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Vaiolo delle scimmie: in Spagna le prime due vittime

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Vaiolo delle scimmie, i casi nel mondo sono 18mila, due terzi dei quali in Europa: il primato di infezioni è della Spagna, dove si sono registrato i primi due decessi

“Aumentare la consapevolezza sulla trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie, sulle relative misure di prevenzione e protezione e sui sintomi e segni del vaiolo delle scimmie tra le comunità che sono attualmente colpite altrove in questa epidemia multi-paese (come ad esempio, ma non esclusivamente, gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (Men who have sex with men-MSM, individui con più partner sessuali, ndr) nonché tra altri gruppi di popolazione che potrebbero essere a rischio (ad esempio prostitute, persone transgender)”. Così sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità relativamente alle misure di riduzione del rischio del contagio del vaiolo delle scimmie che oggi conta 18mila casi al mondo, con i due terzi in Europa e i primi due decessi in Spagna, in uno stato di emergenza ormai globale.

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Si dovrà quindi “concentrare gli sforzi di comunicazione del rischio e di supporto della comunità su ambienti e luoghi in cui si svolgono incontri intimi (ad esempio riunioni incentrate su MSM- uomini che hanno rapporti con uomini e luoghi adibiti al sesso in loco)”, proseguono le indicazioni di prevenzione Oms. Contro il vaiolo delle scimmie, “il migliore rimedio è ridurre rischi di esposizione“, è stata la dichiarazione del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus che in un tweet ha anche ribadito la necessaria cautela riguardo una narrazione ampiamente diffusa che collega ormai il virus all’omosessualità maschile: “Lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus”, ha detto Ghebreyesus.

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L’indicazione dell’Oms è quella di “coinvolgere i gruppi chiave della comunità, la salute sessuale e le reti della società civile per aumentare la fornitura di informazioni affidabili e concrete sul vaiolo delle scimmie e sulla sua potenziale trasmissione all’interno di popolazioni o comunità che potrebbero essere maggiormente a rischio di infezione“. Ciò include “il coinvolgimento e il supporto degli organizzatori di eventi su larga e piccola scala, nonché con i proprietari e i gestori di luoghi del sesso nei locali per promuovere misure di protezione individuale e comportamenti di riduzione del rischio“.

In diversi contesti, prosegue ancora la raccomandazione Oms, “ciò includerebbe la limitazione del contatto pelle a pelle o altre forme di stretto contatto con altre persone sintomatiche, potrebbe includere la promozione della riduzione del numero di partner sessuali ove pertinente, anche per quanto riguarda eventi con luoghi per sesso nei locali, uso di misure e pratiche di protezione, anche durante e relative a piccoli o grandi assembramenti di comunità ad alto rischio di esposizione”.

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