Moda: scarpe e abbigliamento in crisi negli USA


La crisi economica negli Stati Uniti e l’aumento dei prezzi al consumo colpiscono anche il settore dell’abbigliamento e delle scarpe

scarpe

L’inflazione negli Stati Uniti tocca un record dal 1982 con i prezzi al consumo che, secondo quanto riportato dal rapporto mensile del Bureau of Labor Statistics, sono aumentati del +7,5% rispetto ad un anno fa. Ed il rincaro delle merci si riflette anche sulla moda tanto che, a gennaio, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) per la moda negli Stati Uniti ha segnato un aumento generale su base annua del +5,3% e con quella maschile che, secondo quanto riportato dalla rivista specializzata spagnola Modaes, ha visto aumentare i prezzi a gennaio del +6,6% rispetto ad un anno fa.

Il trend, come specifica la testata spagnola, è in linea con il resto dei principali Paesi: nel 2021 l’inflazione nel settore in Europa, compresa la moda e le calzature, si è attestata al +3,1%, secondo i dati pubblicati da Eurostat. Oltre all’abbigliamento, anche le calzature hanno sperimentato un rincaro dovuto appunto all’inflazione: come precisato da Footwear News che ha riportato i dati di Footwear Distributors and Retailers of America (FDRA), i prezzi delle scarpe sono aumentati del +6% a gennaio anno su anno. Le calzature da uomo sono aumentate del +5,1%, mentre quelle da donna del +6,8% e quelle dei bambini del +6,3 per cento. Gli esperti sostengono che l’aumento dei prezzi dovrebbe perdurare per tutto il 2022.

Secondo Andy Polk, senior vice President di FDRA, il rischio è che i consumatori sentano questa continua inflazione «molto di più rispetto allo scorso anno perché ci sono meno dollari in tasca per compensare l’aumento dei costi. Lo stimolo del Governo si è esaurito poiché le famiglie non ricevono più assegni mensili del credito d’imposta per i bambini, poi ci sono altri problemi come la ripresa dei rimborsi dei prestiti studenteschi. Il risultato è che molti consumatori acquisteranno scarpe a prezzi ancora più bassi rispetto all’anno scorso. Forse compreranno anche meno scarpe, nei prossimi mesi».