A Roma dopo cinghiali e topi è allarme zecche


Mentre aumentano i casi di peste suina nel Lazio, a Roma è allarme zecche e pulci: lo afferma Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale

Punture di zecche: come rimuovere il parassita

“Dai cinghiali ai gabbiani, dai corvi alle blatte e all’invasione dei topi, ma ora a far parlare della Capitale come una ‘città-giungla’ è l’invasione di zecche e pulci nei parchi pubblici. Le cause sono sempre le stesse, emergenza rifiuti e la mancanza di manutenzione e cura del verde“. E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.

“Zecche e pulci rappresentano un problema serio non solo per i cani a spasso nei parchi ma anche per l’uomo, per le temibili punture delle zecche che potrebbero causare danni anche seri per la salute. Ricordiamo ad esempio come la precedente amministrazione guidata dalla sindaca Raggi, per la diffusione dei topi, nell’agosto del 2018, aveva annunciato di voler realizzare un programma per contenerne il numero attraverso un bando per generare idee non cruente per la sterilizzazione- prosegue Benvenuti- Fra le polemiche l’amministrazione capitolina aveva citato l’esempio degli Usa, dove si stava sperimentando la soluzione cruelty free, una soluzione gentile al problema della proliferazione con esche che contengono ormoni per accelerare la menopausa nelle femmine e rendere meno fertili i maschi”.

Da subito, sottolinea, “avevamo evidenziato la necessità di ricordare come oltreoceano, al di là delle sperimentazioni, si erano messe in atto soluzioni concrete. Il sindaco di New York, Bill De Blasio, aveva a quel tempo lanciato un programma di sterilizzazione dei ratti ma che prevedeva un piano da decine di milioni di dollari, attraverso l’installazione di centinaia di costosi bidoni ad energia solare in grado di compattare la spazzatura e di impedire ai roditori l’accesso all’immondizia nei quartieri considerati piu’ a rischio: Bushwick and Bed-Stuy a Brooklyn, The Grand Concourse nel Bronx, il Lower East Side, l’East Village e Chinatown a Manhattan”.

Inoltre “soluzioni hi-tech, usando un metodo che sopprimeva i ratti con il ghiaccio secco, ma anche la possibilità per grandi caseggiati di depositare la spazzatura in strada alle prime ore dell’alba e non la sera, con uno stanziamento di 32 milioni di dollari. Tutto ciò finalizzato a ridurre del 70 per cento il numero di ratti e topi nella Grande Mela”.

A Roma invece, commenta Benvenuti, “al di là del programma ad effetto del 2018 di cui non vi sono state tracce concrete, in ambito ambientale abbiamo assistito attoniti anche all’idea di utilizzare 50.000 pecore per risolvere il problema della manutenzione del verde, dell’utilizzo di pipistrelli per non aver risolto il problema della zanzara tigre, del coinvolgimento di api per controllare il tasso di smog. Sta di fatto che, oltre alle parole, a Roma non vi è stata una soluzione adeguata a tali problemi. Ed è bene ricordare che a tutt’oggi nella Capitale vivono 10 milioni di topi, circa 3 ogni cittadino“.

Con la nuova amministrazione Gualtieri, conclude Benvenuti, “i problemi sono gli stessi, dai topi ai cinghiali, dalle blatte alle cimici e alle pulci per i rifiuti in strada non raccolti per giorni e la mancanza di una manutenzione adeguata del verde. Si prosegue non trovando soluzioni adeguate ai mille problemi irrisolti: non servono trovate ‘innovative’, soprattutto in ambito ambientale, bensì una adeguata programmazione fatta di competenze e soluzioni concrete”.

D’AMATO: ‘CASI DI PESTE SUINA SALGONO A 15, PROSEGUE MONITORAGGIO E CONTROLLO’

“Salgono a 15 i casi positivi di peste suina sui cinghiali. Quattordici nell’area perimetrata romana e uno a Rieti a Borgo Velino. I servizi veterinari delle Asl proseguono nell’attività di monitoraggio e controllo. Attendiamo la perimetrazione della nuova zona rossa nel reatino”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.