Aumenta la produzione di bottiglie e vasetti di vetro, con meno CO2


Più bottiglie e vasetti di vetro prodotti in Italia, con un occhio di riguardo all’ambiente, secondo i dati di Assovetro

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La produzione di bottiglie, il packaging Doc per i prodotti di eccellenza del Made in Italy, nei primi nove mesi del 2021 ha registrato una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed è prevista la realizzazione di nuovi forni per ampliare la capacità produttiva, confermando così la posizione dell’industria italiana dei contenitori al primo posto in Europa con il 21,3% di valore di produzione.

Ma non solo la produzione ha tenuto duro negli anni di crisi, anche le performance ambientali e sociali hanno realizzato avanzamenti: le emissioni di CO2 per tonnellata di vetro fuso evidenziano una costante diminuzione e, tra il 2016 e il 2020, sono calate del 6,2% e del 50% negli ultimi 40 anni. Il tasso di riciclo ha raggiunto il 78,6% e l’efficienza dell’utilizzo delle risorse risulta particolarmente elevata. Questa la panoramica dell’industria italiana del vetro diffusa in occasione di un evento per la stampa da Assovetro, l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro aderente a Confindustria.

“Il settore, seppur sottoposto a fortissime pressioni a causa del rincaro delle materie prime, dei trasporti e dell’energia – spiega Marco Ravasi, presidente della sezione vetro cavo di Assovetro – è impegnato a garantire bottiglie e vasetti ai produttori delle eccellenze agroalimentari italiane e, per questo, abbiamo confermato investimenti nell’ampliamento di capacità produttiva e nella progettazione di nuovi forni. Il vetro, inoltre, bisogna ricordare, garantisce anche la sicurezza alimentare: dopo la pandemia, infatti, ben il 67% degli italiani si è detto preoccupato per la sicurezza alimentare e l’igiene dei contenitori“.

In Italia, segnala Assovetro, ci sono 14 aziende con 39 stabilimenti che producono packaging in vetro, 27 sono al Nord, 7 al Centro e 5 al Sud e contano 7.800 addetti con un fatturato annuo di 2,4 milioni di euro. Le previsioni dell’industria del vetro italiana, tra il 2020 e il 2024, mostrano un trend in crescita: + 500 posti di lavoro, la messa in opera di ulteriori cinque forni di fusione con un investimento di 400 milioni di euro e con un aumento della produzione di 500mila tonnellate di packaging in vetro l’anno e investimenti di 250 milioni di euro l’anno in impianti e macchinari.

Dal 2016 la produzione di contenitori è stata in costante aumento: mentre nel 2016 si producevano circa 4 milioni di tonnellate di packaging in vetro, nel 2020 si è arrivati a più di 4,4 milioni di tonnellate, le sole bottiglie nei primi 9 mesi del 2021 sono arrivate a 3 milioni di tonnellate (+6%) rispetto al 2020 e, per sopperire alla richiesta crescente di bottiglie è aumentato del 20% l’import.

In flessione, invece, nei primi nove mesi del 2021 la produzione di vasi alimentari che è calata del 6,6%. Tra il 2019 e il 2020 le “sinergie” vetro-ambiente hanno risultati positivi: la raccolta differenziata aumenta del 2,6% e il riciclo del 3,6% e il tasso di riciclo è passato, tra il 2019 e il 2020, dal 77,3% al 78,6, al di sopra del target europeo del 75% al 2030, pur impegnandosi ad arrivare al 90% nel 2030.

Il Rapporto di Sostenibilità di Assovetro, che ha coinvolto 19 aziende, 15 produttrici di vetro cavo e 4 di vetro piano, rappresentando, nel loro complesso, il 90% della presenza industriale installata in Italia, rileva tutte le prestazioni ambientali, economiche e sociali del settore. Sotto il profilo ambientale, l’andamento delle emissioni di CO2 equivalente per tonnellata di vetro fuso evidenzia la costante diminuzione del valore considerato per unità di prodotto, in calo del 6,2% dal 2016 al 2020 e pari a 0,381 tonnellate di CO2 eq. nel 2020, valori che confermano come l’industria del vetro abbia significativamente migliorato le sue performance negli ultimi decenni, riducendo continuamente le sue emissioni.

La produzione di vetro è un’attività energivora in quanto, per essere fuso e plasmato, il vetro deve raggiungere alte temperature. Il consumo di energia rappresenta quindi un indicatore chiave per il settore – sotto il duplice profilo economico e ambientale. L’indicatore di prestazione energetica è rimasto costante tra il 2016 e il 2020 e pari complessivamente a 0,17 TEP / Ton di vetro fuso.

Il vetro è un materiale modello per l’economia circolare: grazie ad un efficace sistema di raccolta differenziata che garantisce l’adeguata qualità del rottame di vetro, il vetro può essere reimmesso nel ciclo produttivo infinite volte, senza perdere le caratteristiche originarie e senza alcun degrado qualitativo.

L’impiego di rottame di vetro nella composizione della miscela vetrificabile consente il conseguimento di importanti risparmi energetici, sia indiretti con la sostituzione di materie prime ad alto contenuto energetico, sia diretti, legati cioè ad una riduzione dell’energia di fusione. Alta anche l’efficienza nell’utilizzo delle risorse: per una tonnellata di vetro fuso, è necessario un input di 1,1 tonnellate di materiali. In aumento anche i siti con certificazioni ambientali, oltre il 41% nel biennio 2019-2020.

In una tonnellata di vetro l’energia pesa tra il 22 e il 27% nel costo totale, a seconda della tipologia”. Per questa voce “l’incremento rispetto a prima della pandemia è stato del 1.200%, un valore enorme”, ma “se si valuta il periodo più critico, dal secondo semestre dello scorso anno, da quando la curva è partita, abbiamo un incremento del 450%” e ciò “vuol dire almeno un raddoppio del costo totale“. Di fronte a queste criticità “chiediamo un tavolo con il Governo”, che affronti il tema delle agevolazioni per il settore e anche quello dell’import di vetro cavo che danneggia il settore italiano. Lo dice Marco Ravasi, presidente della sezione vetro cavo di Assovetro.

Quelli relativi all’energia sono “aumenti che al momento non stiamo facendo sul mercato ma che arriveranno nel lungo periodo e che oggettivamente destano preoccupazione”, avverte Ravasi. Ciononostante l’impennata dei prezzi “non influirà sulla decisione di aumentare la capacità produttiva” del settore vetro cavo, spiega il dirigente di Assovetro. “Noi crediamo in questo settore e per questo auspichiamo interventi governativi, release gas e capacità impiantistiche nuove con una riduzione delle bollette energetiche, per una riduzione dei costi”, e “restiamo positivi, crediamo che il sistema italiano riesca a risolvere”.

Ciò detto, però, “chiediamo un tavolo con il governo”, dice Ravasi, “lo vogliamo e lo auspichiamo”. Quello che i produttori di vetro si aspettano di ottenere sono “agevolazioni sul sistema gas specifiche per le aziende energivore, che evidentemente in questo momento hanno uno stato di necessità diverso da quello che può essere l’utente normale o il medio piccolo consumatore”. Un tavolo che affronti anche il tema dell’importazione, perché “abbiamo anche dovuto chiudere linee per l’import dalla Turchia”. Insomma, conclude il presidente della sezione vetro cavo di Assovetro, “abbiamo un settore unico nel mondo tra le mani che secondo me va valorizzato”.