Guerra in Ucraina: da Kiev appello per il Donbass


Guerra in Ucraina, Kiev alla popolazione: “Andate via dal Donbass”. Ma niente corridoi umanitari. Le autorità ucraine accusano la Russia di violare il cessate il fuoco nella regione di Lugansk

profughi ucraina compagni di classe

In Ucraina oggi non è stata concordata l’apertura di alcun corridoio umanitario. A renderlo noto è stata la vice primo ministro di Kiev, Irina Vereshchuk, che ha accusato le forze armate russe di “violare il cessate il fuoco” nella regione contesa di Lugansk e di aver “bloccato i pullman per l’evacuazione di civili” nella regione di Zaporozhya, entrambe nell’est del Paese.

L’annuncio della dirigente del governo ucraino arriva nelle stesse ore in cui il governatore ucraino di Lugansk, Serhiy Gaidai, ha invitato la popolazione a organizzarsi per lasciare le proprie case “finché le autorità locali sono in grado di venirvi a prendere”. Secondo Gaidai infatti l’esercito russo “sta accumulando mezzi nei pressi di Rubizhne“, città da 60mila abitanti sotto il controllo di Mosca, “e la tensione sale di minuto in minuto”.

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Anche il governatore ha confermato che i corridoi umanitari previsti per oggi, cinque, non sono stati aperti perché le forze armate russe “stanno violando” le tregue temporanee pensate per permettere di trasferire i civili. Nonostante questo Gaidai ha comunicato che le autorità locali sono riuscite a evacuare civili da almeno cinque villaggi della zona.

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Il governatore ha anche rivolto un appello affinché i cittadini della regione si assicurino di “andare verso ovest”. Continua infatti, stando a quanto riferiscono le autorità russe, l’esodo di civili verso est, ovvero verso la Russia, sia da Lugansk che da Donetsk, altra regione contesa sotto il sostanziale controllo di milizie filo-russe nella zona orientale del Donbass. Secondo quanto comunicato da autorità di frontiere dei servizi di intelligence russi, si apprende dall’agenzia Tass, solo ieri 14.500 persone hanno lasciato le due regioni del Donbass per recarsi nella regione russa di Rostov, appena oltre il confine.

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Le milizie filo-russe di base nel Donetsk hanno affermato di aver portato via sempre ieri circa 600 civili, di cui 100 minori, da Mariupol, porto sud-orientale affacciato sul Mar d’Azov, teatro da oltre un mese di un assedio delle forze armate di Mosca. Secondo Vadym Boichenko, sindaco della città, che si trova appunto nel Donetsk, le persone che stanno aspettando di essere trasferite via dalla città sono circa 100mila.

Da circa due settimane, spiega la Dire (www.dire.it), le truppe russe si sono ritirate dall’Ucraina centrale. L’ottica, stando a quanto hanno affermato le stesse autorità di Mosca e stando a quanto rilevato da analisti indipendenti, è quella di concentrare gli sforzi militari nel Donbass.