In Emilia-Romagna boom di casi di anoressia e bulimia


Boom di anoressia e bulimia dopo il Covid: +31% pazienti in un anno, sempre più giovani. Oltre duemila pazienti presi in carico lo scorso anno in regione per disturbi alimentari

anoressia

Disturbi del comportamento alimentare in crescita dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia: nel 2021 in Emilia-Romagna sono stati 2.008 i pazienti presi in carico per queste malattie, tra centri di salute mentale (1.379 persone) e neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (629); nel 92,2% dei casi si tratta di donne, oltre i due terzi nella 12-30 anni.

TRA I GIOVANISSIMI LA SECONDA CAUSA DI MORTE DOPO GLI INCIDENTI

Un fenomeno in rapido aumento, che ha portato la crescita degli assistiti nei servizi del 31% tra il 2020 e il 2021. Questi disturbi colpiscono in particolare adolescenti e preadolescenti, in particolare del genere femminile (circa il 90% del totale). Per Giacomo Biasucci, professore associato di pediatria dell’Università di Parma e direttore dell’unità operativa di pediatria e neonatologia dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, “il contesto di patologia sempre più si sta connotando con un esordio nelle età più basse“. Per gli adolescenti, sottolinea durante l’audizione tenuta oggi in Regione, “è la seconda causa di decessi dopo gli incidenti” e negli ultimi anni “si sta diffondendo una nuova entità patologica che riguarda bambini anche di tre, quattro e cinque anni: quella dei disturbi evitanti restrittivi dell’alimentazione, per trattare i quali è importante la formazione nei confronti degli interlocutori che ruotano intorno al bambino, a partire dalla scuola e dalle famiglie. Servono competenze specifiche”, in primis tra i pediatri.

LA LEGA: IN EMILIA-ROMAGNA LISTE D’ATTESA TROPPO LUNGHE

Tra le reazioni politiche, quella della Lega. Per il consigliere regionale Michele Facci anoressia e bulimia “sono la peste degli anni 2000”, ma “nonostante la nostra Regione possa vantare la maggior concentrazione in Italia di centri specializzati, le liste d’attesa restano lunghissime. Occorre mettere in campo uno sforzo economico straordinario per sopperire alla mancanza di posti letto e dare risposta celermente alle necessità delle famiglie”.

ARRIVANO 1,9 MILIONI DI EURO PER CONTRASTARE QUESTI DISTURBI

Per contrastare i disturbi del comportamento alimentare la Regione si è però aggiudicata quasi 1,9 milioni di euro di finanziamenti statali con un progetto che ha ottenuto il via libera dal ministero della Salute. “La Regione dedica da anni grande attenzione al fenomeno, con una molteplicità di servizi e competenze per offrire interventi integrati, coordinati e professionalmente qualificati, capaci di cogliere i diversi livelli di un disturbo che ferisce profondamente corpo e anima”, sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, dopo aver fatto il punto in commissione. L’impegno “si conferma con questo nuovo progetto sanitario, che prevede lo sviluppo di azioni mirate per contrastare l’insorgenza e la cronicizzazione di disturbi legati alla nutrizione e all’alimentazione. Fondamentale è lavorare insieme, con il coinvolgimento della famiglia, della scuola e delle associazioni presenti sul territorio”.