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Antidepressivi nuovi alleati contro il Covid

Un paziente su cinque con malattie cardiache usa antidepressivi e altri farmaci psichiatrici, associati a un rischio quasi doppio di morte prematura

Studio pubblicato su “JAMA Network Open”: arrivano nuove prove sulla riduzione di mortalità da Covid dovuta all’impiego di antidepressivi

Prove crescenti suggeriscono che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono associati a una minore gravità del COVID-19. Un’ampia analisi delle cartelle cliniche mostra che i pazienti con malattia da SARS-CoV-2 che assumevano un SSRI avevano significativamente meno probabilità di morire di COVID-19 rispetto a un gruppo di controllo abbinato. Lo studio è stato pubblicato su “JAMA Network Open”.

«Non possiamo dire se i farmaci stiano causando questi effetti, ma l’analisi statistica sta mostrando un’associazione statisticamente significativa» evidenziano gli autori, guidati da Marina Sirota, dalla University of California San Francisco (UCSF), co-senior author dello studio.

Approccio di studio basato sui dati
I ricercatori hanno analizzato i record del database delle cartelle cliniche elettroniche identificate per COVID-19 dal Cerner Real World Data, relativi a 490.373 pazienti con COVID-19 in 87 centri sanitari, tra cui 3.401 pazienti ai quali sono stati prescritti SSRI.

Rispetto ai pazienti abbinati con COVID-19 che assumevano SSRI, quelli che assumevano fluoxetina avevano il 28% in meno di probabilità di morire (rischio relativo [RR], 0,72; IC 95%, 0,54 – 0,97; P aggiustato = 0,03) e quelli che assumevano fluoxetina o fluvoxamina avevano il 26% in meno di probabilità di morire (RR, 0,74; IC 95%, 0,55 – 0,99; P aggiustato = 0,04) rispetto a quelli che non assumevano questi farmaci.

I pazienti con COVID-19 che assumevano qualsiasi tipo di SSRI avevano l’8% in meno di probabilità di morire rispetto ai controlli abbinati (RR, 0,92; IC 95%, 0,85 – 0,99; P aggiustato = 0,03).

«Abbiamo osservato una riduzione statisticamente significativa della mortalità dei pazienti COVID-19 che stavano già assumendo SSRI. Questa è una dimostrazione di un approccio basato sui dati per identificare nuovi usi per i farmaci esistenti» ribadiscono Sirota e colleghi.

«Il nostro studio mostra semplicemente un’associazione tra SSRI ed esiti COVID-19 e non indaga il meccanismo d’azione del perché i farmaci possano funzionare. Ulteriori studi clinici devono essere effettuati prima che questi farmaci siano utilizzati nei pazienti in futuro» aggiungono.

«Attualmente esiste uno studio in aperto che indaga sulla fluoxetina per ridurre l’intubazione e la morte dopo COVID-19. Per quanto ne sappiamo, non ci sono studi randomizzati controllati di fase 3 in corso o pianificati» sottolinea il primo ricercatore dello studio, Tomiko Oskotsky.

Necessità urgente per i Paesi poveri con scarso accesso al vaccino
I risultati attuali «confermano ed espandono i risultati precedenti di studi osservazionali, preclinici e clinici che suggeriscono come alcuni antidepressivi SSRI, tra cui fluoxetina o fluvoxamina, potrebbero essere utili contro il COVID-19» scrive, in un editoriale collegato, Nicolas Hoertel, dell’Università di Parigi e dell’Ospedale Corentin-Celton.

Hoertel osserva che le proprietà antinfiammatorie degli SSRI possono essere alla base della loro potenziale azione contro il COVID-19 e altri potenziali meccanismi possono includere la riduzione dell’aggregazione piastrinica, la diminuzione della degranulazione dei mastociti, l’aumento dei livelli di melatonina, l’interferenza con il traffico virale endolisomiale e le attività antiossidanti.

«Poiché la maggior parte della popolazione mondiale non è attualmente vaccinata e la pandemia di COVID-19 è ancora attiva, sono urgentemente necessari trattamenti efficaci per il COVID-19, in particolare quelli facili da usare, che mostrino una buona tollerabilità, che possono essere somministrati per via orale e che abbiano un’ampia disponibilità a basso costo per consentirne l’uso nei paesi poveri, per ridurre la mortalità e la morbilità legate al COVID-19» sottolinea Hoertel.

«In questo contesto, l’uso a breve termine di fluoxetina o fluvoxamina, se dimostrato efficace, dovrebbe essere considerato come un potenziale mezzo per raggiungere questo obiettivo» aggiunge.

Bibliografia:
Oskotsky T, Maric I, Tang A, et al. Mortality Risk Among Patients With COVID-19 Prescribed Selective Serotonin Reuptake Inhibitor Antidepressants. JAMA Netw Open. 2021 Nov 1;4(11):e2133090. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2021.33090. Link

Hoertel N. Do the Selective Serotonin Reuptake Inhibitor Antidepressants Fluoxetine and Fluvoxamine Reduce Mortality Among Patients With COVID-19? JAMA Netw Open. 2021 Nov 1;4(11):e2136510. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2021.36510. Link

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