Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: benefici con mavacamten


Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: secondo i dati di un nuovo studio mavacamten migliora struttura e funzione cardiaca

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In base a nuovi dati dello studio EXPLORER-HCM, nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica, mavacamten è stato collegato a un miglioramento della struttura e della funzione cardiaca rispetto al placebo.

Valutati ecocardiogrammi in serie dello studio EXPLORER-HCM
Nei principali risultati di EXPLORER-HCM, i pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica assegnati a mavacamten , un nuovo inibitore della miosina cardiaca, erano migliorati in termini di sintomi, qualità della vita e stato funzionale rispetto a quelli assegnati al placebo.

Per la presente analisi, i ricercatori guidati da Sheila M. Hegde, specialista in Medicina Cardiovascolare presso il Brigham and Women’s Hospital e docente di Medicina presso la Harvard Medical School di Boston, hanno valutato ecocardiogrammi seriali rilevati nell’arco di 30 settimane in 251 pazienti coinvolti nell’EXPLORER-HCM.

I miglioramenti emodinamici riscontrati
A 30 settimane, l’80,9% del gruppo mavacamten e il 34% del gruppo placebo avevano una risoluzione completa del movimento anteriore sistolico della valvola mitrale (differenza, 46,8; P < 0,0001), scrivono Hedge e colleghi.

Il gruppo mavacamten ha anche avuto un maggiore miglioramento dell’indice di volume atriale sinistro (variazione media rispetto al basale nel gruppo mavacamten, -7,5 ml/m2; variazione media rispetto al basale nel gruppo placebo, –0,09 ml/m2; P < 0,0001) e nel rapporto tra velocità transmitralica protodiastolica (E) e velocità anulare (E/e’) laterale (variazione media rispetto al basale nel gruppo mavacamten, -3,8; variazione media rispetto al basale nel gruppo placebo, 0,04; P < 0,0001).

Hegde e colleghi hanno scoperto che nel gruppo mavacamten, il miglioramento dei gradienti a riposo, alla manovra di Valsalva e post-esercizio, l’indice del volume atriale sinistro e L’E/e’ laterale erano associati a un livello inferiore di peptide natriuretico di tipo N-terminale pro-B (P = 0,03 ) e che un ridotto indice di volume atriale sinistro conferiva un migliore consumo di picco di ossigeno nell’esercizio (P = 0,04).

«Sembra che la modifica della dinamica della contrattilità senza un significativo effetto cronotropo con mavacamten sia sufficiente per alleviare l’ostruzione del tratto di deflusso ventricolare sinistro» scrivono Hegde e colleghi.

In prospettiva, l’uso di inibitori selettivi della miosina in prima linea
«Nel complesso, le prove attuali supportano un’indicazione per l’uso di mavacamten in pazienti che continuano a essere sintomatici nonostante il trattamento con beta-bloccanti] o calcio-antagonisti» scrive in un editoriale correlato Ahmad Masri, direttore del programma di Amiloidosi Cardiaca presso il Centro di cardiomiopatia ipertrofica, Knight Cardiovascular Institute, Oregon Health & Science University di Portland.

«Gli effetti strutturali e funzionali favorevoli di mavacamten in EXPLORER-HCM suggeriscono un futuro passaggio alla terapia di prima linea della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva con inibitori selettivi della miosina cardiaca, ma sono necessarie ulteriori prove a sostegno di tale pratica» aggiunge.

Riferimenti bibliografici:
Hegde SM, Lester SJ, Solomon SD, et al. Effect of Mavacamten on Echocardiographic Features in Symptomatic Patients With Obstructive Hypertrophic Cardiomyopathy. J Am Coll Cardiol. 2021;78:2518-32. doi: 10.1016/j.jacc.2021.09.1381. Leggi

Masri A. A New Dawn in HCM: Rise of the RCTs. J Am Coll Cardiol. 2021;78:2533-6. doi: 10.1016/j.jacc.2021.10.025. Leggi