Tumore al seno: in Toscana arrivano i test genomici


Test genomici tumore al seno: in Toscana si è concluso l’iter per garantire la gratuità degli esami che permettono di evitare chemioterapie inappropriate

Test genomici tumore al seno: in Toscana si è concluso l’iter per garantire la gratuità degli esami che permettono di evitare chemioterapie inappropriate

È attiva in tutte le Breast Unit della Toscana, per le donne con tumore della mammella in stadio iniziale, l’erogazione gratuita dei test genomici che consentono di evitare chemioterapie inappropriate in aggiunta alla terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico. La Regione, forte della delibera della Giunta che ha stabilito la gratuità di queste analisi molecolari in alcune tipologie di pazienti (cioè nelle persone con malattia in stadio iniziale a biologia incerta), ha dato il via libera all’accesso ai test. E l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana è stata la prima nella Regione a prescrivere questi esami.

“La delibera della Giunta regionale ha rappresentato una conquista di civiltà – afferma Andrea Michelotti, Direttore dell’Oncologia Medica 1 dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana -. È stato necessario oltre un anno per adempiere tutti i passaggi burocratici e amministrativi necessari per rendere effettivo quanto stabilito nel provvedimento e sbloccare così l’accesso gratuito ai test e il conseguente rimborso regionale. Oggi, finalmente, l’iter si è concluso. Ogni anno in Toscana si registrano circa 3.500 nuovi casi di tumore del seno. Il test è indicato per un particolare sottotipo di pazienti, quelle con carcinoma della mammella di tipo luminale in stadio iniziale, che esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2 (ER+/HER2-), a rischio intermedio. Ci aspettiamo che possano rientrare in questa popolazione circa 600 pazienti ogni anno nella Regione”.

Questi esami sono raccomandati dalle linee guida dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dalle più importanti linee guida internazionali, come quelle della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) e della St. Gallen International Breast Cancer Conference.

“I test genomici rappresentano uno strumento che si aggiunge alle armi terapeutiche a disposizione dei clinici, per decidere se a una paziente dovrà essere somministrata o meno la chemioterapia adiuvante, cioè successiva all’intervento chirurgico, in aggiunta alla terapia ormonale standard – spiega Manuela Roncella, Direttore dell’Unità Operativa di Senologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana -. Le pazienti candidate al test vengono individuate dai gruppi oncologici multidisciplinari (GOM) all’interno delle Breast Unit della Toscana. La prescrizione del test, quindi, deve essere un atto collegiale, condiviso dall’equipe formata dall’oncologo medico, dal chirurgo, dall’anatomo patologo e dal radioterapista”.

Grazie agli screening e alle terapie innovative, la sopravvivenza a 5 anni in Italia in questa neoplasia raggiunge l’88%. “La recidiva del tumore al seno può verificarsi fino ad oltre un ventennio dalla diagnosi iniziale, soprattutto nelle donne con carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali – conclude Andrea Michelotti -. I test genomici valutano gruppi di geni espressi in uno specifico tessuto, studiandone le funzioni e le modalità con cui interagiscono tra loro. Forniscono, cioè, il profilo molecolare personalizzato di un tumore. E rappresentano uno strumento estremamente importante per i medici, aiutandoli a decidere in quali pazienti la chemioterapia è realmente utile. Comportano evidenti benefici clinici e migliorano la qualità di vita delle donne grazie ad una maggiore appropriatezza nella scelta delle cure all’interno del Sistema Sanitario”.