VIEPI: un progetto per valutare la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro


Da ENEA una nuova indagine scientifica nell’ambito del progetto VIEPI – Valutazione Integrata dell’Esposizione al Particolato Indoor

viepi

Valutare gli effetti sulla salute dei livelli di particolato atmosferico in relazione al microclima nei diversi ambienti di lavoro al chiuso. È questo l’obiettivo dello studio avviato dall’Inail con ENEA, Sapienza Università di Roma, Università di Cagliari e Cnr. “Si tratta di una nuova indagine scientifica nell’ambito del nostro progetto ‘VIEPI – Valutazione Integrata dell’Esposizione al Particolato Indoor’ che si occupa di studiare le correlazioni esistenti tra le misure di particolato atmosferico e le condizioni micro climatiche negli ambienti indoor, per la comprensione delle implicazioni legate alle esposizioni lavorative”, sottolinea Armando Pelliccioni, ricercatore dell’Inail e coordinatore scientifico del progetto VIEPI.

“Per ENEA questo è il primo progetto che la vede coinvolta sul tema della qualità dell’aria in ambienti confinati, come quelli di lavoro e studio. E il nostro compito riguarderà, in particolare, l’analisi tossicologica del particolato ultrafine”, spiega Maria Giuseppa Grollino, ricercatrice del Laboratorio Salute e Ambiente di ENEA.

La concentrazione degli inquinanti può variare nel tempo e dipendere non solo dalla natura delle sorgenti ma anche dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività svolte dagli occupanti stessi. Inoltre, l’esposizione è un aspetto fondamentale nella valutazione degli effetti dell’inquinamento dell’aria. Nei Paesi industrializzati e, in particolare, negli ambienti urbani la popolazione trascorre più del 90% del proprio tempo in ambienti chiusi, ossia in casa, ufficio, auto e nei luoghi di istruzione come scuole e università.

“Negli ultimi anni è emersa l’esigenza di approfondire le conoscenze sull’inquinamento indoor, soprattutto di fronte all’aumento di evidenze scientifiche sugli effetti dannosi per la salute dell’uomo. E per questo – sottolinea il ricercatore dell’Inail – abbiamo deciso di approfondire ulteriormente questo aspetto dell’inquinamento dando il via a una nuova collaborazione, che prevede uno studio integrato dell’esposizione dei lavoratori al particolato atmosferico in ambienti indoor, con la simulazione numerico-sperimentale di campi fluidodinamici e di concentrazione, in scala reale e di laboratorio, e la caratterizzazione chimica, morfologica e tossicologica del particolato fine ed ultrafine”.

“Per il progetto VIEPI, l’inquinante indoor che andremo a studiare è il particolato ultrafine[1], che è la frazione dimensionale che merita maggiore attenzione per la sua capacità di penetrare nel corpo umano colpendo diversi organi, come polmoni, cuore, fegato, reni e cervello. Queste particelle, costituite da un complesso cocktail di componenti chimici, possono esercitare la loro azione tossica sugli organi bersaglio e provocare una serie di patologie importanti perché generano stress ossidativo, indebolimento delle difese immunitarie e aumento delle infiammazioni delle vie aeree e dell’organismo in generale”, sottolinea la ricercatrice dell’ENEA.  Inoltre, di recente è stato messo in luce come anche la presenza e il movimento degli individui costituiscano una sorgente importante di particolato indoor, che si aggiunge alle altre sorgenti interne e alle infiltrazioni provenienti dall’esterno, in particolare dal traffico veicolare. Gli individui costituiscono, quindi, sia una fonte sia un recettore dell’inquinamento stesso.

Il team di ricercatori ENEA è già al lavoro in laboratorio per la coltura in vitro di cellule bronchiali umane sane; una volta pronte, le colture cellulari saranno trasferite in un’aula di università, attraverso un espositore portatile, e “respireranno”, per un intero giorno, la stessa aria di studenti e professori. “Utilizzeremo una tecnica innovativa nel campo della tossicologia ambientale in vitro che permette un contatto diretto del sistema cellulare con l’aria dell’ambiente. In questo modo, riusciremo a studiare la potenziale tossicità di inquinanti ambientali in condizioni di reale esposizione umana e non più solo in laboratorio”, spiega la dott.ssa Grollino.

Successivamente, le cellule bronchiali torneranno in laboratorio, dove il team di ricerca ENEA svolgerà test biochimici e molecolari per analizzare la risposta tossicologica legata all’esposizione all’inquinamento indoor, attraverso la valutazione dell’espressione di geni legati a stress ossidativo, infiammazione e risposta a composti organici. Questo permetterà ai ricercatori di comprendere il potenziale impatto nocivo dell’inquinamento indoor sulla salute, mettendo in correlazione le risposte biologiche messe in atto dalle cellule bronchiali e le caratteristiche chimico-fisiche del particolato.

“Inoltre, attraverso la realizzazione di mappe di concentrazione di materiale particolato indoor, curate essenzialmente dall’Inail e dalle Unità Operative della Sapienza Università di Roma e dell’Università di Cagliari, riusciremo a individuare le dinamiche all’origine della distribuzione spaziale delle concentrazioni in ambienti confinati di lavoro. Questo ci permetterà di fornire elementi utili alla stesura di linee guida per individuare la collocazione ottimale delle postazioni di lavoro e della strumentazione potenzialmente inquinante”, conclude la ricercatrice ENEA.

Il progetto ‘VIEPI’ coinvolge le seguenti Unità Operative: Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale (Sapienza Università di Roma, destinatario istituzionale, responsabile scientifico Prof. Paolo Monti), Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Architettura (Università degli Studi di Cagliari, responsabile scientifico Prof. Giorgio Querzoli), Cnr – Istituto di Inquinamento Atmosferico (IIA, responsabile scientifico Dott.ssa Cinzia Perrino), Cnr – Istituto di Scienze Atmosferiche e Clima (ISAC, responsabile scientifico Dott.ssa Francesca Costabile) ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali (SSPT, responsabile scientifico Dott.ssa Maria Giuseppa Grollino).

[1] La composizione chimica del particolato ultrafine è materia complessa e oggetto di continue ricerche. Semplificando è possibile dire che queste particelle sono costituite sia da una componente carboniosa (carbonio organico ed elementare), sia da un componente inorganica come solfati, nitrati, elementi in traccia e metalli, tutto questo in relazione alla loro sorgente emissiva; negli ambienti indoor alcune importanti fonti di particolato ultrafine includono caminetti, fornelli a gas ed elettrici, fumi di cottura, riscaldamento a gas e fumo di tabacco, ma anche strumenti di lavoro come fotocopiatrici, computer e stampanti.