L’uso degli antivirali contro il Covid: primo report AIFA


L’AIFA ha pubblicato il primo report sul “Monitoraggio Antivirali per COVID-19” che deriva dai dati registrati nei Registri di Monitoraggio su molnupiravir e remdesivir

variante omicron zero-17 remdesivir

L’AIFA ha pubblicato il primo report sul “Monitoraggio Antivirali per COVID-19” che deriva dai dati registrati nei Registri di Monitoraggio AIFA e relativi alla settimana: 12-18 gennaio 2022 per l’antivirale molnupiravir e 13-19 gennaio per remdesivir.

Remdesivir, a livello ospedaliero, monitorato per 468 giorni, ha raggiunto una quota di circa 80mila somministrazioni e di 901, dopo 21 giorni, a livello non ospedaliero.

Molnupiravir, autorizzato insieme a remdesivir il 22 dicembre per pazienti  non ospedalizzati ma con fattori di rischio di peggioramento a Covid grave, dopo 21 giorni di monitoraggio ha raggiunto quota 1492 trattamenti avviati.

Tale registro raccoglie dati relativi ai nuovi positivi giornalieri e ai trattamenti avviati per giorno; graficamente è poi rappresentato l’andamento temporale e un’analisi nazionale e regionale.
A livello ospedaliero in totale sono stati avviati, su tutto il territorio nazionale, 79.265 trattamenti con remdesivir.
A livello territoriale, non ospedaliero, la terapia a base di remdesivir ha interessato 901 persone e quella con molnupiravir è stata somministrata a 1492 che in termini percentuali equivale al 37,7% di trattamenti con remdesivir e 62,3 con mulnupiravir.

L’Aifa ricorda che remdesivir è indicato per il trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID- 19) negli adulti e negli adolescenti (di età pari o superiore a 12 anni e peso pari ad almeno 40 kg) con polmonite che richiede ossigenoterapia supplementare.

Le Regioni che hanno utilizzato maggiormente il remdesivir, nella settimana a cui è riferito il report, sono state Lombardia, Toscana e Lazio anche se in Lombardia l’utilizzo, come in generale globalmente in Italia, è stato leggermente inferiore a quello della settimana precedente.

Il trend delle prescrizioni ospedaliere da metà novembre a metà gennaio mostra un andamento in aumento per remdesivir, che ricordiamo ha una modalità si somministrazione endovenosa, con un leggero decremento previsto per la settimana successiva al 20 gennaio.

La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’AIFA, nella seduta del 22 dicembre 2021, ha autorizzato molnupiravir e remdesivir per il trattamento di pazienti COVID-19 non ospedalizzati con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave.

Il tal caso remdesivir può essere somministrato in pazienti non in ossigeno-terapia per COVID-19 con insorgenza di sintomi da non oltre 7 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave.
Guardando i dati relativi al trattamento precoce con remdesivir nella settimana 12-18 gennaio si evidenzia un aumento delle somministrazioni rispetto alla settimana precedente soprattutto in: Lazio, Toscana, Lombardia e Liguria anche se purtroppo ci sono regioni in cui non è stato ancora utilizzato in tale modalità.

Anche aggiustando i numeri per popolazione residente le regioni che ne stanno facendo un utilizzo maggiore sono quelle sopra elencate a cui si aggiunge l’Emilia Romagna.

Molnupiravir, antivirale in compresse da assumere a domicilio due volte al giorno per 5 giorni, è invece indicato per il trattamento di COVID 19 negli adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso forme severe di COVID-19.

I dati riportati nel report AIFA sono relativi alle prescrizioni della settimana 13-19 gennaio anche perché la distribuzione di tale antivirale è iniziata il 4 gennaio e a seguire sono cominciate le prescrizioni.

Dall’analisi di questi primi dati emerge che solo due Regioni, Basilicata e Calabria, non lo hanno ancora utilizzato ma che a livello nazionale c’è stato un forte aumento nel suo utilizzo che è più che raddoppiato dalla settimana precedente (73.21% in più).
Le Regioni che ne hanno fatto un utilizzo maggiore, aggiustando i numeri rispetto alla popolazione residente, risultano essere Valle D’Aosta e Liguria seguite da Marche, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana.

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