Fuori “Looks That Kill”, il dark comics di Stefano Pancari


Esce “Looks That Kill” il dark comics di Stefano Pancari. Dalla mente dell’autore un approccio totalmente nuovo ai temi della sicurezza sul lavoro ed educazione civica

stefano pancari

In libreria Looks That Kill. Chi sta mettendo a rischio la tua vita?” di Stefano Pancari edito da Epc Editore: un libro/fumetto per diffondere i valori di cultura, educazione civica, sicurezza sul lavoro, sicurezza stradale e formazione. Il progetto nasce dal concept dell’autore e dai suoi occhi che vedono un mondo a tinte surreali. Sono i colori del malcostume e di quello status quo che miete infortunati e vittime tutti i giorni.

Il libro/fumetto ha un’impostazione alternativa di stampo rock – come dimostra lo stile scelto, il comics, così diverso dalla trattazione standard del tema sicurezza -, cui si aggiunge una colonna sonora ispirata alle tavole stesse. Interverranno la rock band SOS Save Our Souls con un soundtrack dedicato, Federico Sagona (ex Litfiba), AugeAlthea oltre alla partecipazione straordinaria di Antonio Chialastri, pronti a sovvertire il modo di comunicare la sicurezza.

Dalla sceneggiatura del libro è scaturito infatti il desiderio di raccontare la cultura della sicurezza attraverso la musica rock, progetto nato inizialmente dal sodalizio tra Pancari e Bruco degli SOS, estesa poi con la preziosa partecipazione della rock band Auge, del duo rock Althea e ancora di Cenere e dei Rough Syn’Apps con la voce di Paola Favarano. Ciliegina sulla torta sono i brani di Federico Sagona tratti dal suo album solista. Il risultato, grazie a Sandro Allario e la SA Project Edizioni Musicali, è “LOOKS THAT KILL SOUNDTRACK”, il primo disco rock dedicato alla cultura della sicurezza, con brani i cui testi raccontano della conflittuale relazione che abbiamo con la vita. Per questo fino ad esaurimento scorte sul sito dell’editore acquistando una copia del libro (https://www.epc.it/Prodotto/Editoria/Libri/Looks-That-Kill/5157) sarà possibile ricevere in omaggio il CD.

«La cultura della sicurezza ha la particolarità di rendere sottilissima la linea di demarcazione tra ciò che è reale e ciò che è surreale. Quando veniamo a conoscenza di una gru che crolla in mezzo a una città o di una funivia che precipita per colpa del blocco di un freno, la realtà diventa talmente assurda da sembrarci surreale. Allo stesso modo è inconcepibile che un individuo ammazzi un’altra persona investendola perché aveva gli occhi sullo smartphone anziché sulla strada… In Italia viaggiamo con una media di 3 morti al giorno sul lavoro e questo è umanamente intollerabile. È come se ogni due anni ci fosse un aereo dirottato da un folle che si schianta su delle ipotetiche Torri Gemelle italiane. L’unica differenza è che assistiamo ad una strage più lenta e silenziosa di quel boato che ci terrorizzò nel 2001. Questo è il numero di vittime che dobbiamo sopportare nonostante la tecnologia avanzata, i decreti e le certificazioni dei sistemi di gestione. E quando morti e infortuni non ci sono, abbiamo a che fare con uno stillicidio da intossicazione di cortisolo per lo stress. Ritmi sempre più serrati, videocall in sequenza, relazioni al limite dell’umanità. Vogliamo davvero questo per la nostra vita? Desideriamo essere davvero quel che siamo adesso?»