Artrite reumatoide: baricitinib sicuro a lungo termine


Artrite reumatoide: Baricitinib ha mantenuto un consistente profilo di sicurezza anche nel lungo termine, ben oltre i 9 anni

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Baricitinib ha mantenuto un consistente profilo di safety anche nel lungo termine (fin oltre i 9 anni) in un’analisi integrata dei dati ottenuti in pazienti con artrite reumatoide (AR) sottoposti a trattamento con il Jak inibitore per 14.744 pazienti-anno di esposizione, confermando osservazioni precedenti di letteratura (1).

Inoltre, uno studio di safety giapponese condotto nella real life su 3.445 pazienti con AR, ha dato risultati altrettanto soddisfacenti sotto il profilo della sicurezza d’impiego del farmaco (2).

Questi i messaggi provenienti da due studi presentati nel corso del recente congresso dell’American College of Rheumatology, dei quali forniamo un breve riassunto.

1) Analisi di safety integrata a 9,3 anni dall’inizio del trattamento
Il primo studio presentato al Congresso è un’analisi in pool dei dati provenienti da 9 trial clinici randomizzati e dalla fase di estensione a lungo termine di uno di questi studi, che ha valutato la safety nel tempo di baricitinib ai dosaggi di 4 e 2 mg in 3.770 pazienti con AR, esposti a trattamento con il Jak inibitore per un totale di 14.744 pazienti-anno di esposizione. La mediana del tempo di esposizione al trattamento era pari a 4,6 anni, mentre l’esposizione massima considerata al farmaco in questione è stata di 9,3 anni.

Dall’analisi dei risultati è emerso che l’incidenza complessiva di eventi avversi per 100 pazienti-anno, nei pazienti trattati con baricitinib considerati in toto, è stata pari a 22,6; il tasso di incidenza di eventi avversi seri, invece, è stato pari a 7,4.

I tassi di incidenza sono rimasti stabili nel tempo, considerando tutti i 14.744 pazienti-anno di esposizione. Il tasso di incidenza di eventi avversi seri è risultato pari a 2,58 per 100 pazienti-anno di esposizione.

Tra gli eventi avversi di interesse speciale presi in considerazione vi sono stati gli eventi tromboembolici venosi. Il loro tasso di incidenza, nello specifico, è stato il seguente:
– Embolismo polmonare (tasso incidenza= 0,26)
– Trombosi venosa profonda (tasso incidenza= 0,35)
– Trombosi venosa profonda e/o embolismo polmonare (tasso incidenza= 0,49)

Gli eventi cardiovascolari maggiori (MACE), invece, hanno avuto un tasso di incidenza pari a 0,51 – entro il range dei tassi di incidenza descritti negli studi epidemiologici condotti nella popolazione generale affetta da AR.

I tassi di incidenza di eventi di safety di interesse speciale tra i pazienti trattati con baricitinib è rimasto stabile per tempi di esposizione di durata massima (9,3 anni) e sono risultati sostanzialmente sovrapponibili tra i due gruppi trattati con i due diversi dosaggi del farmaco.

In un sottogruppo di pazienti ultra50enni che presentavano almeno un fattore di rischio CV (fumatori correnti, ipertensione, livelli di colesterolo HDL <40 mg/dl, diabete o malattia aterosclerotica CV), il tasso di incidenza di MACE è stato pari a 0,77 per 100 pazienti-anno di esposizione vs. 0,51 nella popolazione totale in studio.

In questo studio, i tassi di incidenza di neoplasie, aggiustati per l’età (tasso incidenza= 0,92) e la mortalità (tasso incidenza= 0,6) nei pazienti trattati con baricitinib sono risultati simili a quelli rilevati nella popolazione generale Usa.

2) Studio di safety nella real world giapponese
Uno studio di sorveglianza post-MKTG, condotto su 3.445 pazienti con AR in Giappone, ha valutato la sicurezza del trattamento con baricitinib ai due dosaggi approvati (4 e 2 mg) nella pratica clinica. I risultati non hanno documentato l’emersione di nuovi segnali di safety rispetto a quanto già noto per questo farmaco.

La popolazione di questo studio era costituita, per il 54%, da ultra65enni, mentre il 65% ha iniziato il trattamento con baricitinib al dosaggio maggiore. Tre pazienti su 4 inclusi nello studio (74%) avevano continuato il trattamento per 24 settimane, e la maggior parte dei pazienti ha mantenuto il dosaggio più elevato.

Passando ai risultati, il 26% dei pazienti (n=887) ha riportato un evento avverso, mentre il 4% (n=122) ha sperimentato un evento avverso serio. CI sono stati sei decessi, nessuno dei quali legato a trombosi venosa profonda o embolismo polmonare.

Tra gli eventi avversi di interesse speciale considerati vi sono stati l’herpes zoster (3%; n=100), la disfunzione epatica (3%; n=100), le infezioni gravi (1,5%; n= 51), l’anemia (1%; n=41), l’iperlipidemia (1%; n=40), le neoplasie (0,3%; n= 11), la polmonite interstiziale (0,2%; n=8), i MACE (0,1%; n=5) e il tromboembolismo venoso (0,1%; n=3).

Riassumendo
Nel commentare i risultati, Lotus Mallbris, vice presidente dell’area sviluppo immunologia globale e responsabile Usa e globale dell’area medica di Lilly, ha sottolineato come “baricitinib abbia uno dei dataset più completi e di lunga durata sulla safety di baricitinib nell’AR – 15.000 pazienti-anno), che copre fino a 9 anni dal lancio del programma di sviluppo clinico del farmaco”.

“Gli ultimi dati presentati al Congresso ACR – ha aggiunto – confermano i dati precedenti di efficacia e sicurezza del farmaco ottenuti in periodo temporali più brevi, consentendo una migliore caratterizzazione del profilo rischio-beneficio di questo trattamento e dando la possibilità ai clinici e ai loro pazienti di adottare decisioni di trattamento meglio informate”.

Bibliografia
1) Taylor PC et al. Safety Profile of Baricitinib for the Treatment of Rheumatoid Arthritis up to 9.3 Years: An Updated Integrated Safety Analysis. ACR 2021; Abs.1688

2) Fujii T et al. Safety of Baricitinib in Japanese Patients with Rheumatoid Arthritis (RA): The 2020 Interim Report from All-case Post Marketing Surveillance in Clinical Practice. ACR 2021; Abs. 1676