Emicrania: erenumab più efficace di topiramato


Emicrania: secondo lo studio HER-MES che ha confrontato farmaci a diverso raggio di azione, erenumab è più efficace e tollerato del topiramato

Emicrania: secondo lo studio HER-MES che ha confrontato farmaci a diverso raggio di azione, erenumab è più efficace e tollerato del topiramato 

La notizia, per chi si occupa o soffre di emicrania, è rilevante. È stato condotto per la prima volta uno studio ‘testa-a-testa’ di fase IV – denominato HER-MES – per porre direttamente a confronto erenumab, inibitore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), e topiramato, uno dei farmaci antiemicranici più comunemente prescritti.  Il primo – come dimostrano i risultati pubblicati online su “Cephalalgia” – si è dimostrato più efficace ed è risultato meglio tollerato nei pazienti adulti con emicrania episodica e cronica rispetto al secondo.

«HER-MES (Head-to-head Study of Erenumab Against Topiramate in Patients With Episodic and Chronic Migraine) è il primo studio che ha confrontato direttamente gli effetti terapeutici di un anticorpo (erenumab) e di una piccola molecola (topiramato) nella prevenzione dell’emicrania» scrivono gli autori, guidati da Uwe Reuter, del Dipartimento di Neurologia della Charité Universitätsmedizin di Berlino.

«I risultati positivi rafforzano l’efficacia e il profilo di sicurezza di erenumab come trattamento per la prevenzione dell’emicrania nei pazienti con forma episodica e cronica» asseriscono.
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Il topiramato è un anticonvulsivante con meccanismi d’azione multipli, tra cui l’inibizione del canale tensione-dipendente del sodio, un aumento dell’inibizione GABAergica e una riduzione dell’eccitazione glutamatergica. Erenumab, legandosi al recettore aulle cellule dell’organismo di CHRP, messaggero chimico coinvolto nell’insorgenza dell’emicrania, impedisce a quest’ultimo di innescare la sintomatologia.

Il disegno dello studio,
Lo studio – randomizzato, in doppio cieco, double-dummy, con controllo attivo, a gruppi paralleli – era volto valutare la tollerabilità (valutata dai tassi di interruzione a causa di eventi avversi) e l’efficacia di erenumab rispetto a topiramato in un contesto di medicina centrata sul paziente.

L’endpoint primario era il tasso di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi di 70 mg e 140 mg di erenumab al mese rispetto a 50-100 mg di topiramato al giorno durante la fase di trattamento in doppio cieco. L’endpoint secondario era l’efficacia di 70 mg e 140 mg di erenumab al mese rispetto a 50-100 mg di topiramato al giorno in termini di riduzione di almeno il 50% dei giorni mensili di emicrania rispetto al basale negli ultimi tre mesi (mesi 4, 5 e 6) della fase di trattamento in doppio cieco di 24 settimane.

Sono stati arruolati 777 pazienti adulti con emicrania episodica o cronica (=/> 4 giorni di emicrania al mese) che non avevano precedentemente ricevuto un trattamento di prevenzione dell’emicrania o avevano fallito fino a tre precedenti terapie con propranololo/metoprololo, amitriptilina e/o flunarizina.

Dopo lo screening di 2 settimane e la fase basale di 4 settimane, i pazienti hanno ricevuto erenumab per via sottocutanea e topiramato placebo per via orale o topiramato per via orale ed erenumab placebo per via sottocutanea.

Nella fase di trattamento in doppio cieco di 24 settimane, i pazienti nel braccio erenumab hanno ricevuto 70 mg o 140 mg direttamente dopo la fase basale, secondo la valutazione dello sperimentatore.

Un aumento della dose da 70 mg a 140 mg è stato possibile in qualsiasi momento durante lo studio. Ai pazienti nel braccio topiramato è stato somministrato topiramato alla dose più alta tollerata (50-100 mg al giorno), a partire da una fase di titolazione di 6 settimane. Lo studio è stato condotto in 82 centri di studio in Germania tra il del febbraio 2019 e il luglio del 2020.

Ridotti i tassi di interruzione e i giorni mensili di emicrania
HER-MES ha raggiunto entrambi gli endpoint primari, dimostrando un tasso di interruzione significativamente più basso a causa di eventi avversi rispetto ai pazienti nel braccio topiramato e mostrando anche una maggiore efficacia.

Soltanto il 10,6% dei pazienti trattati con erenumab, infatti, ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, rispetto al 38,9% nel braccio topiramato. Inoltre, il 55,4% dei pazienti che assumevano l’anti-CGRP ha goduto di una riduzione di almeno il 50% rispetto al basale nei giorni mensili di emicrania (MMD). Ciò si è tradotto in una superiorità di quasi 20 punti rispetto al 31,2% dei pazienti trattati con topiramato i quali hanno visto all’opposto una riduzione del 50%.

Nel gruppo topiramato, gli eventi avversi più frequenti che hanno portato all’interruzione del farmaco in studio sono stati parestesia, disturbi dell’attenzione, affaticamento e nausea. Nel braccio erenumab sono stati invece fatica, nausea, disturbi dell’attenzione e capogiri. Lo studio è stato importante in quanto è stato il primo confronto diretto tra due molecole che agiscono con due differenti meccanismi d’azione.

«Nel complesso, si tratta di risultati  estremamente incoraggiati, in quanto dimostrano tassi di interruzione causati da eventi avversi più bassi e un’efficacia superiore nel gruppo erenumab rispetto al topiramato nei pazienti emicranici» concludono gli autori.

Bibliografia:
Reuter U, Ehrlich M, Gendolla A, et al. Erenumab versus topiramate for the prevention of migraine – a randomised, double-blind, active-controlled phase 4 trial. Cephalalgia, 2021 Nov 7. doi: 10.1177/03331024211053571. [Epub ahead of print] Link