Osteoporosi indotta da glucocorticoidi: pronte nuove linee guida


Le anticipazioni relative alle nuove linee guida ACR sul trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi (GC), attualmente in fase di peer review

Osteoporosi: nuovi dati su romosozumab da uno studio presentato nel corso del congresso annuale dell'American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR)

I pazienti sottoposti a trattamento a lungo termine con glucocorticoidi (GC) dovrebbero ricorrere alla terapia con bisfosfonati orali per ridurre il rischio di perdita di massa ossea e di fratture. E’ questa la principale delle anticipazioni relative alle nuove linee guida ACR sul trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi (GC), attualmente in fase di peer review, la cui pubblicazione definitiva è prevista per l’inizio del nuovo anno, stando ad un comunicato stampa emesso dalla società scientifica statunitense.

Informazioni sul nuovo documento
“Uno dei principali effetti collaterali della terapia con glucocorticoidi è la perdita di tessuto osseo e l’aumento del rischio di fratture”, ha ricordato nel comunicato stampa Mary Beth Humphrey, MD, PhD, ricercatrice principale delle linee guida e professore di medicina presso la University of Oklahoma Health Sciences Center. “Le fratture possono essere causa di morbilità significativa ed essere associate a un maggior rischio di mortalità. Con i nuovi farmaci per l’osteoporosi approvati e una revisione della letteratura in materia, abbiamo ritenuto importante aggiornare le linee guida”.

Le linee guida prospettiche mirano a fornire ai medici un modello per prevenire e gestire l’osteoporosi indotta da glucocorticoidi attraverso una terapia sequenziale dopo l’uso di denusomab, ormoni paratiroidei o romosozumab, per ridurre al minimo i rischi di rapida perdita di massa ossea e di fratture. Inoltre, le nuove linee guida contengono raccomandazioni relative all’abaloparatide e offrono una maggiore flessibilità nella scelta dei farmaci per medici e pazienti, secondo l’ACR.

Per sviluppare le linee guida aggiornate, gli autori hanno condotto una revisione sistematica della letteratura sugli interventi di natura farmacologica e non farmacologica da utilizzare, considerando i nuovi trattamenti farmacologici, le questioni relative all’interruzione della terapia e al ricorso alla terapia sequenziale e combinata.

Gli autori hanno poi valutato il peso delle evidenze utilizzando la tecnica GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation).

Una volta portata a termine la valutazione della letteratura ed aver implementato le raccomandazioni, queste sono state sottoposte a votazione. Un consenso pari o superiore al 70% è stata condizione necessaria per l’approvazione delle singole raccomandazioni (forti o condizionali).

Highligths delle principali raccomandazioni implementate
Considerando i pazienti adulti che assumono glucocorticoidi a lungo termine, è stata implementata una raccomandazione forte all’impiego di BSF orali. Nello specifico, i pazienti che completano un ciclo di denosumab dovrebbero passare a trattamento per 1 o 2 anni con bisfosfonato o, a seconda dello scenario clinico, con teriparatide, abaloparatide o romosozumab.

I pazienti, invece, che completano un ciclo di  trattamento a base di teriparatide, abaloparatide o romosozumab, dovrebbero passare a trattamento con un bisfosfonato o con denosumab.

Sempre in base alla sintesi proposta nel comunicato stampa, i pazienti che completano un ciclo a base di teriparatide/abaloparatide possono passare a romosozumab seguito da un bisfosfonato.

Inoltre, per i pazienti che ricevono glucocorticoidi e che sono a rischio moderato o elevato di fratture, il gruppo di esperti ha raccomandato il ricorso a bisfosfonati orali o per via endovenosa, teriparatide/abaloparatide o denosumab come terapie preferite, a seconda dei desiderata del paziente e del medico. Se tutti i rischi sono stati adeguatamente valutati, è possibile utilizzare i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni o il romosozumab, si legge nel riassunto.

“Alcuni medici potrebbero essere sorpresi dalla necessità di una terapia sequenziale quando si completa un ciclo di denosumab, ormone paratiroideo/proteina correlata all’ormone paratiroideo o romosozumab”, ha dichiarato Linda Russell, MD, direttore della medicina perioperatoria e del centro per l’osteoporosi e la salute metabolica delle ossa dell’Hospital for Special Surgery, a New York, e co-principale responsabile dell’implementazioine della linea guida, nel comunicato ACR. “Se non lo si fa, i pazienti potrebbero rischiare di sviluppare rapidamente fratture vertebrali e perdita di massa ossea”.

Fonte: comunicato stampa ACR
https://www.rheumatology.org/Portals/0/Files/Prevention-Treatment-GIOP-Guideline-Summary.pdf