Tumore al seno triplo negativo: si può aumentare l’efficacia dell’immunoterapia


Alcuni ricercatori hanno sviluppato una strategia che potrebbe rendere il tumore al seno triplo negativo più vulnerabile ai trattamenti immunoterapici

Alcuni ricercatori hanno sviluppato una strategia che potrebbe rendere il tumore al seno triplo negativo più vulnerabile ai trattamenti immunoterapici

In uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Cancer, viene presentato un metodo con cui si potrebbe aumentare l’efficacia dell’immunoterapia contro uno dei tumori del seno più aggressivi, il triplo negativo. “L’immunoterapia con cui si bloccano i checkpoint immunitari scatena risposte immunitarie antitumorali ed è diventata una delle terapie più efficaci in oncologia. Tuttavia molti pazienti non rispondono a tali trattamenti o sviluppano resistenza” spiegano i ricercatori del gruppo coordinato da Joan Albanell e Toni Celià-Terrassa dell’Hospital del Mar Medical Research Institute di Barcellona. Il gruppo ha scoperto che una molecola già nota alla comunità scientifica può rendere “visibili” al sistema immunitario le cellule tumorali che spesso sfuggono all’immunoterapia.

Nello studio, svolto in animali di laboratorio e in campioni ottenuti da pazienti, i ricercatori hanno osservato che le cellule staminali tumorali sono la principale causa di resistenza del tumore del seno triplo negativo ai farmaci immunoterapici approvati per questo tipo di cancro. Tali cellule sfuggono infatti al riconoscimento da parte del sistema immunitario e quindi all’immunoterapia.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che, attivando la molecola LCOR (da ligand-dependent corepressor) nelle cellule staminali tumorali in cui è normalmente poco presente, si riesce a far diventare tali cellule riconoscibili e vulnerabili a questo tipo di terapia. Questo perché LCOR, attraverso un meccanismo analizzato nello studio, fa in modo che le cellule siano in grado di presentare sulla propria superfice alcune particolari molecole (gli antigeni), necessarie affinché avvenga il riconoscimento e l’attacco da parte del sistema immunitario stesso. In uno studio con topi da laboratorio, l’attivazione di LCOR seguita da un’immunoterapia ha fatto guarire gli animali dal tumore.

I ricercatori non si sono fermati qui. Hanno elaborato una strategia per far sì che LCOR possa essere espresso nelle cellule tumorali, e lo hanno fatto prendendo ispirazione dai vaccini sviluppati contro Covid-19. Semplificando, hanno progettato piccole vescicole in grado di trasportare e distribuire alle cellule tumorali le “istruzioni” per poter produrre LCOR, istruzioni che sono state costruite sotto forma di RNA messaggero, proprio come avviene per alcuni vaccini contro Covid-19.

Sulla base di esperimenti effettuati in cellule in coltura e in topi di laboratorio, gli autori ritengono possibile che una terapia con RNA messaggero possa rappresentare un “alleato terapeutico” degli inibitori dei checkpoint immunitari, anche se saranno necessari ulteriori studi per confermare l’ipotesi.

“L’importante è che i risultati sperimentali dimostrino una sensibilizzazione senza precedenti del tumore del seno triplo negativo all’immunoterapia, rendendo i tumori resistenti potenzialmente curabili” ha commentato Albanelli. “Questo ci motiva a studiare strategie terapeutiche che possano essere applicate anche ad altri tipi di tumore.”

FONTE: AIRC