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Nuovo studio sull’uso di antidepressivi in gravidanza

Gravidanza in adolescenza: i disordini respiratori durante il sonno (SBD) sono un noto fattore di rischio per il diabete gestazionale. Pubblicato un nuovo studio

L’uso di antidepressivi serotoninergici durante il primo trimestre di gravidanza non aumenta il rischio di convulsioni neonatali o epilessia

L’uso di antidepressivi serotoninergici durante il primo trimestre di gravidanza non aumenta il rischio di convulsioni neonatali o epilessia, secondo i dati di uno studio pubblicato su “Neurology”.

Mentre gli studi hanno dimostrato che l’esposizione agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e agli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) durante il terzo trimestre può influenzare negativamente i neonati, si sa meno sull’impatto degli SSRI e degli SNRI assunti durante il primo trimestre, scrivono i ricercatori, guidati da Kelsey Kathleen Wiggs, psicologia clinica dell’Indiana University di Bloomington.

«Le donne incinte che soffrono di depressione si trovano spesso di fronte a un dilemma: vivere con i sintomi depressivi o assumere un farmaco che aiuta ad alleviare i sintomi ma ha un’influenza incerta sulla salute e sullo sviluppo del bambino?» proseguono Wiggs e colleghi. «Questa decisione è resa più difficile dal fatto che la depressione non trattata durante la gravidanza può avere effetti negativi anche per il nascituro».

Informazioni raccolte da una serie di registri svedesi
Wiggs e colleghi hanno analizzato i dati di una serie di registri svedesi che contenevano informazioni su età materna, uso di farmaci, storia riproduttiva, diagnosi psichiatriche ed epilettiche nei genitori e nei figli, indici socioeconomici.

All’interno di questi registri, hanno valutato tutti i bambini (n = 1.551.906) nati dal 1° gennaio 1996 al 30 novembre 2013, per una diagnosi di convulsioni neonatali entro il primo mese di vita. Hanno anche valutato un sottogruppo del gruppo con convulsioni neonatali per le diagnosi di epilessia entro 2 anni dalla nascita.

Per consentire un tempo adeguato per il follow-up, i ricercatori – nelle loro analisi dell’epilessia – hanno incluso 1.367.087 bambini nati tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2011.
Complessivamente, 21.104 (1,36%) dei 1.551.906 bambini inclusi per le analisi sono stati esposti agli SSRI; tra questi i più comuni erano sertralina (0,49%), citalopram (0,48%) e fluoxetina (0,2%). L’esposizione a SNRI si è verificata in 2.211 (0,14%) bambini, con la venlafaxina che era la molecola più comune (0,12%).

Dati rassicuranti per i medici e le pazienti
Prima dell’aggiustamento, i bambini con esposizione a SSRI o SNRI avevano maggiori probabilità di avere convulsioni nel primo mese di vita rispetto ai bambini senza esposizione (RR = 1,41; IC 95%, 1,03-1,94). Inoltre, i bambini con esposizione agli antidepressivi avevano un rischio maggiore del 21% di epilessia entro i primi 2 anni di vita rispetto ai bambini che non avevano avuto tale esposizione (IC 95%, 1,03-1,43).

Tuttavia, gli aggiustamenti per le indicazioni materne per l’uso di antidepressivi hanno rappresentato parte dell’aumentato rischio di convulsioni neonatali (RR aggiustato = 1,3; IC 95%, 0,94-1,79) ed epilessia (HR aggiustato = 1,13; IC 95%, 0,95-1,33). Un ulteriore aggiustamento ha mostrato che la storia di epilessia dei genitori ha avuto poco o nessun effetto sul rischio di convulsioni neonatali o epilessia.

L’aggiustamento completo per i fattori parentali e correlati alla gravidanza ha rappresentato gran parte del rischio rimanente di convulsioni (aRR = 1,1; IC 95%, 0,79-1,53) ed epilessia (aHR = 0,96; IC 95%, 0,81-1,14).

«Le implicazioni di questi dati sono che non ci deve essere alcuna maggiore preoccupazione sul fatto che l’uso di SSRI/SNRI in gravidanza possa causare convulsioni neonatali ed epilessia» spiegano Wiggs e colleghi. «Questo dovrebbe essere rassicurante sia per i medici che per le pazienti che valutano i rischi e i benefici dei farmaci antidepressivi in gravidanza».

Riguardo a ulteriori fronti di approfondimento, Wiggs ha suggerito ai ricercatori da un lato di esaminare l’impatto di elevate quantità di dosaggio di antidepressivi sulle convulsioni neonatali e sul rischio di epilessia, dall’altro di determinare «l’intera portata della sicurezza di questi e altri farmaci in gravidanza, a parte gli esiti delle convulsioni nei bambini».

Bibliografia:
Wiggs KK, Sujan AC, Rickert ME, et al. Maternal Serotonergic Antidepressant Use in Pregnancy and Risk of Seizures in Children. Neurology. 2022 May 11. doi: 10.1212/WNL.0000000000200516. [Epub ahead of print] Link

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