Tolleranza zero per l’aumento dei casi Covid: rivolta in Cina


In Cina salgono i casi e scattano nuovi lockdown: cinesi contro la strategia zero-Covid del governo, scattano proteste in varie città

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Il ministero degli Esteri di Pechino ha confermato stamani la visita del presidente del Consiglio europeo Charles Michel il prossimo 1 dicembre, così come il leader europeo aveva anticipato qualche giorno fa. Il viaggio, oltre a prevedere interlocuzioni su temi quali la crisi economica e la guerra in Ucraina, avverrà all’indomani di inedite tensioni nel Paese asiatico: nel fine settimana si sono infatti registrate proteste della popolazione in diverse città, tra cui Pechino Shanghai, con scontri con le forze dell’ordine accusate anche di aver arrestato e malmentato un cronista dell’emittente Bbc.

Al centro delle proteste, la politica “zero-Covid” messa in campo dal governo per scongiurare una nuova ondata del virus: i casi di infezione continuano infatti a salire nella seconda economia del Pianeta. Anche oggi è stato raggiunto un nuovo record rispetto al giorno precedente, con oltre 40mila infezioni.

ACCUSE DI PORTE SIGILLATE NEL LOCKDOWN

A scatenare la rabbia delle persone in particolare l’incidente avvenuto venerdì a Urumqi, capoluogo dello Xinjiang, regione in cui da tempo le organizzazioni internazionali avvertono di politiche lesive sulla minoranza etnica degli uiguri: un grattacielo residenziale ha preso fuoco e varie famiglie non sarebbero potute scappare in tempo in quanto le porte delle loro case erano state bloccate dalle autorità proprio in ottemperanza della politica per fermare la diffusione del coronavirus.

Sui social sono state condivise foto e video dell’edificio in fiamme e delle porte d’ingresso bloccate dall’esterno con cavi di metallo. Le autorità locali hanno respinto le denunce negando di aver messo in atto tale pratica e assicurando di aver subito attivato i soccorsi per spegnere il rogo e salvare le persone. Il bilancio finale è stato di una decina di vittime ma c’è chi riferisce di oltre 44.

Il malcontento sul lockdown è esploso nella metropoli dello Xinjiang perché costretta dal 10 agosto scorso ad oltre cento giorni di confinamento forzato. Da qui, le proteste contro la gestione della pandemia da parte del governo si sono estese in altre località, con appelli alle dimissioni del presidente Xi Jinping.

Oggi, come evidenziano varie testate occidentali, i principali organi di stampa cinesi non avrebbero dato spazio alla notizia in apertura di giornali come Global Times, China Daily o l’agenzia Xinhua, dando invece la precedenza alle elezioni a Taiwan e il lancio programmato per domani dello Shenzhou-15 che, con due giorni di anticipo rispetto ai piani, porterà nello spazio altri tre astronauti per la stazione spaziale Tiangong (‘Il Palazzo Celeste’).