Unione donne in Italia: appello per il Ddl contro i figlicidi


“Approvare subito il Ddl per fermare i figlicidi”: l’appello dell’Unione donne in Italia. Antonella Penati, mamma di Federico Barakat, invita a firmare la petizione

Madre con mascherina Ffp2 versa gel disinfettante per le mani del figlio

Finalmente siamo arrivati a un disegno di legge per introdurre garanzie più stringenti sulla sicurezza dei minori. Abbiamo lanciato una petizione perché vogliamo che il Senato e il Parlamento facciano il possibile per approvarla”. Così, in un’intervista rilasciata all’Agenzia di stampa Dire (www.dire.it), Vittoria Tola, Segreteria nazionale Unione donne in Italia (Udi), che insieme ad Antonella Penati e all’Associazione Federico nel cuore, ha lanciato una petizione per sostenere l’approvazione del Disegno di Legge 2417, presentato in Senato lo scorso 13 ottobre.

Il Ddl prevede l’introduzione nel Codice civile dell’articolo 317 ter (Provvedimenti riguardo ai figli nei casi di violenza di genere o domestica) su proposta dell’Associazione Federico nel cuore Onlus e di Udi, per disporre, nei casi di allegazione di violenza, l’immediata sospensione del diritto di visita del genitore violento e l’affidamento temporaneo del minore all’altro genitore o ai parenti di questo entro il quarto grado.

Prima firmataria della legge è la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, e insieme a lei ci sono i senatori Fedele, Papatheu, Rizzotti, Laforgia, Vono, Rampi, Pittella, Giacobbe e Iori. La proposta è nata dalla tragica vicenda del piccolo Federico Barakat, ucciso dal padre nel 2009 durante un incontro protetto: la mamma, Antonella Penati, “non ha ottenuto giustizia- ha detto Tola- e così ci siamo accorti che nelle norme c’era un vuoto”.

LEGGI ANCHE: “Una Giornata nazionale contro il figlicidio”, l’appello di mamma Penati

Della morte del piccolo Federico, “nessuno è stato ritenuto responsabile”, ha ribadito alla Dire Antonella Penati, presidente dell’associazione Federico nel cuore. “Era stato affidato allo Stato- ha aggiunto- e le sentenze italiane così come quella della Cedu peseranno su tutti i bambini italiani ed europei perché sanciscono una cosa orribile: che lo Stato non aveva il dovere di proteggere mio figlio in ambito protetto”.
I figlicidi, dal 2009 a oggi, sono stati 517, la maggior parte dei quali avvenuti per mano paterna. Eppure, ha spiegato Tola, “c’è ancora difficoltà a capire la differenza fra un figlicidio compiuto da un padre per vendetta verso l’ex compagna e quello compiuto da una madre in seguito a depressione post- partum o per il terrore di lasciare i figli abbandonati. In entrambi i casi si tratta di storie tragiche ma sono diverse e necessitano di approcci diversi: nel caso dei padri violenti, il figlicidio è strettamente legato alla violenza domestica e al femminicidio”.

Questo Ddl, quindi, “aiuta a impedire che altri bambini vengano uccisi e copre un buco del nostro sistema”, ha detto ancora Penati, che ha anche ricordato come un bambino vittima di violenza assistita possa essere esposto “a una seconda vittimizzazione quando è affidato a comunità o famiglie affidatarie o allo Stato, soprattutto se si stabilisce che nessuno ha la responsabilità di ciò che gli accade”. L’appello di Penati e di Tola è firmare la petizione affinché il Ddl venga approvato “immediatamente: ve lo chiedo a nome di Federico e di tutti i bambini affidati allo Stato, alle case famiglia o alle famiglie affidatarie: hanno diritto a essere protetti. Firmare è un atto dovuto a tutta l’infanzia”, ha concluso Antonella Penati.

Link alla petizione: https://www.change.org/p/maria-elisabetta-alberti-casellati-fermia mo-i-figlicidi-ddl2417subitorecruiter=90222265&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=petition_dashboard&recrui ted_by_id=4ffbf3e0-e560-11e3-9b94-a38e1255fd14