torna uguale a quello di chi non ha mai fumato.

Il peso in eccesso

Gli effetti del peso in eccesso sul cuore si manifestano in modo duplice. Da un lato, se aumenta il peso corporeo, il cuore deve pompare di più per gestire una massa maggiore e quindi deve aumentare lo sforzo. Dall’altro lato, l’accumulo di tessuto adiposo peggiora l’assetto infiammatorio complessivo dell’organismo rendendolo più fragile e predisposto alle malattie.
Per monitorare il peso, non basta però la bilancia: per avere qualche informazione significativa è utile l’indice di massa corporea (si ottiene dividendo il peso, in kg, per l’altezza, in metri, al quadrato). Un risultato compreso tra 18 e 25 si colloca all’interno dell’intervallo di normalità e al di fuori di esso è opportuno consultare il proprio medico di medicina generale e seguirne le indicazioni per approfondire l’analisi della situazione e per cercare di ridurre il sovrappeso.
Occorre però ricordare che si tratta solo di un indicatore di primo livello che non fornisce informazioni sulla disposizione del peso in eccesso e, dal punto di vista cardiovascolare, non tutti gli incrementi di peso determinano lo stesso aumento di rischio (per esempio, l’accumulo di peso a livello del tronco è decisamente più pericoloso per il cuore rispetto a quello che colpisce le zone dei fianchi).

Lo stress

Il ruolo dello stress mentale come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari è noto da tempo. Molti studi hanno dimostrato come uno stress “acuto” sia associato al rischio di infarto, di morte cardiaca improvvisa, di ictus e come possa “svegliare” le placche aterosclerotiche già presenti rendendole instabili.
Lo stress favorisce la produzione di adrenalina, un ormone molto utile per reagire quando siamo stimolati di colpo, ma il cui effetto non si deve prolungare nel tempo. Infatti l’adrenalina, proprio per far arrivare più ossigeno al cuore e cervello, accelera i battiti cardiaci e fa aumentare la pressione arteriosa. Alla lunga questo meccanismo è dannoso, perché porta a un superlavoro per cuore e arterie, che ovviamente si affaticano.
Ci sono però buone abitudini attuabili per combattere lo stress e rilassarsi: per qualcuno una bella passeggiata, per altri il piacere della vita in famiglia, per altri ancora la pace che dà un buon libro, insomma non è fondamentale il cosa ma il come: l’importante è prendersi del tempo per ricaricarsi.