Site icon Corriere Nazionale

Alzheimer precoce: lecanemab agisce contro il declino cognitivo

Alzheimer: il trattamento aggiuntivo di levetiracetam, anticonvulsivante di ampio uso, apporta benefici a memoria spaziale e funzioni esecutive

Ill senior woman with headache and medic during home visit, sitting beside table and drinking coffee

Nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo correlato all’Alzheimer, il trattamento con lecanemab ha ridotto il declino cognitivo del 27% dopo 18 mesi rispetto al placebo

Le aziende farmaceutiche Biogen ed Eisai hanno annunciato i risultati di uno studio di fase 3 che ha dimostrato che, nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo correlato all’Alzheimer, il trattamento con lecanemab ha ridotto il declino cognitivo del 27% dopo 18 mesi rispetto al placebo.

Raggiunto l’endpoint primario da lecanemab
Secondo un comunicato stampa di Eisai, l’anticorpo sperimentale che neutralizza ed elimina gli aggregati solubili e tossici di beta-amiloide (protofibrille), ha raggiunto il suo endpoint primario e ha ridotto il declino clinico sulla scala Clinical Dementia Rating-Sum of Boxes in uno studio randomizzato controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli, su 1.795 persone con malattia di Alzheimer in fase precoce.

«Riteniamo che questi risultati siano davvero promettenti per i pazienti con malattia di Alzheimer» afferma Michael Irizarry, vicepresidente senior della ricerca clinica e vice direttore clinico della malattia di Alzheimer e della salute del cervello presso Eisai.

«I dati suggeriscono che la malattia di Alzheimer, e potenzialmente altre malattie neurodegenerative, sono trattabili» sottolinea «e che è possibile avere un impatto sulla progressione di queste malattie».

Minori livelli amiloidei cerebrali rilevati mediante PET
Secondo quanto riportato dal comunicato, i partecipanti allo studio sono stati randomizzati a ricevere 10 mg/kg di lecanemab due volte alla settimana oppure placebo. Dopo 18 mesi, i pazienti che ricevevano lecanemab avevano una differenza di trattamento in termini di variazione del punteggio pari a -0,45.

Lecanemab ha anche raggiunto i suoi endpoint secondari, riferisce il comunicato, tra cui il cambiamento a 18 mesi nel trattamento dei livelli di amiloide nel cervello misurati mediante tomografia a emissione di positroni, la sottoscala cognitiva 14 della AD Assessment Scale, l’AD Composite Score e l’AD Cooperative Study-Activities of Daily Living Scale for Mild Cognitive Impairment (scala di vita quotidiana per il deterioramento cognitivo lieve).

Parere fortemente favorevole dell’Alzheimer’s Association
In risposta a questi risultati, l’Alzheimer’s Association ha rilasciato una dichiarazione “entusiasta” accogliendo con favore i dati su lecanemab. «Ad oggi questi sono i risultati più incoraggianti negli studi clinici che trattano le cause alla base dell’Alzheimer» si legge nella dichiarazione.

«Questi risultati indicano che lecanemab può dare alle persone più tempo e vicinanza alla loro piena capacità di partecipare alla vita quotidiana, rimanere indipendenti e prendere decisioni future in materia di assistenza sanitaria» prosegue l’Alzheimer’s Association.

«I trattamenti che offrono questi benefici a quanti hanno un lieve deterioramento cognitivo dovuto alla malattia di Alzheimer o una forma di demenza di Alzheimer precoce sono altrettanto preziosi dei trattamenti che prolungano la vita di quelli con altre malattie terminali» conclude  l’associazione.

I programmi relativi alla registrazione del farmaco
Stando al comunicato stampa di Eisai, la società ha intenzione di presentare la domanda di approvazione tradizionale negli Stati Uniti e a presentare l’autorizzazione all’immissione in commercio in Giappone e in Europa entro marzo 2023.

Exit mobile version