LupMorthy debutta con il brano “Strings”


“Strings” è il primo singolo di LupMorthy tratto dall’album “Requiem for a Tree”: entrambi sono online sulle piattaforme digitali

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“Strings” è il primo singolo di LupMorthy tratto dall’album “Requiem for a Tree”. “Strings” viene accompagnato da un video curato da Simone Varano in visione a questo link  https://youtu.be/PaZZ87ZfsvE e che è stato presentato in anteprima sul sito Kalporz.com.

LupMorthy  è un artista milanese, compositore, insegnante e frequentatore della montagna. Prima di dedicarsi interamente alla sua musica ha suonato il basso elettrico per 20 anni, sia in tour che in studio, con diversi progetti della scena indipendente italiana. Fra le varie band ricorda in particolare le collaborazioni con artisti quali GoodMorningBoy, Songs for Ulan, Musical Buzzino e Cesare Basile, con cui ha stabilmente suonato fin dal 2003 e vinto due targhe Tenco. La musica di LupMorthy è sperimentale, dai confini che sfumano fra diversi generi, dall’elettroacustica all’ambient, dal minimalismo al field recording.
Nel suo repertorio si trovano anche brani per ensemble vocali e musica da camera. Insegna teoria dei linguaggi musicali, dirige musica d’insieme e realizza progetti musicali con bambini e adolescenti. Dal 2005 coordina un laboratorio stabile di musicoterapia per bambini disabili. Si è laureato presso la Civica Classica “Claudio Abbado” di Milano in Composizione e in Didattica della Musica e ha conseguito un diploma in Musicoterapia al Centro di Artiterapie di Lecco. Oltre alla musica, la montagna, le vie di roccia classiche in particolare. La montagna gli ha insegnato a fare un passo alla volta e, paradossalmente, a stare con i piedi per terra.

Il tema principale di “Strings” è la manipolazione dello strumento musicale, che qui è sempre presente dall’inizio alla fine e ne costituisce lo sfondo.

Dichiarazione dell’artista:
 “Usando costantemente una figura gestuale archetipa, l’arpeggio, ho sentito la necessità di ripensare completamente l’uso di questo gesto sul pianoforte acustico, intervenendo sullo strumento con elastici e corde, trasformandolo timbricamente in qualcos’altro. E’ un nuovo strumento quello che si ascolta, un meticcio fra arpa e banjo, un timbro nuovo che invita alla regressione per la gestualità infantile a cui sono ricorso; non uso la tastiera ma tiro le corde, sono gesti non usuali e di scarsa gestione, e il timbro si apprezza, a mio parere, proprio dalla gestualità che il timbro stesso suggerisce. Il linguaggio del brano è descrittivo, e la narrazione è impreziosita dal clarinetto di Enrico Gabrielli, la chitarra elettrica di Stefano Pilia e il violino di Rodrigo D’Erasmo.